Tanti i grattacapi per la banca, tra cui anche la presunta violazione delle normative sulle sanzioni occidentali applicate alla Russia
BERNA - Credit Suisse (CS) aumenta ulteriormente gli accantonamenti per rischi legali: stando al rapporto semestrale pubblicato oggi l'istituto rilevato da UBS ha portato i relativi fondi a 1,480 miliardi, vale a dire altri 135 milioni in più di quanto comunicato a fine agosto, al momento della presentazione dei risultati del secondo trimestre.
Come noto la banca deve ancora far fronte a diversi dossier aperti. In primo piano vi sono per esempio le richieste di risarcimento miliardarie avanzate dalla repubblica del Mozambico per il caso dell'emissione di prestiti obbligazionari volti a finanziare guardia costiera e flotta di pesca del tonno, con centinaia di milioni di dollari finiti però nelle tasche di funzionari corrotti: un processo in sede civile prenderà avvio lunedì a Londra.
Altro possibile importante grattacapo è la presunta violazione delle normative sulle sanzioni occidentali applicate alla Russia, con relativa inchiesta negli Stati Uniti. Questa settimana è bastata una notizia dell'agenzia Bloomberg sul tema per far perdere il 3% al titolo UBS in borsa.
Allo stesso tempo UBS sta portando avanti la liquidazione delle attività di CS che non vuole mantenere. I relativi portafogli di prestiti vengono trasferiti a una cosiddetta "bad bank" (cioè un'entità dove vengono fatti confluire beni svantaggiosi) di nuova creazione denominata "Non-Core and Legacy". Stando al rapporto semestrale questa riclassificazione comporterà perdite per circa 1,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre. Vengono anche rescissi alcuni accordi di gestione, il che potrebbe costare ulteriori 600 milioni.
Credit Suisse aveva già ripulito i suoi libri contabili in modo considerevole nel corso del processo dell'acquisizione da parte di UBS, durante il secondo trimestre. Non sorprende quindi che l'istituto abbia messo a bilancio una perdita ante imposte rettificata di 3,5 miliardi di franchi nel primo semestre, sulla scia appunto di svalutazioni, come già spiegato in agosto in concomitanza con la pubblicazione dei conti UBS. Prima di queste rettifiche CS ha registrato un utile di 2,9 miliardi di franchi: ma ciò è dovuto principalmente all'azzeramento delle ormai famose obbligazioni convertibili AT1 (Additional Tier 1), ordinato dalla Finma, per un valore totale di circa 16 miliardi di franchi.
Sempre nel primo semestre, i deflussi netti hanno raggiunto una cifra da capogiro, 100 miliardi, mentre i ricavi sono crollati a 4,5 miliardi (erano ancora 8,1 miliardi nello stesso periodo del 2022). Nel frattempo è proseguita la contrazione dell'organico: a fine giugno il gruppo contava 45'129 impieghi a tempo pieno, il 6% in meno di fine marzo e l'11% in meno di fine dicembre 2022.