Lo scenario internazionale instabile si inserisce in un contesto, quello dell’Eurozona, già di bassa crescita.
LUGANO - La caduta del regime di Assad, sotto la pressione dei ribelli, apre prospettive di grande incertezza circa il futuro prossimo dell'area medio-orientale. In questo quadro si inserisce il rialzo di questa mattina (lunedì) del prezzo spot dell'oro. Quotazioni in crescita per il metallo prezioso dello 0,47%, oggi a 2.645,66 dollari l'oncia. E il trend rialzista, che durante il 2024 ha fatto registrare un record dopo l'altro, si è tradotto nel nostro Paese in una vera e propria corsa all'oro, con un boom di clienti nei "compro oro".
Non sorprende poi anche l'odierno consolidarsi del franco sull'euro (+0.21%) Oggi il rapporto eur/chf è infatti a 0.93 (1 euro = 0.93 franchi), mentre quello usd/chf resta sotto lo 0.88. In quadro più ampio, a novembre l'inflazione è tornata, seppur lievemente, a salire: a novembre, su base annua, si è attestata allo 0,7%, a fronte dello 0,6% registrato in ottobre. Sempre nell'undicesimo mese dell'anno a livello mensile i prezzi si sono però contratti dello 0,1%. Il taglio dei tassi a opera della Banca centrale non riesce fin qui a indebolire la nostra valuta, con i prezzi che faticano a lievitare.
Se i prezzi non salgono - In questo scenario, con le previsioni di un’inflazione moderata nella Confederazione e per evitare tendenze deflattive, all'inizio del mese gli esperti concordavano nel prevedere un ulteriore taglio dei tassi da parte della BNS. Per gli analisti è verosimile uno scenario espansionistico con un taglio di 25 punti base e tasso guida che scenderebbe quindi dall'1,00% allo 0,75%.
Dunque, a fronte di un quadro internazionale incerto, di una crescita debole nell'Eurozona e del rischio di una deflazione interna, l'attuazione di una politica monetaria espansiva - anche a supporto dell'export made in - è a questo punto più che prevedibile.