Per il Financial Times nel 2023 la nuova mega banca ha tagliato 13 mila posti di lavoro ma non è finita: il 2024 sarà l'«anno cruciale».
LONDRA - Le banche mondiali hanno tagliato più di 60mila posti di lavoro nel 2023.
Nello specifico si tratta di venti delle maggiori banche mondiali che licenzieranno almeno 61.905 impiegati entro la fine del 2023, anno definito come «uno dei peggiori dalla crisi del 2008 in termini di riduzioni dell'occupazione».
A riportarlo è il Financial Times, che sottolinea come la metà dei tagli sono stati effettuati a Wall Street, dove le banche di investimento continuano a incontrare difficoltà.
E per le banche di investimento si tratta del secondo annus horribilis consecutivo, con tanto di crollo delle commissioni e conseguenti necessario taglio del personale.
«13 mila posti di lavoro in meno»
Non poteva mancare il riferimento all'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS che complessivamente «ha già comportato almeno 13 mila posti di lavoro in meno» presso la mega banca combinata.
Ma non è finita, visto che - a detta del quotidiano finanziario - sul tavolo del management ci sarebbero già in vista nuove «grandi ondate di licenziamenti per l'anno prossimo».
Dunque, in una prospettiva globale, spetta a UBS lo spiacevole "scettro" per aver tagliato più personale come singolo istituto nel 2023.
2024 sarà «anno cruciale»
Con il gigante finanziario UBS che ora ha un organico complessivo pari a circa «116 mila dipendenti». Ma, appunto, le brutte notizie non sembrano terminare con il prossimo fine anno, dato che l'AD Sergio Ermotti avrebbe definito il prossimo 2024 come «anno cruciale», con quanto ne consegue, secondo gli analisti, in termini di migliaia di nuovi licenziamenti nei prossimi mesi.
Tra classifica e pessime prospettive
E nella speciale e poco piacevole classifica - di chi ha fatto peggio in termini di occupazione - è Wells Fargo che ha già accantonato circa 1 miliardo di dollari per i prossimi costi per "paracadutare" i dipendenti.
Sul terzo gradino del podio Citigroup con 5 mila licenziamenti, seguono Morgan Stanley (4.800), Bank of America (4 mila), Goldman Sachs (3.200) e JPMorgan Chase con mille tagli.
Un conteggio complessivo, quello dei tagli delle banche, da ritenersi in difetto, dato che sono state escluse le piccole banche e i tagli al personale meno "importanti". Del resto, come dice l'esperto di servizi finanziari Lee Thacker: «Non c’è stabilità, né investimenti, né crescita nella maggior parte delle banche».