Oggi l'ultima l'assemblea generale di Credit Suisse dentro l'Hallenstadion. Fuori gli ambientalisti in protesta.
È il giorno dell'addio per Credit Suisse, perlomeno per quanto riguarda gli azionisti: per la (probabile) ultima volta si tiene stamani all'Hallenstadion di Zurigo l'assemblea generale, la prima da tempo in presenza, dopo tre anni di restrizioni Covid. È attesa una riunione ad alto contenuto emotivo.
Terminata l'Assemblea Generale
Lehmann: «Questa è stata l'ultima assemblea generale annuale del Credit Suisse Group AG. Ci attende una svolta storica, e questo momento mi rattrista. Ma ora guardiamo avanti e plasmeremo un futuro di successo insieme a UBS».
Compenso del Consiglio di amministrazione negato
Il 48,43% ha approvato la proposta del Consiglio di Amministrazione, il 48,21% ha votato contro. La remunerazione della direzione è quindi respinta.
Lehmann: «Ora considereremo come procedere».
Un azionista si alza e prende la parola: «Sono stato in questa sala per quelle che sembrano cinque ore e non ho mai sentito una parola: scusa. Le chiedo, signor Lehmann, di pronunciare la frase: "mi scuso per la cattiva gestione e per aver spinto CS al muro"».
Lehmann: «Mi sono già scusato in apertura, dal profondo del cuore. Sono felice di ripeterlo. Siamo a un punto che nessuno si aspettava. Non solo tu, nemmeno io. Abbiamo fatto tutto ciò che era umanamente possibile, ma a volte ci sono cose che non puoi controllare. Mi scuso per tutto quello che è successo».
Punto 8 all'ordine del giorno – Approvazione del compenso del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo
Ora si tratta di approvare la remunerazione del consiglio di amministrazione e del management.
Punto 7.2 all'ordine del giorno – Confermato il Comitato per la Remunerazione
Il passo successivo è l'elezione dei membri del Comitato per la Remunerazione. Non ci sono commenti su questo.
Iris Bohnet è confermata con il 51,04% di sì in commissione.
Christian Gellerstad ce la fa con il 51,16% di sì.
Amanda Norton riceve il 56,03% di voti sì.
Amanda (Mandy) Norton rieletta
Anche Amanda (Mandy) Norton rimane nel consiglio di amministrazione di CS, ha ricevuto il 55,94% di voti a favore.
Keyu Jin rieletto
Keyu Jin è confermato nel consiglio di amministrazione con il 52,05% di sì.
Christian Gellerstad rieletto
Anche Christian Gellerstad rimarrà nel consiglio di amministrazione di CS, ci sono stati il 50,05 per cento di voti a favore.
Clare Brady rieletta
Gli azionisti confermano anche Clare Brady nel consiglio di amministrazione, con il 54,64% di voti sì.
Iris Bohnet rieletta
Rieletta anche l'economista Iris Bohnet, con il 51,76 per cento di voti favorevoli.
Mirko Bianchi rieletto
Rieletto anche Mirko Bianchi, con il 52,39 per cento dei voti favorevoli.
Axel P. Lehmann rieletto
Il Consiglio di Amministrazione propone la rielezione di Axel Lehmann come membro e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Gli azionisti hanno confermato Lehmann in carica con il 55,67% dei favorevoli.
Punto 7.1 dell'ordine del giorno – Elezione dei componenti del Consiglio di Amministrazione
Ora è in gioco la rielezione di sette membri del CdA. Sono il minimo necessario per continuare correttamente l'attività di CS.
E' il momento della rielezione del consiglio di amministrazione
Prende la parola l'azionista Kaufmann: «Sono cliente del Credit Suisse da oltre 50 anni e ho conosciuto un gran numero di consulenti e relationship manager. Senza eccezione, hanno fatto tutti un ottimo lavoro. Voglio ringraziare queste persone, la maggior parte delle quali probabilmente sono ancora con CS. Propongo di ridurre il Consiglio di Amministrazione da dodici a sette membri. A quanto pare la stessa banca si è resa conto che ciò è necessario».
«Questo comportamento ci ucciderà»
Prende la parola l'azionista Claudia Eisenring: «I due precedenti interventi hanno mostrato molto chiaramente qual è la posta in gioco. Mi sono sempre chiesta come sia possibile gestire le cose così male. Sappiamo tutti che gli investimenti sui combustibili fossili non stanno andando bene. Dobbiamo agire ora per evitare il peggio. Il giorno dopo la richiesta del prestito di sostegno, CS ha investito nove miliardi nell'industria dei combustibili fossili. Questo ci ucciderà».
