Secondo il presidente di Bio Suisse, Urs Brändli, gli alimentari convenzionali costano troppo poco: «Ci sono troppe promozioni speciali»
AARAU - Non è il bio che è caro, sono i prezzi degli alimentari convenzionali che devono salire: ne è convinto Urs Brändli, presidente di Bio Suisse, la principale organizzazione di promozione dell'agricoltura biologica in Svizzera.
«Il problema non sono gli attuali prezzi del bio, ma quelli molto bassi degli alimenti convenzionali», sostiene il 59enne in un'intervista pubblicata oggi dall'Aargauer Zeitung e dalle testate ad essa legate. «Proliferano le promozioni speciali, ad esempio per la carne, anche se noi come società abbiamo urgentemente bisogno di rendere la nostra alimentazione più sostenibile».
«Non si tratta di non mangiare più carne», prosegue il contadino che è alla testa della sua associazione dal 2011. «L'allevamento continuerà a essere importante per l'alimentazione della popolazione anche in futuro: ma sarebbe opportuno ridurre un po' il consumo. E cosa vedo ogni giorno sui giornali? Le pubblicità dei principali distributori per le promozioni della carne. Se sullo scaffale, accanto alla carne etichettata bio, c'è un prodotto in promozione che costa tre volte meno, non posso biasimare un consumatore che si lascia tentare».
L'impatto sull'ambiente è però importante. «Di norma, più un prodotto è a buon mercato, maggiori sono i costi esterni. Come consumatori noi non li paghiamo, ma i miei tre nipoti dovranno corrispondere in seguito gli oneri che oggi consideriamo troppo elevati per noi. È quindi molto positivo che la commissione ambiente del Consiglio nazionale abbia recentemente sostenuto un'iniziativa parlamentare di Gerhard Pfister che chiede una tassa di incentivazione sulle emissioni di gas serra: chi consuma dovrebbe pagare tutti i costi. È una proposta svizzera e liberale».
Con un balzello del genere «la differenza di prezzo rispetto al biologico si ridurrebbe notevolmente», sostiene Brändli. «Stando a uno studio dell'università di Augusta se si includono nel prezzo i gas serra, l'energia e l'azoto emerge il seguente quadro: chi segue una dieta biologica e vegetale deve fare i conti con un sovrapprezzo del 6%, chi invece opta per un approccio convenzionale a base animale vedrà aumentare i costi di quasi il 200%. Ci si rende così conto del cambiamento che vi sarebbe senza imporre divieti».
Ai giornalisti che portano la discussione sulle recenti polemiche relative ai margini sui prodotti bio praticati da Migros e Coop l'intervistato risponde in modo sfumato. «È un peccato che l'attenzione si concentri così tanto sui due grandi distributori», afferma. «Certo, sono i più importanti in Svizzera. Ma ovviamente molte persone apprezzano l'ampia gamma di prodotti. Perché ci sarebbero molte alternative per l'acquisto di prodotti biologici: al mercato, nel negozio in fattoria, tramite lo shop online. E anche i discount hanno prodotti biologici. Quindi, se volete evitare Migros e Coop, potete farlo».
Un rapporto di Mister Prezzi - insistono i cronisti - mostra però che i margini variano notevolmente tra gli operatori per lo stesso prodotto. «Per noi non è chiaro se Coop e Migros stiano guadagnando più della media», risponde l'interlocutore. «Le due società sono cooperative. Hanno una gamma di prodotti molto ampia e restituiscono parte dei profitti alla popolazione, ad esempio promuovendo lo sport o la cultura. Ci si può giustamente chiedere se questo sia il compito di un rivenditore, ma è quello che accade. Non ho quindi una brutta sensazione quando faccio la spesa alla Migros o alla Coop».
Il presidente di Bio Suisse prende posizione anche riguardo alle critiche mosse alla sua stessa organizzazione. «Trovo un peccato che alcuni pionieri del biologico stiano lasciando l'associazione perché sentono di non potersi più identificare con essa. Molti di loro sono molto innovativi e potrebbero ottenere molto dall'organismo con le loro nuove idee. Se si ritirano dall'associazione, la loro voce non sarà più ascoltata», conclude.