Chi fa formazione ha bisogno del marketing online per avere iscritti: cosa non può mancare in una strategia di successo
Gli ostacoli che hanno affrontato istruzione e formazione, durante il lockdown, non sono certo passate inosservate, sia per il prosieguo delle lezioni sia - per i gradi inferiori della scuola - per l’impatto sulle famiglie. A livello economico, invece, le difficoltà sono state trasversali, dagli istituti pubblici a quelli privati, dalle SUP, alle università, ai piccoli e grandi enti che si occupano di corsi professionalizzanti.
Oltre a doversi attrezzare per l’e-learning, quindi, per chi dipende in buona parte dalle tasse o dalle quote d'iscrizione degli studenti, si è reso necessario promuoversi sul web tra i potenziali studenti e gli eventuali decisori/acquirenti loro collegati (es. i genitori), al fine di riprendere più agevolmente il prossimo anno scolastico o accademico.
Per comunicare e vendere online i servizi di istruzione e formazione, tuttavia, bisogna tener conto di due aspetti che li riguardano, e impostare su di essi le opportune strategie.
Dare informazioni complete nel modo giusto, e farle trovare
Qualsiasi persona si approcci all’apprendimento, oggi, si aspetta di poter reperire in rete, praticamente qualunque dettaglio sui corsi. Solitamente, questi si trovano sul cosiddetto "sito istituzionale", un portale che presenta contenuti ufficiali, aggiornamenti, e magari anche testimonianze, guide e consigli, sia sotto forma di articoli di blog che di pdf o video-lezioni di esempio/gratuite che fungano da lead magnet.
Tenere un blog curato e aggiornato, che segua - insieme alle pagine statiche del sito - i dettami della SEO -, infatti, permette di fabbricare sempre nuove “porte”, varchi di accesso alla nostra piattaforma, dai motori di ricerca, mentre degli allegati di valore possono essere utilizzati come “moneta di scambio” per ottenere il contatto diretto con l’utente o la sua l’iscrizione alla newsletter.
E se il posizionamento organico su Google non basta, soprattutto in corrispondenza di offerte legate alle nuove iscrizioni, si può ricorrere a quello a pagamento, mediante annunci rigorosamente gestiti da professionisti (nell’ambito dei corsi c’è moltissima competizione e bisogna sapere ciò che si fa, se non si vuol disperdere il budget).
Proprio l’ottimizzazione del posizionamento in ambito search, infatti, talvolta, limita i potenziali risultati online delle scuole: sulla base di un campione da noi recentemente esaminato, infatti, circa l’80% delle medie superiori in Italia, e il 50% degli istituti privati in Ticino, infatti, dispone di siti web senza alcun accenno di SEO, per cui le visite sono tutte appannaggio dei competitor.
Per non parlare dell’aspetto delle pagine web in questione: affinché la user experience, anche limitata ad una semplice visita sul nostro sito, sia efficace, infatti, dobbiamo aggiornarne la veste grafica, e al contempo disporre in modo semplice, intuitivo ed esaustivo le informazioni, curandone l’architettura. Se apriamo l’uscio di casa all’utente, insomma, e gli/le diamo benvenuto
nel modo giusto, sarà enormemente più disposto ad approfondire le nostre iniziative e a unirsi ai nostri programmi.
Lavorare sulla brand awareness coinvolgendo staff, studenti ed ex alunni
Cioè trasmettere la nostra immagine, la nostra realtà formativa, in modo corretto, valorizzandola agli occhi del pubblico. Una scuola o un'università non possono essere semplici organizzatori di corsi, o almeno non più: la comunità acquisisce rilievo, per non parlare dei servizi correlati, delle certificazioni finali e delle possibilità di collocamento al termine dei percorsi. Non solo numeri, ma emozioni, persone, interrogativi, il volto umano e autentico dell’apprendimento.
Per questo, molti istituti mettono in conto di coinvolgere il proprio personale, i propri studenti - al netto della presenza di minori - e i propri alumni nella realizzazione di interviste, contenuti fotografici e video.
La SUPSI, ad esempio, per la presentazione dei corsi per il nuovo anno accademico, ha realizzato, con la collaborazione dei docenti, degli Open Day virtuali (nella pratica, degli webinar dal vivo) aperti, in rete, alle domande dei potenziali iscritti, e ancora oggi disponibile sulle diverse landing pages, insieme a documenti utili e collegamenti a video di approfondimento che vedono protagonisti alunni ed ex alunni.
Durante il lockdown, invece, l'USI, ha promosso un contest online per stimolare i suoi iscritti, gli insegnanti e lo staff a scattare e condividere foto della propria esperienza con l'apprendimento da remoto. Nello stesso periodo, l’Executive Master in Business Administration ha allargato a potenziali iscritti provenienti da tutto il mondo, grazie alle possibilità offerte dal remote learning l’iniziativa “Be an EMBA for a day”, che prevedeva la possibilità di svolgere gratuitamente due giorni di lezioni in aula con una faculty di livello internazionale.
Accorgimenti tutto sommato semplici e appannaggio soprattutto di costi organizzativi, che permettono di comunicare pubblicamente la propria identità e il proprio valore, aggiungendo a ciò delle note di accessibilità, amichevolezza e affidabilità.
Amplificarne poi la portata mediante Social Ads, ovviamente, è d’obbligo, cercando di generare interazioni che potranno poi essere tramutate in future campagne volte alla conversion e all’iscrizione.
Ogni realtà ha le proprie particolarità, e una serie di strategie ottimali da applicare per emergere nel proprio mercato. Come esperti di marketing digitale, è nostro compito individuarle e metterle in pratica sulla base degli obiettivi e del budget del cliente, e poi orientare e migliorare quanto fatto, analizzando i risultati raggiunti. Se anche tu ti occupi di istruzione e formazione, possiamo aiutarti a promuovere efficacemente i tuoi percorsi, il tuo metodo e il tuo sapere: contattaci per una consulenza gratuita!
Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.