Ma stando ad alcuni indicatori la flessione dovrebbe esaurirsi quest'anno
BERNA - La situazione economica dell'industria tecnologica svizzera (industria metalmeccanica ed elettrica e settori tecnologici correlati) rimane difficile. Nel primo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, le esportazioni di beni sono diminuite del -8,5%, il fatturato del -5,4% e le commesse del -2,3%. Tuttavia, ci sono sempre più segnali che indicano che la flessione si esaurirà quest'anno. I rischi risiedono nelle incertezze geopolitiche e nel crescente protezionismo, che ostacolano la ripresa dell'economia globale. Questo avrà un impatto negativo sull'industria tecnologica svizzera, le cui esportazioni rappresentano l'80%. È quindi fondamentale che vi sia il miglioramento delle condizioni quadro. Ciò include un approvvigionamento elettrico sicuro e competitivo: Swissmem è impegnata a favore della Legge per l'elettricità, che sarà sottoposta in votazione il 9 giugno.
Nel primo trimestre del 2024 il fatturato dell'industria tecnologica svizzera è diminuito del -5,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il calo è stato meno pronunciato per le PMI rispetto a quello delle grandi aziende. Nel periodo in esame, per la prima volta dal terzo trimestre del 2021, l'utilizzo della capacità produttiva delle aziende è sceso al di sotto della media sul lungo periodo dell'86,2%, raggiungendo l'85,5%. Nel primo trimestre del 2024 sono diminuite anche le commesse. Sono diminuite del -2,3% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Poiché nello stesso periodo dello scorso anno la situazione delle commesse era molto buona, questo nuovo calo nasconde il fatto che le commesse dall'estero si sono ora stabilizzate e in Germania si sono addirittura riprese. Questi sono segnali positivi.
Calo delle esportazioni in quasi tutti i mercati - La situazione attuale rimane però difficile: nel primo trimestre del 2024, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, le esportazioni di beni dell'industria tecnologica svizzera sono diminuite del -8,5%, raggiungendo un valore di 16,9 miliardi di franchi svizzeri. Le esportazioni sono diminuite verso tutti i principali mercati. In particolare, sono diminuite del -11,6% verso l'UE, del -2,6% verso gli USA e del -0,9% verso l'Asia. Particolarmente preoccupante è il forte calo delle esportazioni verso la Germania (-12%), il principale mercato singolo dell'industria tecnologica. La Cina e l'India sono gli unici punti di forza, con una crescita delle esportazioni rispettivamente del +7,1% e del +8,1%. Tutti i principali gruppi di prodotti hanno registrato un calo delle esportazioni. Quelle dei metalli sono diminuite del -9,3%, quelle della costruzione di macchine del -8,4%, quelle degli strumenti di precisione del -7,6% e quelle dell'elettrotecnica/elettronica del -2,2%.
Continua il periodo di magra - Il calo del fatturato e delle esportazioni non sorprende. Sono il risultato del massiccio calo delle commesse nel secondo e terzo trimestre dello scorso anno. L'indice dei responsabili degli acquisti (PMI) mostra che la situazione economica rimarrà difficile. Nei principali mercati statunitensi ed europei i suoi valori rimangono al di sotto della soglia di crescita. Le aspettative delle aziende affiliate a Swissmem sono di conseguenza contenute: per i prossimi dodici mesi solo il 28% delle aziende prevede un aumento delle commesse dall'estero. Al contrario, la percentuale di coloro che ne prevedono un calo è scesa dal 37 al 28%. Il restante 46% delle aziende prevede che il livello delle commesse rimarrà invariato. Il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher riassume: «Il periodo di magra in termini di fatturato e di esportazioni continua. Tuttavia, l'andamento positivo delle commesse conferma la nostra speranza che la flessione si esaurisca presto. Il taglio dei tassi d'interesse della Banca Nazionale Svizzera, che ha indebolito almeno temporaneamente il franco svizzero rispetto all'euro e al dollaro, ha sostenuto questo sviluppo».
Guerra commerciale dannosa - Sussistono comunque numerosi rischi. In generale, le incertezze geopolitiche continuano a frenare la domanda di investimenti. In particolare, la recente escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha un notevole potenziale di danno. Il massiccio aumento delle barriere sui dazi doganali da parte degli Stati Uniti sta avendo un impatto diretto sulle esportazioni svizzere di acciaio. Questo significa anche che l'abolizione delle misure di protezione dell'acciaio applicate dall'UE sarà ritardata a tempo indeterminato. Martin Hirzel, Presidente di Swissmem, esprime la sua preoccupazione: «Le conseguenze indirette sono di vasta portata, poiché queste barriere commerciali rallentano la dinamica dell'economia globale a livello mondiale. L'industria tecnologica svizzera, con una quota di esportazioni pari a quasi l'80%, ne risentirà dolorosamente. La Svizzera non può fermare le guerre commerciali internazionali, ma può migliorare le condizioni quadro a livello nazionale. Ne fanno parte ulteriori accordi di libero scambio e la rinuncia a non avere un inutile apparato normativo, come ad esempio un'autorità per la protezione degli investimenti».
Swissmem sostiene la Legge per l'elettricità - Per le aziende del settore tecnologico è fondamentale garantire la sicurezza della fornitura di energia elettrica sul breve, medio e lungo termine e che l'elettricità rimanga disponibile a prezzi economicamente accessibili. In futuro, a causa della crescente elettrificazione, la domanda di elettricità aumenterà in modo sensibile. Questo richiederà un massiccio aumento della produzione di energia elettrica nazionale nei prossimi decenni. Martin Hirzel è convinto: «La Legge per l'elettricità è un primo, necessario passo verso l'aumento della produzione nazionale di elettricità da energia idroelettrica, fotovoltaica ed eolica. Tuttavia, saranno necessari ulteriori passi. Tra questi, l'abolizione del divieto di costruire nuove centrali nucleari». Il 9 giugno 2024, Swissmem si impegna a votare SÌ alla Legge per l'elettricità.