L'operatore telefonico aveva ricevuto nel 2015 una multa di oltre 7 milioni di franchi per violazione della Legge sui cartelli.
LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) ha accolto un ricorso di Swisscom contro una decisione della Commissione della concorrenza (COMCO). Quest'ultima nel 2015 aveva inflitto all'operatore telefonico una multa di oltre 7 milioni di franchi per violazione della Legge sui cartelli in una gara d'appalto per la Posta.
I supremi giudici di Losanna hanno annullato una sentenza del Tribunale amministrativo federale, che aveva ampiamente confermato la decisione della COMCO. In base alla sentenza del TF pubblicata questa sera, Swisscom quando si è aggiudicata il contratto per una rete della Posta aveva una posizione di mercato dominante.
Tuttavia, non ha imposto prezzi sproporzionati né al suo concorrente Sunrise né alla Posta. In entrambi i casi, non vi è stata forzatura. Secondo il TF, l'impresa controllata al 51% dalla Confederazione si è comportata correttamente quando ha fissato i prezzi per i prodotti per la banda larga, da cui Sunrise dipendeva.
Per quanto concerne la Posta, il prezzo di aggiudicazione è risultato da trattative e non è stato quindi determinato unilateralmente da Swisscom. Oltre a ciò, i giudici di Losanna hanno ritenuto che non vi fosse alcun elemento di inadeguatezza in quanto il prezzo e il margine di profitto di Swisscom non sono da considerarsi eccessivi. Infine, non vi è stato nemmeno un comportamento abusivo in termini di una cosiddetta "Price- o Margin Squeeze (che consiste nel contrarre i margini di prezzo) nei confronti di Sunrise.
Il caso risale al 2008. All'epoca, la Posta aveva indetto una gara d'appalto per la realizzazione di una rete a banda larga per le sue sedi postali. Swisscom aveva vinto il contratto offrendo un prezzo inferiore del 30% a quello dei suoi concorrenti, che a loro volta dipendevano dai servizi di Swisscom.
La COMCO aveva avviato un'indagine nel 2013 dopo una denuncia di Sunrise. Secondo la Commissione, il comportamento di Swisscom costituiva un abuso di posizione dominante nel settore dei collegamenti a banda larga. A suo avviso, il gigante blu aveva imposto prezzi eccessivi ai suoi concorrenti e alla Posta. Il TAF nel 2021 aveva sostanzialmente confermato la decisione della COMCO.