L'incredulità dei dipendenti e dei clienti di Hair and Skin: «Ho firmato un contratto martedì mattina. Non riavrò mai i miei soldi».
LUGANO - Un fulmine a ciel sereno. La società di bellezza e di trapianti di capelli Hair and Skin ha chiuso i battenti. La notizia, anticipata questa mattina da 20Minuten, è stata comunicata ai dipendenti ieri, mercoledì 28 agosto.
«Qualcuno sta diffondendo la voce che Hair and Skin sia in bancarotta. Ma non è vero», aveva spiegato ai dipendenti attraverso una lettera solo qualche giorno fa, il 22 di agosto per la precisione, il Ceo Philip Lehmann. Un'iniezione di fiducia prima del tracollo.
L'azienda di Winterthur contava 21 filiali a livello nazionale. Le attività principali spaziavano dai trapianti di capelli, alle terapie con sangue autologo (PRP), medical needling e trattamenti con tossina botulinica. A Lugano era stata aperta una clinica nel 2023. Non si conosce ancora la sorte dei dipendenti in Ticino. Il numero di telefono della sede risulta già disconnesso e secondo nostre informazione, le attività si sarebbero già fermate lo scorso marzo.
Ma passiamo ai dettagli del fallimento. Il motivo della chiusura? Un buco di 13 milioni di franchi. «Avevamo notato che qualcosa non stesse andando per il verso giusto. Ma non ci aspettavamo una chiusura così improvvisa», ha raccontato un dipendente a 20Minuten. Secondo quanto appreso dai colleghi d’oltralpe, ancora martedì mattina sono stati firmati nuovi contratti con nuovi clienti. «La comunicazione è stata molto carente».
Accuse che il Ceo Lehmann ha rispedito al mittente. «Noi, assieme ai nostri avvocati, eravamo sicuri di poter evitare il fallimento», ha spiegato a 20Minuten. Una sensazione confermata anche dall’Alta corte di Zurigo il 17 luglio scorso che aveva dichiarato possibile evitare la chiusura.
Ma allora cosa è successo? A fine maggio la società BDO Svizzera, che fornisce servizi di revisione contabile e consulenza, aveva rivelato il buco milionario. «Nonostante il fatto che, secondo il consiglio d’amministrazione, l’eccesso di indebitamento ammontasse al massimo a 7 milioni di franchi, abbiamo deciso un aumento di capitale di 13 milioni di franchi».
Un’operazione che, almeno inizialmente, sembrava potesse evitare il baratro. A fine luglio 13 milioni erano disponibili su un conto vincolato. «Ma la corte non ne ha tenuto conto», ha detto Lehmann.
«Eravamo assolutamente convinti di poter evitare il fallimento. A causa della decisione dell'Alta Corte, ora in Svizzera ci sono 150 disoccupati in più. È un peccato», ha continuato il Ceo.
Oltre alla rabbia dei dipendenti, è scoppiato un polverone con i clienti. «Non credo che riavrò mai i miei soldi», ha spiegato a 20Minuten un 25enne che ha prenotato pochi giorni fa un trattamento del sangue autologo. «Non so cosa fare».