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SVIZZERA

Nuovo taglio al tasso guida, giù di un quarto di punto a 0,25%

Allentamento alla politica monetaria da parte della BNS, tra i target quello di sostenere la competitività. Cosa dice l'esperta.
20min/Matthias Spicher
Fonte ats 20min
Nuovo taglio al tasso guida, giù di un quarto di punto a 0,25%
Allentamento alla politica monetaria da parte della BNS, tra i target quello di sostenere la competitività. Cosa dice l'esperta.

BERNA/ZURIGO - La Banca nazionale svizzera (BNS) allenta ulteriormente la sua politica monetaria: l'istituto d'emissione ha deciso di abbassare di 0,25 punti il suo tasso guida, portandolo allo 0,25%. Si tratta del quinto taglio consecutivo nel ciclo di ribassi iniziato l'anno scorso.

La mossa comunicata alle 09.30 nell'ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in linea con quanto atteso dagli analisti, che a larga maggioranza (13 su 15 esperti considerati dall'agenzia Awp, 28 su 32 specialisti interpellati dalla Reuters), si aspettavano una riduzione di 25 punti base. Va però anche detto che negli ultimi tempi stava trovando sempre più credito lo scenario di uno status quo, con il tasso guida fermo allo 0,50%.

Evitare spinte deflazionistiche, ma non solo
Per la BNS si tratta soprattutto di evitare spinte deflazionistiche, con un occhio di riguardo alla congiuntura elvetica: la crescita del prodotto interno lordo è prevista in rallentamento, considerata fra l'altro anche l'incertezza globale sulla scia delle politiche della nuova amministrazione americana. Come sempre l'istituto deve inoltre guardare anche ad altre realtà: ieri la Federal Reserve ha lasciato invariato il costo del denaro, ma ha avanzato previsioni di due ritocchi al ribasso nel 2025, e anche la Banca centrale europea dovrebbe operare dei tagli.

Affitto e mutui
«Il tasso di riferimento dei mutui, importante per gli affitti, è sceso solo a marzo. Pertanto, non mi aspetto alcuna modifica negli affitti», spiega a 20minuti Martina Honegger-Romahn, Lead Portfolio Manager Fixed Income in Svizzera presso Allianz Global Investors. Quanto invece ai mutui, continua l'esperta «i proprietari e gli acquirenti di case possono ora aspettarsi un calo dei tassi di interesse SARON nel breve termine. Tuttavia, il tasso di interesse chiave non può essere trasferito uno a uno al tasso di interesse Saron. Le banche stanno accumulando un premio di rischio». E ancora, «la decisione della BNS non ha alcun impatto sui mutui a lungo termine. Attualmente in queste aree si registra una tendenza verso tassi di interesse più elevati».

Il franco «stabile»
Apparentemente in secondo piano è passata per contro l'esigenza di contrastare le pressioni al rialzo sulla moneta elvetica: l'euro è attualmente scambiato a circa 0,96 franchi, cioè sostanzialmente ai massimi dalla scorsa estate. Resta da vedere comunque se le cose rimarranno così, vista la tendenza a un aumento del debito nell'Ue e in particolare in Germania. A questo proposito, Martina Honegger-Romahn spiega che «il mercato si aspettava il taglio dei tassi di interesse. Pertanto il tasso di cambio franco svizzero/euro rimane stabile».

Le azioni
Cosa accadrà con le azioni a portafoglio? «I mercati azionari in Europa stanno andando bene - spiega Martina Honegger-Romahn - indipendentemente dalla decisione sui tassi di interesse. Beneficiano degli investimenti in Europa in armamenti e infrastrutture. Anche una pace o un cessate il fuoco in Ucraina promettono una ripresa, perché lì si potrebbe riprendere la costruzione».

Perchè il taglio guarda anche alle imprese
«Quando i tassi di interesse scendono diventa più interessante per le aziende indebitarsi e investire. Questo è positivo per l'economia. Ma i tassi di interesse più bassi sono di scarsa utilità per i fornitori svizzeri dell'industria automobilistica tedesca quando gli affari lì vanno male. Anche in questo caso, il pacchetto debitorio della Germania e dell’UE è più importante».

Cosa accade ai conti risparmio
«Quando la BNS ha aumentato i tassi di interesse, le banche sono state titubanti e alcune di loro ancora non pagano interessi - conclude la Lead Portfolio Manager -, ma quando si tratta di tagli ai tassi di interesse, probabilmente gli istituti saranno meno esitanti nel tagliare gli interessi sui conti di risparmio».

Inflazione
Va poi sottolineato come la Banca nazionale si muova in un contesto che vede i prezzi ancora salire, ma in modo assai meno marcato che nel recente passato. L'inflazione in febbraio si è attestata allo 0,3%, a fronte dello 0,4% registrato in gennaio: si è di fronte ai valori più bassi dal 2021. Il rincaro si trova quindi vicino al limite inferiore della fascia di obiettivo che la BNS considera di stabilità, cioè l'intervallo fra 0% e 2%.

Come si ricorderà per frenare la progressione dei prezzi la BNS fra il 2022 (inflazione media annua al 2,8%) e il 2023 (rincaro al 2,1%) aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Nel 2024 (rincaro 1,1%), constatando che l'inflazione era tornata sotto il 2%, l'istituto aveva cominciato nuovamente ad abbassare il costo del denaro: all'1,50% in marzo, all'1,25% in giugno, all'1,00% in settembre e allo 0,50% in dicembre. Ora ha proceduto a un ulteriore ritocco verso il basso.

Cosa prevedono gli esperti
Stando agli esperti la fase di ribassi potrebbe però ora subire una pausa: rispettivamente 9 analisti su 14 (indagine Awp) e 19 su 32 (Reuters) che si sono espressi su questo punto si aspettano che a fine 2025 il tasso guida sarà allo 0,25%; una minoranza scommette sullo 0%, ma c'è anche chi lo vede allo 0,50%. Di recente si era anche parlato di possibili interessi negativi - la stessa BNS non li aveva esclusi - ma visti i timori di deflazione tale scenario viene ormai ritenuto meno probabile dagli esperti.

La BNS decide normalmente sui tassi a ritmo trimestrale: il prossimo esame della situazione è in programma il 19 giugno.

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