Il 23% d'insicurezza sul posto di lavoro è decisamente più basso rispetto al 34% europeo
BERNA - È quanto risulta da un sondaggio pubblicato oggi dalla Segreteria di stato dell'economia (SECO), da cui risulta che meno di una persona su quattro nel nostro paese giudica la propria sicurezza o salute a rischio sul posto di lavoro.
Stando ai dati scaturiti dal sondaggio europeo cui la SECO ha partecipato per la terza volta interrogando 1224 persone nella Confederazione, nel 2021 il 23% dei collaboratori attivi in Svizzera si riteneva poco sicuro sul posto di lavoro, un tasso più basso del dato europeo (34%).
Sempre in Svizzera, il 27% dei dipendenti ha dichiarato che sul posto di lavoro i fattori stressanti superavano quelli distensivi, una percentuale inferiore alla media europea (31%).
Inoltre, anche la quota di dipendenti con problemi di salute quali contratture muscolari alle spalle, mal di schiena e mal di testa è risultata inferiore (37%) rispetto all'Europa, dove il 46% degli intervistati ha segnalato tre o più problemi di salute.
Svizzera: ritmi di lavoro elevati - Tuttavia, nonostante l'ottima situazione di partenza, la Svizzera deve affrontare numerose sfide per quanto riguarda la protezione della salute sul posto di lavoro, precisa una nota della SECO. Nella Confederazione i dipendenti devono sostenere un ritmo di lavoro relativamente alto (59%) rispetto ai loro colleghi europei (49%).
Il numero gli impiegati che soffrono in Svizzera di disturbi all'apparato locomotore è del 55% (66% in Europa). Inoltre, in Svizzera è più frequente lavorare nel tempo libero per far fronte alle esigenze di lavoro (36% vs. 29%).
I punti di forza - Tra i punti di forza del mercato del lavoro elvetico rispetto al resto del continente vi sono una grande libertà decisionale a livello individuale (57% vs. 48%), le buone opportunità di carriera (59% vs. 50%) nonché la partecipazione e la codecisione sul posto di lavoro (65% vs. 57%).
Sia in Svizzera che in Europa la grande maggioranza dei lavoratori ha affermato di poter contare sul sostegno dei superiori (71% vs. 69%) e in particolare dei colleghi (80% vs. 79%).
Lo studio - Lo studio EWCS (European Working Conditions Survey) ha coinvolto più di 71 mila lavoratori provenienti da 35 Paesi. Poiché a causa della pandemia di coronavirus si è passati dalle interviste in presenza a quelle telefoniche, è praticamente impossibile secondo la SECO fare confronti con le precedenti rilevazioni del 2005 e del 2015.
Il monitoraggio delle condizioni di lavoro e il confronto con i Paesi limitrofi permettono alle autorità nazionali di individuare i settori che presentano eventuali rischi per la salute e quelli in cui è necessario intervenire.