Quindi ha proseguito: «Ho altre due domande: CS pagherà un indennizzo qualora i suoi investimenti dovessero causare danni ambientali?».
Lehmann: «Queste sono buone domande. Ma nn possiamo cambiare tutto in questo mondo, siamo lì per supportare i nostri clienti. Immagini zero finanziamenti per petrolio e carbone. Immagini cosa significherebbe per migliaia di persone».
Il punto 6 è sulla strategia climatica
Prende la parola un azionista: «Lavoro per l'organizzazione per l'ambiente e i diritti umani Urmacht. Le banche stanno investendo in Shell e St. Miguel, che in questo momento stanno distruggendo gli oceani. Mi chiedo: cosa devono fare concretamente le aziende affinché CS e UBS non investano in questo settore? Il Credit Suisse detiene investimenti in Shell per un valore di 4,4 miliardi di dollari».
Ora parla un attivista di Greenpeace Svizzera: «Il signor Lehmann ha detto che gli affari continueranno più o meno normalmente fino alla fusione. Tuttavia, oggi non abbiamo ancora discusso della protezione del clima. La strategia climatica di CS è migliorata negli ultimi due anni, ma non è sufficiente. Non ci sono restrizioni al finanziamento delle società di fracking, sebbene siano molto problematiche e inquinino l'ambiente. Vi invito, cari azionisti, a votare no al punto 6 all'ordine del giorno. Il consiglio di amministrazione di CS deve ripensare la sua strategia climatica».
Lehmann: «Ci sentiamo impegnati al 100% per rispettare l'accordo di Parigi. Vogliamo supportare i nostri clienti a investire di più nella green economy. Negli ultimi dodici mesi abbiamo già fatto grandi progressi con la nostra strategia di sostenibilità».
Durante gli interventi un azionista ha esordito chiedendo «che il Consiglio di Amministrazione faccia i passi necessari per contattare tutte le persone coinvolte». «Ho qui con me un paio di noci, un sacco di noci costa circa un'azione. Ho aperto una noce, l'ho mangiata e poi ho richiuso il guscio. Quindi ho in mano delle noci vuote. Quel signore, che non è qui in questo momento, non so se abbia o meno le tasche piene, sappia che per lui ho qui la noce più grossa».
Punto 4 all'ordine del giorno – Annullamento del capitale condizionale
La questione ora è la cancellazione del capitale condizionale e del capitale convertibile. Non ci sono richieste d'intervento. Il Consiglio di amministrazione propone l'annullamento del capitale condizionale e del capitale convertibile. La mozione è accolta con il 62,44% di voti favorevoli.
Votazione sullo stanziamento degli utili non distribuiti
Il punto 3 dell'ordine del giorno è stato accettato con il 79,81% di voti favorevoli.
Lehman risponde a un azionista
«UBS e CS sono ancora due società indipendenti. Quindi, se domani vuoi partecipare all'assemblea generale di UBS, hai bisogno di un'azione UBS» dice Lehman, rispondendo a un'azionista.
Pausa di 20 minuti
L'assemblea ricomincerà alle 14:05
Si vota
Si comincia a votare sui vari punti dell'ordine del giorno.
Interventi finiti
Non ci sono più richieste d'intervento. Presto cominceranno le votazioni.
Agire per vie legali
Molti azionisti sono pronti a unirsi per avere un risarcimento, come confermato da uno di loro, Alex Christian Bauer: «Gli azionisti dovrebbero formare un'associazione e assumere un buon studio legale per recuperare i nostri soldi. Non ci sono basi legali per interferire con la proprietà privata. Siamo stati espropriati di 4,4 miliardi senza alcun risarcimento. Questo è illegale». Lehmann: «Il fallimento avrebbe comportato un'espropriazione del 100% di tutti gli azionisti. Avevamo un'influenza limitata sulla questione e abbiamo protetto gli interessi degli azionisti come meglio potevamo».
«I dirigenti dovrebbero finire in prigione»
«Credit Suisse è stata portata alla rovina dai responsabili. I dirigenti di CS hanno messo in fila scandali su scandali. Ma i politici e le autorità di controllo hanno lasciato che CS passasse indenne, e nemmeno la Finma è intervenuta» ha tuonato dal canto suo l'azionista Schneider, paragonando la situazione al caso della Costa Concordia. «Dal 2007 le azioni di CS valgono sempre meno, passando da 80 franchi a 80 centesimi. Siamo tutti delusi. Sono convinto che ci siano molti piccoli investitori che hanno investito i loro soldi in azioni CS e che ora si trovano a non avere nulla e forse hanno pensieri suicidi. I membri del consiglio di amministrazione ne sono responsabili. Queste persone dovrebbero essere bandite dalla loro professione e condannate a diversi anni di prigione».
