Nel mese di maggio c'è stata una corsa ai titoli tecnologici, in particolare di realtà associabili all'intelligenza artificiale
ZURIGO - Se l'anno borsistico dovesse terminare ora, la maggioranza degli investitori potrebbe ritenersi soddisfatto dell'andamento. Il guadagno di circa il 10% è in effetti sopra la media pluriennale. Nonostante questo, la situazione non è tutta rose e fiori.
Concretamente, l'indice dei titoli guida elvetici SMI fino alla fine della scorsa settimana aveva guadagnato quasi l'8% a 12'000 punti. Se si calcolano anche i dividendi, l'incremento arriva all'11%. Lo SMI tiene insomma il passo del cugino tedesco DAX (+8,4%).
Meglio ancora fanno però gli indici statunitensi Nasdaq ed S&P 500, che salgono rispettivamente del 18 e del 15%.
I motivi per le buone prestazioni sono diversi. Da un lato è passato lo spavento legato all'inflazione, con un conseguente movimento nei tassi, che hanno fatto da carburante per i corsi borsistici. Inoltre è cresciuta la speranza di un miglioramento della congiuntura in Europa.
Intelligenza artificiale - Nel mese di maggio c'è stata una corsa ai titoli tecnologici, in particolare di realtà associabili all'intelligenza artificiale (IA). Il settore ha portato a veri e propri record, in particolare negli Stati Uniti.
I movimenti borsistici di società come Nvidia, Apple e Microsoft hanno raggiunto livelli ancora più alti. Proprio il produttore di chip IA Nvidia vale da solo più di tremila miliardi di dollari, pari a circa 3,5 volte il PIL della Svizzera.
A livello di SMI non si può competere con tali cifre, anche perché il mercato è dominato dai cosiddetti titoli difensivi di peso, quali i farmaceutici Novartis e Roche e il gigante del settore alimentare Nestlé.
Incertezze politiche - In fin dei conti è però impossibile dire già ora se a fine anno si avranno effettivamente dei guadagni. All'orizzonte ci sono in effetti diverse incertezze politiche. In Francia ad esempio si voterà per un nuovo parlamento il 30 giugno e il 7 luglio, dopo lo schiaffo ricevuto dal presidente Emmanuel Macron alle recenti europee.
Il timore degli investitori è una sconfitta dei Macron e un futuro comportamento più incosciente da parte della Francia per quel che riguarda i debiti. Un segnale in questo senso è l'aumento di valore del franco rispetto all'euro.
Lentamente ci avviciniamo anche all'importante elezione presidenziale americana, prevista in novembre. A dipendenza del risultato, si potrebbero profilare nuovi problemi geopolitici ed economici.