Mentono, manipolano e non ragionano come noi. E capita anche che finiscano ai vertici. Come capirlo (e come comportarsi) secondo l'esperto.
ZURIGO - Bastano poche righe di una lettera di presentazione per permettere a Stephan Sigfried di capire se il candidato che ha mandato la sua documentazione per una posizione in azienda potrà rivelarsi un problema dal punto di vista caratteriale.
Già perché la sua 1-prozent GmH si occupa di evidenziare potenziali comportamenti antisociali, tossici (e pure criminali) anche attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale.
L'obiettivo dichiarato è quello di evitare che una persona problematica finisca poi per occupare delle posizioni di responsabilità, finendo per "inquinare" il clima lavorativo. E, stando a lui, capita più spesso di quanto si pensi.
Come mai ha deciso di specializzarsi in questo ambito?
«È una delle mie massime: il linguaggio è davvero lo specchio dell'anima. Già nelle lettere motivazionali, nel curriculum vitae e da come viene gestita la corrispondenza con il possibile datore è possibile intuire - e anche abbastanza rapidamente - se si tratti di una persona con determinate caratteristiche. Se è collaborativo, chiaro, aperto e ordinato oppure tutto il contrario: conflittuale, chiuso e caotico. Questo può darci indizi se potrà, o meno, essere un buon leader in azienda».
Un lavoro, il suo, reso più complicato dal fatto che - ormai - quasi tutti fanno scrivere lettere di candidatura da ChatGPT...
«Diciamo che complica le cose ma se uno decide di affidarsi a una IA un indizio... già ce lo dà! Poi una volta faccia a faccia bastano poche domande per farsi una buona idea della persona che abbiamo davanti. Quali? Dipende dal candidato ma solitamente qualcosa del genere funziona praticamente sempre: “Chi è stato il tuo mentore? Quali sono le tue migliori esperienze professionali? Quali sono state le sfide più grandi nella tua carriera e quale approccio hai usato per risolverle?».
Secondo le statistiche, circa l'1% delle persone è caratterizzato da una personalità tossica. Davvero questa problematica può essere identificata a partire da una email?
Non direttamente, ma ci sono alcuni indici che nella maggioranza dei casi vengono poi confermati dai fatti. Di solito le persone con una personalità tossica utilizzano determinati modelli linguistici, frasi ed elocuzioni che li differenziano dal restante 99%.
In genere gli psicopatici hanno uno stile di scrittura piuttosto sciattato, usano frasi eccezionalmente lunghe oppure creano neologismi per provare a fare bella figura. Usano termini emotivi per descrivere gli oggetti e termini di tipo cognitivo per le emozioni. Anche la retorica combattiva e un tono aggressivo non sono rari. Ad esempio, parlano di «seguaci» invece che di dipendenti.
Quali altri comportamenti possono accendere un campanello d'allarme?
Le personalità tossiche spesso manipolano le persone in maniera deliberata, ad esempio accoppiando affermazioni false con affermazioni vere in modo da confonderle. Parlano praticamente solo della loro prospettiva, a volte anche contraddicendosi da soli. Capita pure che copino il modo di parlare dell'interlocutore. In generale sono abilissimi bugiardi e campioni del mondo nell'ordire intrighi.
Psicopatico e al vertice dell'azienda, può capitare davvero?
Eccome. Direi che, con una buona stima, almeno il 4% di tutti gli amministratori delegati sulla piazza potrebbero soffrire di una qualche psicopatia. Non è una cosa sorprendente perché questi individui cercano in maniera specifica potere e denaro, e questi si trovano soprattutto nelle grandi aziende.
Volete un esempio? L'ex France Télécom, dove si sono verificati oltre 35 suicidi tra il 2008 e il 2009. La ragione principale era legata alla leadership tossica del top management.
Succede anche in Svizzera?
Sì, certamente. Per capire dove basta guardare le aziende in cui si verifica un numero di assenze per malattia superiore alla media. In genere questo non capita per il carico di lavoro troppo elevato - sono cose che si possono gestire e aggiustare - ma piuttosto per i comportamenti tossici, soprattutto nella leadership.
Questi fanno letteralmente marcire l'ambiente di lavoro, per così dire. Durante il mio lavoro di consulenza ho visto diversi casi in cui il comportamento dei capi ha causato danni enormi.
Quali caratteristiche ha uno “psico-boss”?
Queste persone hanno una deficienza neurobiologica che rende loro impossibile avere una coscienza. Non sono in grado di sviluppare empatia né di elaborare i propri sentimenti, così come le paure. Possiedono invece naturalmente quello che viene chiamato l'occhio del predatore: sanno esattamente come manipolare, mentire e ingannare le altre persone.
Perché è così difficile riconoscerli e rimuoverli dalle loro posizioni di potere?
Perché di solito si tratta di individui estremamente carismatici e che con le loro azioni, o con le loro parole, possono facilmente impressionare gli altri. La nostra società è per certi versi ingenua: per noi è normale pensare che gli altri ragionino e provino sentimenti come facciamo noi. Gli psicopatici lo sanno e lo sfruttano deliberatamente.
Quale consiglio può dare alle aziende?
Investire in maniera tempestiva nella formazione e nella prevenzione può evitare i costi elevati - umani ed economici - che possono derivare da una leadership tossica. Di recente mi è capitato di fornire una consulenza a un dirigente di una grande azienda svizzera del settore edile. Ricordo quello che mi ha detto: «Se lo avessi saputo prima avrei potuto evitare danni per centinaia di migliaia di franchi».