«Una banda di gangster»
«Alcuni dirigenti di questa banca hanno ricevuto 32 miliardi di franchi di bonus dal 2013. Nonostante le perdite, loro hanno continuato a incassare. E ancora una volta sono i contribuenti a dover pagare» ha dichiarato un altro azionista, spiegando che con questa fusione «avremo una banda di gangster ancora più grande. Non abbiamo bisogno di banche come questa. I pagamenti dei bonus dovrebbero essere vietati». Axel Lehmann ha dato ragione all'azionista sulla distorsione dei bonus, aggiungendo però che «ora bisogna guardare avanti».
«Quello che è successo è illegale»
Alcuni azionisti hanno usato parole forti, come Roman Fischer. «Quello che è successo nel fine settimana è illegale. Non è il governo l'organo supremo, come in una dittatura, ma gli azionisti. L'ingerenza degli USA non è ammissibile. Ha raggiunto il suo obiettivo e ha dimezzato la piazza finanziaria svizzera» ha tuonato. «Gli azionisti sono stati derubati e i fondi pensione hanno perso molto denaro. Chi nel consiglio di amministrazione restituirà volontariamente il denaro agli azionisti?». Axel Lehmann ha risposto che il «Consiglio federale ha agito con la massima consapevolezza e coscienza». Per quanto riguarda la seconda parte, «il Consiglio di Amministrazione ha volontariamente rinunciato ai bonus, tutti i compensi sono stati sospesi».
Ethos preoccupata per rischi concentrazione
La Fondazione Ethos si dice preoccupata per il rischio di concentrazione che scaturisce dalla fusione fra UBS e Credit Suisse (CS) e si aspetta che le autorità preposte alla concorrenza mettano in discussione parte della posizione di mercato di UBS.
«Se si combinano i due istituti in termini di custodia nel mercato elvetico dei fondi pensioni si arriva a circa il 50% della quota di mercato», ha affermato ai microfoni di Bloomberg Tv Vincent Kaufmann, direttore di Ethos, fondazione che consiglia gli istituti di previdenza. «Si tratta di una quota enorme, che dà un potere di determinazione dei prezzi che non va bene per il mercato», ha aggiunto.
Intanto Credit Suisse continua a perdere pezzi. Secondo quanto riporta Bloomberg, un dirigente di primo piano - Lim Zi Khuan, a capo delle fusione e acquisizioni per il sud est asiatico - si è di recente dimesso. Si tratterebbe di una perdita importante perché il dirigente lavora da oltre 20 anni per il gruppo. (fonte ats)
Lehmann non rivela dettagli dell'acquisizione
Il presidente di Credit Suisse Axel Lehmann non è entrato nei dettagli del piano di acquisizione da parte di UBS stabilito nel fine settimana culminato nella conferenza stampa di domenica 19 marzo. Nell'assemblea generale della società in corso a Zurigo il 64enne ha detto di non voler commentare in modo approfondito le misure adottate dalle autorità e dai politici.
Un azionista aveva posto numerose domande sulle varie decisioni relative all'acquisizione. In particolare desiderava sapere chi si fosse rivolto per primo a chi e come si fosse sviluppato esattamente il deflusso dei fondi dei clienti in quei giorni.
Chiedeva pure informazioni sul prezzo di acquisto (UBS paga agli azionisti di CS 1 azione UBS per 22,48 azioni CS), pari a 3 miliardi di franchi al momento dell'annuncio. Secondo l'azionista per chiarire tali questioni serve una revisione speciale.
Lehmann non ha voluto nemmeno commentare l'andamento degli affari nel primo trimestre. I dati saranno diffusi il 27 aprile (fonte ats)
«Possiamo ancora contestare la fusione»
Almeno una 20ina di azionisti hanno intenzione di prendere parola. Tra questi c'è anche chi non ha digerito la fusione: «Con una quota che vale solo 75 centesimi, abbiamo subito un danno irreversibile. Possiamo ancora contestare la fusione con UBS».
«Non sono armato, ma chiedo 30 miliardi»
Parla l'azionista Guido Röthlisberger: «Ciao a tutti, ci rivediamo e sono venuto senza pistola. I controlli all'ingresso erano provocatori. Come azionista mi sento tradito e credo che Finma ha gestito male la comunicazione. Pretendo dagli organi di controllo 30 miliardi di compensi per gli azionisti».
