L’utilizzo di ambienti cloud aiuta imprese e professionisti a calmierare le spese energetiche.
Un tema che preoccupa molto gli imprenditori e i vertici di tutte le imprese è il marcato incremento delle bollette elettriche. D’altra parte, l’instabilità geopolitica e la conseguente crisi energetica hanno determinato un innalzamento davvero impetuoso di questo genere di costi. Un incremento che spesso è determinato dal fatto di avere presso la propria sede operativa un gran numero di dispositivi elettronici collegati o server proprietari. Ma ci sono alcune aziende che già da tempo hanno adottato le soluzioni in cloud, ovvero si sono affidate a infrastrutture terze che consentono di immagazzinare in totale sicurezza enormi moli di dati aziendali. Come conferma il recente Osservatorio Cloud Transformation promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, non si è fermata la crescita del mercato Cloud italiano, che nel 2022 vale 4,56 miliardi di € (+18% rispetto al 2021). E per comprendere quali sono i comportamenti delle aziende ticinesi, abbiamo incontrato e intervistato Massimo Baioni, Head of Sales presso Tinext Managed Cloud Services.
Signor Baioni, la bolletta energetica allarma molti imprenditori e titolari di imprese. Quali possono essere oggi i vantaggi economici nell’adozione di servizi in cloud, piuttosto che nell’avere server e macchine presso la propria sede?
Quando si confronta un sistema IT On-premises con un servizio Cloud, ci sono diversi fattori economici da considerare: fino a pochi mesi fa, le aziende si focalizzavano principalmente sull’acquisto dell’hardware, le licenze software, i servizi di garanzia estesa e l’assistenza, trascurando i costi più nascosti come quelli energetici, sia quelli necessari al funzionamento dei sistemi, sia quelli per il loro raffreddamento. Anche l’autonomia in caso di blackout passava spesso in secondo piano, affidandosi a gruppi di continuità con autonomia sufficiente solo a spegnere correttamente i server. Questo approccio, che spesso veniva usato anche come pretesto per difendere l’idea che i sistemi IT in casa fossero meno costosi di una soluzione Cloud, è cambiato radicalmente negli ultimi mesi. A causa del significativo aumento dei costi dell’energia, unito alla possibilità di subire disinserimenti ciclici delle reti elettriche e, perché no, anche per una maggiore sensibilità verso i temi ambientali, l’argomento energia è diventato di forte tendenza. Si scopre così che un sistema IT di piccole dimensioni, parliamo ad esempio di un paio di server e uno storage, può costare qualche migliaio di franchi l’anno solo per tenere accesi i sistemi, tra l’altro con un’efficienza minima se consideriamo il tempo di effettivo utilizzo. Valutiamo poi che, per quanto una sala server all’interno dell’azienda possa essere stata progettata in modo attento e corretto, i costi non potranno mai essere ottimizzati quanto un data center progettato e realizzato per ospitare un’infrastruttura Cloud.
Per darvi un ordine di grandezza, secondo le stime di SvizzeraEnergia, il 3,6% del consumo elettrico in territorio elvetico è imputabile alle sale server e ai centri di calcolo: un servizio Cloud potrebbe far risparmiare all’azienda fino all’80%, garantendo anche standard di sicurezza più alti e disponibilità dei sistemi anche in caso di interruzione dell’energia da parte dei gestori.
Ci sono casi ticinesi che ci può raccontare, così da far comprendere il tipo di sicurezza e risparmio che è possibile ottenere con le soluzioni e le infrastrutture dislocate “sulle nuvole”?
Quello che posso dire è che grazie all’economia di scala e all’efficienza energetica delle infrastrutture IT ospitate nel Data Center, le aziende che si sono affidate ai nostri sistemi Cloud non hanno avuto alcun impatto sui costi dei loro sistemi informativi. Guardando invece alle aziende che utilizzano ancora i server on-premises, ovvero installati presso i loro uffici, possiamo confermare che è aumentata di molto l’attenzione non solo verso i consumi energetici, ma anche verso la disponibilità dei sistemi. Settimanalmente riceviamo infatti richieste di informazioni riguardanti il funzionamento del Data Center in caso di disinserimento della rete elettrica: un Data Center è sempre in grado di fornire i propri servizi anche in caso di mancata erogazione di corrente dal gestore, questo grazie a gruppi di continuità che intervengono immediatamente in caso di distacco della corrente e gruppi elettrogeni in grado di tenere attive le infrastrutture per un numero illimitato di ore. Per questo motivo le aziende più sensibili alla disponibilità di servizio hanno già inserito nei loro piani la migrazione dei sistemi informativi verso il Cloud.
Infine, se dovesse delineare per il prossimo anno una tendenza o trend che si consoliderà, quale si sente di identificare e porre all’attenzione?
Oltre alla questione energetica, già da qualche anno assistiamo ad una maggiore attenzione alla sicurezza e disponibilità del dato, che finalmente viene visto come un driver per i ricavi, se non addirittura come una fonte di ricavo. Consideriamo poi che il modo di lavorare delle aziende è in parte cambiato: lo smart working e il lavoro da remoto sono ormai una realtà consolidata e questo richiede una gestione accurata dei sistemi, necessari a garantire la massima efficienza produttiva in assoluta sicurezza. Privacy, disponibilità, protezione e confidenzialità delle informazioni, sono sotto i riflettori delle aziende. Servono però competenze e tecnologie che difficilmente si possono trovare o costruire in casa ed è qui che i Cloud Service Provider giocano un ruolo fondamentale, intervenendo a supporto dei reparti IT delle aziende con tecnologie e profili altamente specializzati. Tinext Managed Cloud Services in questo ambito aiuta le aziende a implementare e governare i sistemi IT in Cloud: ascoltando il cliente, proponiamo un percorso di evoluzione dei sistemi IT efficace e sostenibile e trasformiamo l’opportunità del Cloud in un concreto vantaggio competitivo.