Interessati soprattutto francesi e italiani. L'analista: «Tutto dipenderà dai flussi migratori in Italia».
LUGANO - Quale sarà la casa ideale dove vivere dopo il Covid? Di certo andranno forte quelle che avranno un giardino. Ne è convinto Daniele Longoni, direttore dell’agenzia immobiliareHouse&Trade, attiva anche in Ticino, che a pochi giorni dalla ripresa delle attività economiche, puo’ indicare in che direzione sta andando il mercato immobiliare. L’aumento dei fattori d'incertezza generato dalla pandemia globale pesa sui bilanci e sulle scelte allocative dei risparmi di famiglie e investitori. A pochi giorni dalla ripresa delle attività economiche, come si comporta il mercato immobiliare in Ticino? Quali sono le prospettive per i prossimi mesi?
“Sono cautamente ottimista sul presente e futuro del settore immobiliare. Nelle ultime due settimane in agenzia abbiamo riscontrato un aumento di richieste d'immobili rispetto al periodo precedente al Covid-19. Le scelte ricadono su investimenti immobiliari (favoriti rispetto ai mercati finanziari) e case o appartamenti con giardino (soprattutto da parte di famiglie con bambini). Abbiano anche ottenuto un discreto incremento di richieste dall’Italia e dalla Francia”.
La domanda che si fanno in molti è "la pandemia globale, che ripercussioni avrà sul settore immobiliare?" Innanzitutto resta una certezza: guardando il mercato degli affitti, ancora oggi risulta più conveniente l’acquisto della proprietà immobiliare rispetto al pagamento di un canone di locazione, anche per via del perdurare dei bassi tassi d'interesse.
Giovanni Carloni, consulente strategico e patrimoniale della Ebaf Consulting SA di Lugano, ha condotto un’analisi di mercato. Ebbene stando ai risultati della sua ricerca un aumento o una riduzione dei prezzi degli immobile puo’ dipendere da diversi fattori: si va dall’aumento o rispettivo calo demografico all’andamento dei tassi ipotecari, passando dall’attrattività d'investimenti sostitutivi, ma anche dall'aumento o dalla riduzione dei prezzi degli affitti.
I disagi a lavoratori ed aziende dovuti al Covid-19 sono stati affrontati e gestiti dalla Confederazione Elvetica in misura maggiormente efficace rispetto ad altri paesi europei, attraverso misure di intervento straordinarie che hanno riguardato il lavoro ridotto, la perdita di guadagno, i finanziamenti alle imprese, etc., consentendo di alleviare parte degli effetti di un possibile impoverimento della popolazione.
Certo molto dipenderà dai flussi di immigrazione in Italia. “L’instabilità economico-finanziaria della vicina penisola spingerà all’adozione, nel prossimo futuro, di interventi di politica fiscale volti a contenere la rapida avanzata del debito pubblico, quasi sicuramente attraverso incrementi delle imposte patrimoniali”. Secondo l’analista il riemergere di tali squilibri e la ricerca di migliori opportunità per il futuro genereranno nuovi impulsi all’emigrazione (ricordiamo che la Svizzera rappresenta la terza meta di destinazione scelta dagli italiani). “Alla luce di questi fatti - spiega - si può ragionevolmente presumere che sensibili impulsi alla domanda di immobili in Svizzera, e in particolare in Canton Ticino, possano derivare proprio da una ripresa di tali flussi migratori dall’Italia”.
Sul fronte dei tassi ipotecari, già da diversi anni le principali Banche Centrali internazionali (Banca Centrale Europea, Federal Reserve, Bank of Japan) adottano politiche monetarie ultra-espansive con l’obiettivo di facilitare una ripresa di consumi e investimenti, costringendo la BNS ad intervenire costantemente sui cambi per evitare ulteriori apprezzamenti del franco svizzero (in primis verso l’euro). Tali dinamiche si sono chiaramente accentuate con l’emergenza Covid-19. I tassi negativi continueranno quindi a perdurare per lungo tempo sui mercati favorendo ulteriori incrementi della domanda di immobili.
Stando allo studio degli analisti della House & Trade SA "il contesto di tassi negativi e la maggiore volatilità dei mercati finanziari rendono più difficile l’orientamento dei risparmiatori verso le scelte di investimento. L’accresciuta avversione al rischio, accompagnata da una ricerca di alternative che possano offrire rendimenti positivi, spingono le famiglie (come d’altra parte gli stessi investitori istituzionali) ad accrescere le loro preferenze verso gli investimenti di natura immobiliare. L’elevato differenziale di rendimento tra investimenti immobiliari e alternativi aveva già fatto crescere negli ultimi anni la domanda di finanziamenti per il cosiddetto “buy to let” (acquisto immobili ad uso investimento) e sono prevedibili nuovi impulsi post Covid-19 in tale direzione".