CS vuole tagliare le dichiarazioni troppo lunghe
L'assistente del consiglio di amministrazione informa che le dichiarazioni degli oratori saranno eventualmente tagliate se troppo lunghe. Sono presenti in sala 1748 azionisti.
«Sta per nascere una nuova entità, ancora più forte»
Körner: «Sta per nascere qualcosa di nuovo: questa fusione riunirà due dei principali gestori patrimoniali del mondo creando una società di servizi finanziari globali ancora più forte. Lo spirito imprenditoriale dei dipendenti sopravviverà».
Non tutti i membri del consiglio si ricandidano
Lehmann: «Non tutti i membri del CdA hanno deciso di ricandidarsi. I restanti sette membri del consiglio di amministrazione si candidano per la rielezione». Cinque dei dodici membri del Consiglio di amministrazione non si sono ricandidati per la rielezione nell'organo di sorveglianza, durante l'assemblea generale. Secondo gli statuti della società il CdA deve essere composto da almeno sette membri.
Leggero applauso
Ora Lehmann introduce la parte formale dell'Assemblea Generale. Il Consiglio federale vieta la delibera sul dividendo. «Il consiglio di amministrazione ha anche revocato il discarico del consiglio di amministrazione. Inoltre, il bonus speciale non verrà erogato». Un applauso accoglie la decisione.
Quindi sulla fusione: «Era in gioco la sopravvivenza della banca. Il crollo di CS sarebbe stato una catastrofe per l'economia mondiale e per la Svizzera. Abbiamo cercato una soluzione insieme al Consiglio federale e alla Finma. Alla fine, la fusione con UBS è stata l'unica opzione praticabile».
Körner continua: «Condivido la vostra delusione. I risultati dello scorso anno sono del tutto inaccettabili. Ma avevamo un piano per creare il nuovo Credit Suisse. La radicale ristrutturazione che intendevamo mettere in atto prevedeva una gestione completamente nuova. Abbiamo fatto rapidi progressi, eravamo sulla strada giusta. Stavamo per cambiare le cose per riposizionare CS come una solida banca svizzera globale. Purtroppo non è bastato. I forti deflussi di fondi della clientela, derivanti da false speculazioni, ci hanno notevolmente indebolito. Sono rimasto estremamente colpito dal pieno impegno dei nostri dipendenti, per riportare la fiducia. L'improvviso crollo delle banche negli Stati Uniti ha portato a una massiccia perdita di fiducia nel settore finanziario. E noi siamo stati particolarmente colpiti».
Parla, tra i fischi, il ceo Ulrich Körner
Appena comincia a parlare, il ceo Ulrich Körnerviene fischiato dalla platea. «Grazie per essere venuti oggi, inutile dire quanto sia dispiaciuto per quanto successo. Purtroppo non sono riuscito a ripulire l'azienda e risolvere i problemi»
Lehmann: «Nonostante la comprensibile amarezza, la nostra responsabilità è continuare a guardare avanti. Grazie per la fiducia che avete riposto in noi in questi anni».
Parla Lehmann
Inizia l'Assemblea Generale. Il presidente del consiglio di amministrazione Axel Lehmann: «Mi scuso per avervi deluso tutti. Poco più di un anno fa, ho accettato di assumere il ruolo di questa banca. L'ho fatto conoscendo il compito. Sapevo anche che nella peggiore delle ipotesi saremmo potuto fallire. Anche gli ultimi arrivati hanno la loro responsabilità. Per noi era inequivocabilmente chiaro che avevamo bisogno di una trasformazione globale. Volevamo correggere il tiro».
Inizia l'assemblea e un azionista urla
Inizia ora la storica Assemblea Generale di Credit Suisse. Quando il presidente Lehmann entra in scena, un azionista si lascia scappare un urlo.
«Miscela tossica per il clima»
Un attivista per il clima: «La fusione di CS e UBS crea una miscela tossica per il clima. Chiediamo che la piazza finanziaria svizzera sia finalmente regolamentata meglio, che le grandi banche non siano più così dipendenti dai combustibili fossili. In modo che non si verifichi un nuovo incidente».
Ultimi preparativi in corso
Sale la tensione in vista dell'ultima assemblea generale annuale del Credit Suisse. Le prime file si stanno riempiendo. Alcuni azionisti leggono il giornale, altri discutono. I membri del consiglio stanno ultimando i preparativi, alcuni sono già sul palco.
L'invito di Lehmann un mese fa: «Grazie per il sostegno»
«Vorrei cogliere questa opportunità per esprimere la mia sincera gratitudine a voi, cari azionisti, e ai nostri clienti in tutto il mondo per la vostra continua fiducia e il vostro sostegno»: sono le parole scritte dal presidente del consiglio di amministrazione di Credit Suisse Axel Lehmann nell'invito all'odierna assemblea generale all'Hallenstadion di Zurigo.
