Le vendite fuori dai confini nazionali di beni e servizi hanno subito una contrazione dell'1,1% rispetto al mese di gennaio
BERNA - Il commercio estero della Svizzera ha subito un rallentamento a febbraio, penalizzato da un calo delle vendite di medicinali. Di conseguenza la bilancia commerciale è scesa del 16,8% su base mensile, a 2,5 miliardi di franchi.
Le vendite fuori dai confini nazionali di beni e servizi hanno subito una contrazione dell'1,1% rispetto a gennaio in termini nominali (non aggiustati per l'inflazione), raggiungendo i 22,3 miliardi di franchi, indica stamani l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) in un comunicato.
Il fatturato all'estero di prodotti chimici e farmaceutici, il principale settore di esportazione elvetico in termini di volume, ha subito una contrazione del 3,3% in febbraio, dopo essere cresciuto nei mesi precedenti. Lo stesso vale per gli strumenti di precisione (-4,3%).
Le esportazioni di macchine ed elettronica sono rimaste stabili (+0,3%), mentre hanno accelerato le esportazioni di orologi (+7,5%), gioielli (+5,3%) e metalli (+4,1%).
Per quanto riguarda le destinazioni, le vendite verso l'Europa, principale mercato degli esportatori svizzeri, sono rimaste pressoché stabili (+0,3%). Si sono contratte verso la Germania (-1,2%), ma hanno accelerato verso l'Italia (+8,2%).
L'Asia ha registrato un rimbalzo (+11,1%), soprattutto per merito dalla Cina (+39%) e di Hong Kong (+40,9%).
La situazione è stata meno favorevole nelle Americhe. Le vendite verso gli Stati Uniti, prima destinazione delle esportazioni svizzere nel continente, hanno subito una contrazione del 13,1%.