«In un mondo così volatile, l'oro rimane un'assicurazione affidabile», spiegano gli esperti.
ZURIGO - Il prezzo dell'oro continua a salire e, secondo gli esperti, ci sono tutte le ragioni per credere che il metallo prezioso possa diventare ancora più caro nel medio termine. In tutti i casi rimane un bene rifugio in tempi di incertezza.
Nella giornata odierna gli investitori hanno dovuto pagare circa 2518 dollari per un'oncia di oro fino (circa 31,1 grammi), in leggero calo rispetto al prezzo record di 2531 dollari raggiunto il 20 agosto. Dal momento in cui, a inizio mese, sono intervenute turbolenze sui mercati finanziari, il metallo prezioso si è comunque valorizzato di circa il 5%. E dall'inizio dell'anno l'aumento è stato di quasi il 30%. L'oro è ora due volte più caro rispetto all'inizio del 2018 e quasi dieci volte più costoso in confronto all'inizio del millennio.
Le ragioni di questa impennata sono molteplici. Gli specialisti citano l'incertezza politica associata ai timori di conflitti, le speranze di un taglio dei tassi di interesse di riferimento da parte della Federal Reserve statunitense e gli acquisti di oro da parte delle banche centrali di tutto il mondo, prima fra tutte quella cinese.
Dopo le recenti dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Jerome Powell a Jackson Hole (Wyoming), secondo cui la «direzione di marcia» è chiara - cioè si va verso un imminente taglio dei tassi - il prezzo dell'oro ha continuato a salire. «I tassi di interesse più bassi dovrebbero stimolare la domanda», spiega all'agenzia Awp Giovanni Staunovo, esperto di materie prime presso UBS.
Arthur Jurus di Oddo BHF ritiene che il rialzo sarà duraturo nel medio termine. Il professionista fa inoltre riferimento alla politica monetaria e all'inflazione negli Stati Uniti. «In questo contesto, stiamo assistendo a fasi di svalutazione del dollaro che forniscono un ulteriore sostegno al prezzo dell'oro», osserva. L'indebolimento del biglietto verde rende l'oro, che è denominato in quella valuta, più conveniente e più attraente per gli investitori di altre zone valutarie.
Da parte loro gli analisti di Raiffeisen puntano i riflettori sull'esplosione del debito pubblico americano, che potrebbe indebolire il dollaro nel lungo periodo e quindi indirettamente favorire il prezzo dell'oro. Per altri esperti, l'impennata è dovuta a un sentimento di incertezza che spinge gli investitori a cercare un bene rifugio: storicamente il prezzo dell'oro ha raggiunto un picco quando grandi crisi hanno scosso la fiducia nei sistemi finanziari.
Attualmente, i timori di guerre, soprattutto in Medio Oriente, e i rischi politici - in particolare quelli relativi alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti - contribuiscono ad alimentare il senso di insicurezza. Se, contrariamente alle aspettative, la situazione geopolitica dovesse stabilizzarsi, l'oro potrebbe però perdere importanza e il suo prezzo potrebbe scendere. Ma gli osservatori sono scettici riguardo a uno scenario così ottimistico. «In un mondo così volatile, l'oro rimane un'assicurazione affidabile contro i crolli totali», afferma uno specialista del mercato.
Staunovo, dal canto suo, rimane ottimista e prevede un ulteriore aumento del prezzo dell'oro fino a 2600 dollari entro la fine dell'anno. Secondo l'esperto di UBS per la metà del 2025 il metallo giallo potrebbe addirittura raggiungere i 2700 dollari.