L'istituto chiede un risarcimento di centinaia di migliaia di franchi dal portale economico
ZURIGO - Credit Suisse (CS) trascina in tribunale un noto portale di notizie finanziarie, ritenendosi ingiustamente oltraggiata: la banca ha citato in giudizio Inside Paradeplatz, un sito gestito dal giornalista economico zurighese Lukas Hässig che ospita articoli spesso molto profilati, chiedendo un risarcimento di centinaia di migliaia di franchi.
Stando alle informazioni diffuse ieri dallo stesso portale, la causa è stata avviata presso il tribunale del commercio di Zurigo da tre entità (Credit Suisse Group, Credit Suisse e Credit Suisse Svizzera) e fa riferimento a 52 articoli su CS e 200 commenti pubblicati fra il 27 luglio - giorno della nomina di Ulrich Körner come nuovo Ceo - e il 28 ottobre.
L'avvocato dell'istituto ha presentato un documento processuale di 265 pagine, più gli allegati («contando 1000 franchi a pagina, è già oltre un quarto di milione, più il lavoro dei legali della banca», ha subito commentato Hässig sul sito). Vengono contestate violazioni della personalità e concorrenza sleale.
«Il gruppo dirigente e quindi i querelanti vengono ridicolizzati, coperti d'insulti ed esposti al pubblico, e il gruppo bancario viene reso spregevole, persino semplicemente dato per morto; i clienti e i dipendenti vengono addirittura incoraggiati attivamente a lasciare la banca», scrive l'avvocato di CS, stando alla citazione di Hässig.
Nei confronti di alcuni media - della vicenda si è interessata anche la stampa internazionale, a partire dal "Financial Times" - Credit Suisse spiega la sua azione con la necessità di tutelare i suoi dipendenti, che sarebbero stati «regolarmente insultati e denigrati» sul blog. Ora chiede la cancellazione dei post in questione e il versamento dei profitti realizzati da Inside Paradeplatz. Il valore della causa è di circa 300'000 franchi.
Contattato dall'agenzia Awp, Hässig fa sapere che cercherà di «confutare in modo dettagliato» gli addebiti. Il giornalista reputa «impressionante» la cifra in gioco, considerato che il suo è solo un piccolo media. Ma se dovesse versare quei soldi, «sarebbe un contributo alla riduzione delle perdite di Credit Suisse», osserva ironicamente il cronista, che difende anche i commenti dei suoi lettori, definiti la "vox populi".
Inside Paradeplatz prende costantemente di mira i piani alti del mondo economico e finanziario elvetico, mettendo alla berlina sprechi e investimenti sballati, come pure comportamenti principeschi di manager bancari, dell'energia o degli enti para-pubblici come Posta o FFS. Il portale, che può contare su una miriade di informazioni insider, è molto più profilato dei media tradizionali - che fanno capo a editori che sono i primi ad essere attaccati da Hässig e che hanno spesso interessi con le principali aziende del paese - e assume non poche volte toni volutamente scandalistici, suscitando anche parecchi commenti di lettori.
Il portale si è così trovato più volte citato in giudizio in passato, nell'anno in corso ad esempio dagli editori Michael Ringier e Marc Walder o dall'imprenditrice Patrizia Laeri. Anche la grande banca UBS ha intrapreso un'azione contro Inside Paradeplatz nel 2019: l'allora responsabile legale dell'istituto, Markus Diethelm, ricopre ora la stessa posizione presso Credit Suisse.