Lo preannuncia un'indagine della SonntagsZeitung che accende una luce di speranza per i lavoratori di Credit Suisse, soprattutto in Svizzera
ZURIGO - C'è attesa per conoscere le cifre che Credit Suisse e UBS renderanno note la prossima settimana. E certamente se non c'è grande ottimismo sui dati CS, a causa della perdita dei fondi dei clienti migrati verso altri lidi, c'è la curiosità di conoscere i dati della nuova UBS con un occhio di riguardo alla forma che andrà a prendere il nuovo titano e alla strategia occupazionale: se e quanti tagli verranno decisi.
Ebbene, secondo quanto riporta oggi la SonntagsZeitung, che fa riferimento a un proprio approfondimento in materia, al momento non solo non sarebbero previsti licenziamenti ma al contrario UBS e CS dovranno assumere personale nel breve periodo.
Dunque se la previsione iniziale dei tagli doveva interessare circa 30 mila lavoratori nel mondo e 11 mila in Svizzera, ora sembrano aprirsi prospettive differenti, riconducibili anche a un eventuale scorporo e conseguente indipendenza di CS Svizzera dal colosso UBS. Politica e regolamentazione della concorrenza potrebbero influire in questo senso. Inoltre, sempre secondo il foglio domenicale, attualmente e almeno fino al prossimo 30 giugno, data di ufficializzazione dell'acquisizione, la gestione del colosso bancario resta di fatto doppia.
In precedenza, lo scorso marzo, era stata una petizione lanciata dall'Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) a chierese il blocco dei licenziamenti fino al 31 dicembre 2023 nel tentativo poi di porre fine all'incertezza che attanaglia ormai da troppo tempo soprattutto i circa 17 mila dipendenti di CS in Svizzera.