La riduzione del personale sarà consistente: saranno tagliati 9000 posti di lavoro in tre anni.
ZURIGO - È la giornata più importante della storia recente di Credit Suisse. Oggi pomeriggio la seconda banca svizzera presenterà la sua strategia per presentare i tempi a venire: l'attesissimo annuncio rischia di far passare in secondo piano la comunicazione dei dati del terzo trimestre, avvenuta questa mattina.
Mesi agitati - Credit Suisse ha fatto segnare ricavi netti per 3,8 miliardi di franchi svizzeri e una perdita ante imposte di 342 milioni di franchi svizzeri. «Il terzo trimestre, e più in generale il 2022, sono stati significativamente impattati dal perdurare delle difficili condizioni di mercato e macroeconomiche, che hanno portato a una performance più debole» ha dichiarato l'amministratore delegato Ulrich Körner. La difficile situazione geopolitica e il significativo inasprimento monetario da parte delle principali banche centrali di tutto il mondo - in risposta al continuo e significativo aumento dell'inflazione - «hanno determinato un'accentuata volatilità dei mercati, flussi deboli di clienti e la continua riduzione della leva finanziaria da parte degli stessi». La perdita nel terzo trimestre è stata quantificata in quattro miliardi di franchi, il che porta il rosso del 2022 a 5,9 miliardi.
Performance «debole» - Il settore maggiormente colpito è stato quell'investment banking: la relativa performance è giudicata «debole» dall'istituto. «Le nostre aree di forza principali, quali il trading e l'Investment Banking & Capital Markets, hanno risentito del significativo aumento della volatilità e dell'aumento degli spread creditizi». Capital Markets, in particolare, «hanno risentito del significativo rallentamento dell'attività dei mercati dei capitali e dell'impatto cumulativo del nostro de-risking». Luci e ombre per Wealth Management, che è stato «messo a dura prova» dal calo dell'attività dei clienti, ma ha potuto godere del miglioramento dei tassi, con un aumento degli interessi netti. Solida, invece, la performance di Swiss Bank «Nonostante l'impatto negativo della recente modifica dei tassi d'interesse da parte della Banca nazionale svizzera».
La ristrutturazione - Körner non si nasconde: «I recenti risultati a livello di Gruppo sono stati deludenti per i nostri stakeholder». Ed ecco un breve assaggio di cosa verrà detto nel pomeriggio: «Da oggi stiamo intraprendendo una serie di azioni decisive per riorientare Credit Suisse verso le esigenze dei nostri clienti e dei nostri stakeholder. Il nostro nuovo modello integrato sarà incentrato sul Wealth Management, su Swiss Bank e sull'Asset Management». Non sarà probabilmente un percorso indolore: «Ristruttureremo radicalmente l'Investment Bank, rafforzeremo il capitale e accelereremo la trasformazione dei costi. Riteniamo che queste azioni porteranno il Credit Suisse a una performance più stabile e a generare un valore duraturo per i nostri azionisti», ha concluso Körner. L'obiettivo è il taglio dei costi del 15% entro il 2025, pari a 2,5 miliardi di franchi. Nel contempo è previsto un aumento di capitale, così da rafforzare la struttura complessiva dell'istituto di credito.
Meno personale - La ristrutturazione avrà delle conseguenze sui dipendenti. «Una riduzione dell'organico di 2.700 dipendenti equivalenti a tempo pieno (FTE), pari al 5% della forza lavoro del Gruppo, è già in corso» nel quarto trimestre dell'anno. Ma non finisce qui: «Credit Suisse prevede di gestire la banca con 43mila FTE entro la fine del 2025» ovvero 9000 unità equivalenti in meno rispetto a oggi. Ciò avverrà attraverso addii volontari, un percorso di uscita dall'azienda per raggiunti limiti di età ma anche tramite «riduzioni mirate dell'organico».
Cambi al vertice - Un primo cambiamento ai vertici è quello di Christian Meissner, già anticipato e ora ufficialmente confermato: il CEO dell'Investment Banking lascia Credit Suisse con effetto immediato. Inoltre Michael Klein esce dal consiglio di amministrazione e, oltre a operare come consulente del CEO Körner, si occuperà della nuova unità CS First Boston (vedi sotto).
L'ingresso dei sauditi - Credit Suisse, andando alla ricerca di nuovi capitali, ha stretto un accordo con un partner finanziariamente forte: Saudi National Bank, la più grande banca commerciale saudita, che contribuirà all'aumento di capitale con 1,5 miliardi di franchi. Nello stesso tempo Credit Suisse ha annunciato l'emissione di nuove azioni per un volume totale di circa quattro miliardi di franchi - corrispondenti a quasi un terzo dell'attuale capitalizzazione di mercato.
Il piano per il rilancio di Credit Suisse
In cosa consiste la strategia studiata per rilanciare Credit Suisse? In una «serie di azioni decisive», è stato spiegato questa mattina - e sarà meglio illustrato nel pomeriggio - finalizzate a «creare una banca più semplice, più focalizzata e più stabile, costruita intorno alle esigenze dei clienti». La revisione strategica condotta dal Consiglio di amministrazione e dal Comitato esecutivo ha evidenziato infatti la necessità di una «radicale ristrutturazione dell'Investment Banking, a un'accelerazione della trasformazione dei costi e a un rafforzamento e a una riallocazione delle attività».
Nei prossimi tre anni Credit Suisse cercherà di «ridurre in modo significativo le attività ponderate per il rischio» nell'Investment Banking. Ciò avverrà tramite liberazione di capitale dalle uscite e riduzione significativa dell'esposizione per i prodotti cartolarizzati, riduzione delle attività ponderate per il rischio e dell'esposizione alla leva finanziaria del 40%, un'attività di Markets altamente connessa e un franchise di Investor Products leader del settore, oltre all'utilizzo di CS First Boston come banca indipendente di Capital Markets e Advisory.
Si punta inoltre ad assegnare quasi l'80% del capitale a Wealth Management, Swiss Bank, Asset Management e Mercati entro tre anni. La riduzione dei costi entro il 2025, come detto, sarà del 15%, con l'obiettivo di arrivare a uscite pari a 14,5 miliardi. Lo scopo è quello di «realizzare un nuovo modello di business più integrato, con l'obiettivo di creare valore per gli azionisti». Ciò che dovrà nascere, alla fine di tutti questi cambiamenti, dovrà essere «un nuovo Credit Suisse». Il presidente del CdA Axel Lehmann ha dichiarato: «Crediamo di non aver lasciato nulla di intentato. Oggi annunciamo il risultato di questo processo: una strategia radicale e un chiaro piano di esecuzione per creare una banca più forte, più resiliente e più efficiente». Un piano, è sicuro Lehmann, che sarà coronato dal successo «e ci aiuterà a ricostruire la nostra banca».