L'Alleanza dei consumatori propone la classifica nazionale 2021 delle lamentele
LUGANO / BERNA - Con la pandemia, lo shopping online ha registrato un vero e proprio boom. Ed è in continua crescita. Ma si contano fornitori che sono rimasti sopraffatti dall'aumento della domanda, con conseguenti lunghissimi ritardi nella consegna, soprattutto per gli ordini provenienti dall'estero.
Ecco dunque che anche quest'anno le organizzazioni dei consumatori hanno avuto a che fare soprattutto con lamentele dovute alle consegne in ritardo. «Una situazione che porta a incertezza e rabbia tra i consumatori, anche perché i prodotti vengono solitamente pagati in anticipo», come si legge in una nota dell'Alleanza delle organizzazioni dei consumatori (ACSI, FRC e Konsumentenschutz).
Anche quest'anno l'Alleanza ha stilato una classifica delle lamentele. Tra gennaio e novembre 2021, ne hanno ricevute 14'933. Vi è stato di nuovo un effetto-pandemia, seppure minore rispetto al 2020, nel senso che alcune problematiche hanno riguardato annullamenti di voli, eventi, pernottamenti e soggiorni formativi o linguistici e i relativi rimborsi.
Consegna e garanzia - In testa alla classifica (con il 36,5% dei casi) si contano dunque le lamentele per la merce consegnata in ritardo. Ma anche per consumatori che si sono visti rifiutare il diritto di far valere una garanzia. In particolare di smartphone e fotocamere, le garanzie vengono spesso «ingiustamente rifiutate» sottolinea l'Alleanza.
Abbonati “per sbaglio” - Al secondo posto (15%) si contano le pratiche commerciali scorrette: molte persone cadono nelle trappole degli abbonamenti apparentemente gratuiti quando navigano su piattaforme internet e si trovano in seguito a dover affrontare bollette elevate.
Problemi con gli operatori telefonici - Sempre sul podio (8% dei casi), ci sono i problemi con le compagnie telefoniche: i consumatori si lamentano di come i servizi clienti, siano essi via telefono o via chat, risultino sovente inadeguati. Anche il fatto che Salt e Sunrise-UPC accettino le disdette solo tramite chat o telefono (e non in forma scritta) - spiega l'Alleanza - è fonte di fastidio.
Seguono problemi con le assicurazioni (7%), servizi finanziari/denaro/protezione dati (6,5%) e servizio pubblico/trasporti/mobilità (5,5%).
Il restante 21,5% è rappresentato da pratiche delle società d’incasso (in particolare spese aggiuntive ingiustificate) (927), alimentazione (indicazione di provenienza, imballaggi ingannevoli, prodotti di bassa qualità) (542), salute (incomprensioni e problemi di fatturazione con ospedali, medici, dentisti e farmacisti) (430), energia e ambiente (315) e altri temi sparsi (1'016).