Il direttore dell'organizzazione di categoria si oppone al sostegno della Confederazione: «Le sovvenzioni non funzionano»
BERNA - Il direttore dell'organizzazione di categoria dell'industria metalmeccanica ed elettrica Swissmem, Stefan Brupbacher, si oppone a un sostegno della Confederazione a determinate aziende siderurgiche. Questa industria non ha rilevanza sistemica, ha dichiarato in un'intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick.
Le sovvenzioni sono costose e a lungo termine non funzionano. La sovrapproduzione globale è un problema strutturale. Non si possono fermare i cambiamenti strutturali, sostiene.
Sebbene l'industria siderurgica fornisca un lavoro molto importante, non ha un'importanza sistemica. "Ci sono abbastanza opportunità per ottenere l'acciaio all'estero", afferma.
Swissmem è fondamentalmente contraria al sostegno pubblico a singoli settori e aziende. Bisogna puntare su misure come indennità per lavoro ridotto. Inoltre, i grandi consumatori di elettricità, come le aziende siderurgiche, dovrebbero essere autorizzati a rinunciare al sovrapprezzo per la riserva invernale di corrente, come proposto dalla Commissioni dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia del Consiglio nazionale (CAPTE-N). In cambio, dovrebbero impegnarsi a ridurre o interrompere la produzione in caso di carenza di elettricità, ha dichiarato il direttore dell'associazione.
Brupbacher è in sintonia col Consiglio federale, che ha bocciato il sovvenzionamento statale e si è espresso a favore di migliori condizioni quadro. Anche il "ministro" dell'economia Guy Parmelin non ritiene che l'industria siderurgica sia rilevante dal punto di vista sistemico, come aveva già dichiarato alla radio pubblica svizzero tedesca SRF a marzo.
Stahl Gerlafingen è attualmente in attesa di decisioni politiche a livello federale. L'acciaieria di Soletta, che appartiene al gruppo italiano Beltrame, non ha mai chiesto sovvenzioni, secondo il suo direttore Alain Creteur. A suo avviso, l'obiettivo è di ristabilire condizioni di concorrenza eque.
Dal canto suo il gruppo Swiss Steel a metà novembre ha annunciato la soppressione di 800 posti in Svizzera e all'estero. Nella Confederazione, 130 dei 750 impieghi attualmente esistenti verranno tagliati alla fabbrica di Emmenbrücke (LU).