La radioattività delle derrate interessate doveva essere analizzata prima della loro esportazione in Svizzera
BERNA / FUKUSHIMA - La Svizzera ha revocato oggi tutte le restrizioni sull'importazione di derrate alimentari dal Giappone. In seguito all'incidente nucleare di Fukushima nel 2011, la radioattività di taluni prodotti doveva essere analizzata prima di consentire il loro ingresso nella Confederazione.
Le ultime restrizioni concernevano essenzialmente funghi selvatici, alcune specie di pesci e piante selvatiche, ha indicato all'agenzia Keystone-ATS un portavoce dell'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (UFAV).
Le radiazioni misurate attualmente non giustificano più queste misure. Gli alimenti in provenienza dalla regione di Fukushima possono essere nuovamente considerate come sicure. Negli ultimi anni le autorità giapponesi hanno compiuto sforzi notevoli per ridurre il livello di contaminazione radioattiva delle derrate alimentari.
Già dal 3 agosto non sono più in vigore le misure di protezione speciali per gli alimenti di origine animale. Da oggi sono abolite anche quelle relative alle derrate di origine vegetale. L'abbandono degli ostacoli al commercio costituisce una tappa importante per il Giappone.
Zone agricole - La radioattività delle derrate interessate doveva essere analizzata prima della loro esportazione in Svizzera. Le autorità nipponiche dovevano certificare il rispetto dei valori massimi. Taluni alimenti sono stati sottoposti a controlli supplementari. Per le autorità di frontiera ciò rappresentava un sovraccarico di lavoro.
L'11 marzo 2011, un potente sisma nel nord-est del Giappone aveva provocato un gigantesco tsunami che aveva sommerso città e villaggi, uccidendo 20'000 persone. Le superfici agricole erano state inondate dalle acque e dal fango. Le onde avevano colpito la centrale atomica di Fukushima Daiichi, provocando il peggiore incidente nucleare al mondo dopo quello di Chernobyl del 1986. In seguito alla catastrofe, numerosi Paesi avevano introdotto valori massimi di esposizione alle radiazioni per gli alimenti provenienti dalle prefetture interessate.
Grazie ai lavori di decontaminazione, i livelli di radioattività della prefettura di Fukushima sono ora praticamente identici a quelli di altri Paesi. Circa 27'000 delle 165'000 persone sfollate all'epoca non hanno però ancora potuto ritornare nelle loro abitazioni.