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LOCARNO FILM FESTIVALIl tocco femminile della Columbia Pictures

13.08.24 - 10:19
Uno sguardo nella programmazione della Retrospettiva di Locarno77 con il suo curatore
Columbia Pictures Industries, Inc
Fonte Simona Foletta, Keystone-ATS
Il tocco femminile della Columbia Pictures
Uno sguardo nella programmazione della Retrospettiva di Locarno77 con il suo curatore

LOCARNO - Il Locarno Film Festival dedica la sua retrospettiva al centenario della casa di produzione statunitense Columbia Pictures. In programma 44 film dell'epoca d'oro 1929-1959, un periodo segnato da libertà e tocco femminile, afferma il curatore Ehsan Khoshbakht.

Il titolo della retrospettiva, "The Lady with the Torch" ("la signora con la torcia"), fa riferimento al celebre logo della Columbia e, non a caso, ritrae una donna. Il programma, che conta 44 pellicole in totale tra cui grandi classici e opere meno note, è organizzato in collaborazione con la Cinémathèque suisse.

Quest'ultima cura la retrospettiva dal 1954-55, ha precisato il direttore della cineteca Frédéric Maire ieri introducendo il film "The First Time" (1952) di Frank Tashlin al GranRex. «Volevo mostrare l'epoca d'oro dell'era degli studi, non solo a Columbia Pictures, ma in generale nella storia del cinema tra l'inizio del sonoro e la fine degli anni '50», spiega Ehsan Koshbakht in un'intervista a Keystone-ATS.

Libertà - Il produttore Harry Cohn (1891-1958) ha diretto la Columbia Pictures per quasi tutto quel periodo: focalizzarsi su quest'ultimo «è stata un'ottima idea per vedere come un capo potesse influenzare le produzioni», spiega. Cohn portava attenzione anche ai minimi dettagli, considerando ad esempio se c'era bisogno del trattino nel titolo di una produzione come "Counter-attack" ("Contrattacco"), precisa Khoshbakht.

«Penso che ciascun regista, nel gestire la sceneggiatura che gli veniva data, aveva una certa libertà», dice. In alcuni casi scegliendo il tema di quello che voleva filmare. «Credo che la firma personale traspare sempre, ma c'è una negoziazione costante fra lo stile dello studio, le sue limitazioni nonché i vantaggi, e la visione personale del regista», spiega. «Questo programma riconosce, forse per la prima volta, sia il genio del sistema sia quello dell'artista», precisa.

Spazio alle donne - La casa di produzione godeva di una certa libertà anche per quanto riguardava le assunzioni: non esistevano contratti a lungo termine quindi la gente veniva assunta per un dato film o di settimana in settimana, spiega il curatore. «Grazie a ciò molti tipi di registi, incluse le donne, potevano farne parte», precisa.

Le donne non erano soltanto davanti alla macchina da presa ma anche dietro, come Dorothy Arzner. «Non è una sorpresa che la prima produttrice esecutiva della storia di Hollywood, Virginia Van Upp, fosse stata assunta da Cohn non soltanto per produrre film ma anche per scrivere qualche sceneggiatura», aggiunge.

Fra queste anche quella di "Together again" (1944) di Charles Vidor, agli occhi del curatore «uno degli highlight assoluti del festival». Van Upp ha anche prodotto "Gilda" (1946) sempre di Vidor, «uno dei film più famosi della Columbia Pictures di tutti i tempi».

Film stupendi - «Sono tutti film stupendi a loro modo», afferma Khoshbakht quando gli chiediamo di dirci quali siano i suoi preferiti nel programma. «Se dovessi sceglierne uno, specialmente per un pubblico che ha familiarità con il cinema e la cultura italiana sarebbe 'The Glass Wall' ('Il muro di vetro', 1953) di Maxwell Shane», precisa.

Il film vinse il Pardo d'oro a Locarno quello stesso anno, con altre due pellicole, ed è una delle rare partecipazioni di Vittorio Gassmann a Hollywood.

Preparare questa retrospettiva «è stato impegnativo in termini di tempo perché ho dovuto guardare un gran numero di film» spiega il curatore. Per la precisione, «circa 300». Sapendo che il catalogo della Columbia Pictures conta più o meno 3'000 film.

Gadget comedies - «Ci sono molti temi ricorrenti nel programma. Ho scoperto che Columbia Pictures era affascinata dalla tecnologia, come ad esempio la televisione», dice. Il curatore menziona anche le "gadget comedies", «film sull'invenzione di nuovi gadget specialmente dopo la guerra alla fine degli anni '40 inizio anni '50. Si tratta di oggetti che dovrebbero migliorare la vita degli americani ma che in realtà rendono la vita più complicata e miserabile», precisa.

Ne sono un esempio le macchine da lavare che uno dei protagonisti vende in "The First Time" (1952) di Frank Tashlin, che non funzionano proprio come dovrebbero.

Temi attuali - Guardando alcuni dei film della Columbia Pictures in programma a Locarno ci si accorge presto che trattano di temi tutt'ora attuali quali la conciliazione tra lavoro e famiglia o la posizione delle donne. «Qualsiasi programma di film del passato dovrebbe rispondere alle domande del tempo presente altrimenti non ha senso», dice il curatore. «Questi film rispondono alle domande del loro tempo ma lo fanno in un modo talmente artisticamente intenso che sono ancora rilevanti ai nostri giorni».

Nel programma ci sono anche due versioni di "My sister Eileen": si tratta della visione diversa di due registi che hanno utilizzato lo stesso tema di partenza. «Qui a Locarno, quello che faccio - che è un po' un lavoro museale - viene accostato al lavoro di una galleria che presenta cinema contemporaneo. Gli occhi si spostano da un film nuovo a uno classico della Columbia Pictures, è una combinazione interessante», afferma.

Domenica sera Khoshbakht è salito sul palco di Piazza Grande assieme a Grover Crisp, responsabile degli archivi di Sony Pictures Entertainment, società madre di Columbia Pictures, per presentare la seconda proiezione della serata "The Lady from Shanghai" ("La signora di Shanghai", 1947) di Orson Welles.

La retrospettiva è accompagnata da un libro curato da Khoshbakht "The Lady with the Torch. Columbia Pictures 1929-1959" (Editions de l'oeil). Le immagini contenute nel libro provengono in gran parte dalle collezioni della Cinémathèque suisse.

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