Lo scritto è del 14 marzo. In quel momento per il grande pubblico nulla lasciava presagire la tempesta che si sarebbe abbattuta nei giorni successivi sulla banca, travolta da una crisi di fiducia che stava portando numerosissimi clienti a ritirare i loro averi. (fonte ats)
«Vestito di nero per questo funerale»
Un altro piccolo azionista: «Mi sono vestito di nero apposta per il funerale di CS. Alfred Escher si rivolterebbe nella tomba, è un disastro. Ma noi azionisti avremmo dovuto eliminare gli incompetenti. E la Finma sarebbe dovuta intervenire prima. Ho ereditato le azioni dai miei genitori. È una perdita che non mi fa certo piacere».
«Un peccato per la Svizzera»
Un ex impiegato di banca: «Sono qui perché mi interessa sapere come finisce la tragedia. L'avidità dei banchieri ha distrutto il CS. Provo amarezza. Sono stato anche impiegato di banca presso banche cantonali. Ma non mi sono mai definito un banchiere. Ora vedrò come va. Quando acquisti azioni devi correre dei rischi, lo sai. Ma è un peccato per la Svizzera, un peccato per il Paese e per i dipendenti delle banche del Credit Suisse».
20 Minuten intervista Peter V. Kunz, specialista di diritto bancario.
Si avvicina l'ultima assemblea generale annuale del Credit Suisse: un momento storico. Cosa prova?
«Se fossi un azionista, sarei emotivamente più turbato, ma quando sta accadendo mi colpisce comunque duramente. Stiamo parlando di una perla dell'economia svizzera. Non sono molte le aziende che esistono da 170 anni e che ora devono chiudere i battenti. È un avvenimento straordinario. Anche UBS ha avuto una crisi, ma è sopravvissuta. Anche da professore non sono del tutto sereno, mi commuove l'idea dei piccoli azionisti e delle ingenti perdite che hanno dovuto sopportare».
Gli azionisti affollano l'Hallenstadion
Porte aperte dalle nove. Gli azionisti irrompono nell'Hallenstadion. L'assemblea generale inizia alle 10:30.
Arrivano gli attivisti
Nel frattempo stanno arrivando gli attivisti per il clima. Sul posto sono presenti circa 20 persone, alcune portano striscioni, altre trascinano una barca (che porta il nome "Crisis Suisse" e che vuole simboleggiare il Titanic). Chiedono una regolamentazione sui combustibili fossili.
«Sono triste e arrabbiato»
Interpellato da 20 Minuten, l'azionista di CS, Lucchi Brunner (78), non nasconde la propria frustrazione: «Sono triste e arrabbiato».
Ingente dispositivo di polizia
La polizia è presente con un grosso dispiegamento e diversi furgoni all'Hallenstadion di Oerlikon. Si teme infatti vi possano essere rivolte.
Controlli severi
Solo gli azionisti possono entrare all'Hallenstadion. Ci sono severi controlli di sicurezza. Non sono consentiti zaini, borsoni e oggetti potenzialmente fonte di distrazione, disturbo o pericolo.
L'elezione del Cda
Concretamente l'atto più importante sarà l'elezione del Cda. Gli attuali membri - compreso il presidente Axel Lehmann - si ricandidano e c'è da scommettere che vi sarà dibattito. Si analizzeranno anche i conti 2022, chiusi con una maxi-perdita di 7,3 miliardi. Sarà chiamato a rispondere in particolare il Ceo Ulrich Körner.
L'interesse per l'assemblea è grande: sono attesi numerosi azionisti e anche decine di giornalisti, provenienti pure dall'estero.
L'ultima parola (simbolica) agli azionisti
Sarà l'ultima volta che gli azionisti potranno dire la loro, più in modo simbolico che concreto: non hanno infatti voce in capitolo sull'aspetto più importante di quanto sta succedendo alla loro società, l'acquisizione da parte di Ubs.
Sono stati stralciati dall'ordine del giorno anche punti quali il discarico - cioè l'atto formale che mette i vertici al riparo da azioni di responsabilità per quanto hanno fatto durante l'anno - per i membri della direzione e del consiglio di amministrazione (Cda), come pure la richiesta di un cosiddetto bonus di trasformazione per i componenti della direzione, una gratifica per complessivi 30 milioni di franchi che sarebbe stata erogata in caso di successo nella fase di ristrutturazione in cui era impegnata la grande banca, prima di essere travolta da una crisi di fiducia e di liquidità.