Ma l'attrice italiana non è la prima ad accusarlo di molestie, e fra i precedenti c'è anche la di lui figlia
L'accusa di stupro di Asia Argento al regista Rob Cohen, celebre per aver diretto il primissimo “Fast & Furious” e con il quale lavorò nel 2002 per “XXX”, sta iniziando a girare anche Oltreoceano.
Le prime anticipazioni della sua biografia edita da Piemme, raccontate al Corriere della Sera e poi in diretta a Verissimo, parlavano di una serata di bevute finita con un cicchetto di droga dello stupro a tradimento.
E poi il risveglio, nuda nel suo letto, il giorno dopo. Fra le motivazioni a raccontare l'accaduto, sostiene Asia, anche la volontà di proteggere altre possibili - anzi probabili, secondo lei - vittime.
L'interesse della stampa americana, soprattutto di Variety e di People, ha portato l'entourage del regista a rispondere via comunicato ufficiale: «Mr. Cohen nega categoricamente le accuse di Asia Argento che sono solo falsità. Quando hanno lavorato assieme nel 2002 il loro rapporto era ottimo e lui la considerava un'amica. Quanto affermato è ancora più scioccante, soprattutto considerando ciò che si è detto di lei in questi anni».
L'italiana però non è la prima ad accusare Cohen di violenze, nel 2019 un'altra attrice si era fatta avanti per uno stupro avvenuto nel 2015 - dopo che lei era finita priva di sensi - durante un colloquio di lavoro. Sempre nello stesso anno le accuse della figlia trans del regista, Valkyrie Weather che ha parlato di molestie avvenute durante la sua infanzia. In entrambi i casi il regista ha sempre negato categoricamente.
Per quanto riguarda il «ciò che si è detto di lei (Asia, ndr.) in questi anni», citato dalla rappresentanza di Cohen, riguarda i trascorsi fra Argento e il giovane attore e musicista Jimmy Bennett e di un rapporto sessuale avvenuto quando lui era ancora minorenne.
Bennett poi aveva a sua volta accusato Argento di stupro, e la faccenda si era risolta con un accordo per 380mila dollari pagato da lei e dall'allora suo compagno Anthony Bourdain.