Arrivano in Ticino le prime sigarette tutte svizzere
Prodotte con tabacco locale al 100%, le Heimat sono sul mercato nazionale dall'inizio di aprile: 70mila pacchetti già andati esauriti
SORENGO - Le prime trecento stecche sono in viaggio in queste ore: direzione Sorengo. Da Steinach (SG) le ha spedite giusto ieri Roger Koch: che conta di arrivare sul mercato ticinese «entro due settimane, forse meno: certo prima che maggio cominci». Su quello svizzero è dall'1 aprile, in 250 punti vendita. Contava di piazzare i suoi primi 70mila pacchetti di sigarette, frutto del raccolto di tabacco svizzero 2014, nell'arco di tre mesi: sono andati già tutti esauriti.
Una tradizione lunga cinque secoli - Ecco le Heimat, "patria" in tedesco: un nome che vuole tradire l'originalità del prodotto appena lanciato. Unicità, per meglio dire: giacché si tratta delle prime sigarette realizzate esclusivamente con tabacco coltivato su suolo elvetico. «Finalmente ho realizzato il mio sogno di bambino», racconta a 20 Minuti Koch, 41 anni e cinque figli. «Ne avevo dodici quando fumai la mia prima sigaretta assieme a nonno Ernst, nel parco Hudelmoos, nei pressi di Zihlschlacht. Grazie a lui scoprii che il tabacco in Svizzera ha una tradizione lunga cinque secoli».
Una piantagione nel giardino di casa - La storia prese però poi altre direzioni. Koch divenne prima insegnante di francese e tedesco, dal 1999 al 2007; successivamente fondò un'agenzia di traduzioni, che attualmente conta 84 dipendenti. «Ma nel 2009 ho cominciato a coltivare il tabacco in giardino: Burley e Virginia, poi Geudertheimer e diverse varietà orientali». Cinque anni di esperimenti per cinquemila sigarette riempite a mano; una sessantina di aromi e una dozzina di miscele: solo lo scorso dicembre è stata messa a punto quella definitiva, che «privilegia le piante nostrane di Burley e Virginia. Niente American blend, insomma».
A ottobre il primo "raccolto Koch" - L'autorizzazione alla coltivazione è arrivata sempre nel 2015: il primo stock di sigarette è fatto dunque con tabacco altrui, ma rigorosamente made in Swiss. Cinque chilogrammi di Burley, cinque di Virginia, comprati dalla società cooperativa per l’acquisto del tabacco indigeno Sota. «Il mio primo raccolto, invece, arriverà a ottobre».
«Ho investito tutto per inseguire un sogno: sono folle, lo so» - Un business al ribasso in Svizzera, dove su 450 ettari in nove cantoni è coltivata la quantità teoricamente necessaria a soddisfare nemmeno il 5% del fabbisogno locale. Le piantagioni si trovano per lo più a occidente, canton Friburgo e Vaud: 67 agricoltori il primo e 51 il secondo per 200 e 150 ettari circa rispettivamente, cioè di anno in anno sempre meno. Koch, però, non si lascia sopraffare dai timori. «Se cominci a progettare una cosa così folle come produrre sigarette in un mercato costantemente sotto pressione, significa che non hai pensato molto alle conseguenze. Ho investito tutto il denaro che avevo da parte, solo per inseguire un sogno: e non me ne vergogno, comunque vada».
Otto franchi il pacchetto: online, alla Coop e nei chioschi - Intanto, nella fabbrica di Steinach dal 1º novembre sono al lavoro 5 persone, oltre a lui e al socio Florian Heule: su una superficie di circa 300 metri quadrati che è grande «a sufficienza per la produzione e lo stoccaggio». E che presto potrebbe anche non bastare più: «Il nostro obiettivo attuale sono 400mila pacchetti all'anno. Ma abbiamo intenzione di crescere». Coltivare più piante, anzitutto. Raggiungere sempre più località, magari. La prossima in lista è il Ticino, appunto. Attualmente il negozio più vicino dove acquistare è a Samedan, canton Grigioni. Per otto franchi il pacchetto, i curiosi e gli impazienti possono però ordinare su internet; dal 20 maggio, anche Coop e i chioschi Valora introdurranno le Heimat nell'assortimento.
Un po' di diffidenza non guasta - Infine, o piuttosto in principio, c'è Morosoli Sa, ditta incaricata della distribuzione sul territorio cantonale. «Sul mercato ci sono talmente tante proposte che non sarà così evidente entrare – riflette il titolare, Lorenzo Morosoli – Non tutti le vogliono: il prodotto è nuovo, è normale che ci sia un po' di diffidenza. Cominciamo con trecento stecche, che finiranno per lo più in chioschi privati e stazioni di benzina. Poi vedremo sulla base degli ordini».
Perché fumare è un'emozione - Aspettative? Un po' per davvero un po' per finta, Koch ridimensiona gli entusiasmi. «Sopravvivere, giorno dopo giorno. Offrire un prodotto buono e onesto. Solo acqua e tabacco svizzero: non ho niente da nascondere. Chi desidera, può venire a farci visita: quando vuole». Giura che per lui «fumare è un hobby, non un vizio». E se gli chiedi perché mai la gente dovrebbe d'un tratto cambiare gusti e comprare sigarette locali, risponde senza esitazione. «Perché fumare è un'emozione: e il nostro prodotto altrettanto. Abbiamo 450 anni di tradizione: perché non mostrarsi orgogliosi di questa eredità?».





