L'arpista ticinese ha creato un concept - distorto e post-tecnologico - comune a tutti i suoi quattro singoli
BELLINZONA - Tra gli artisti ticinesi che si sono maggiormente distinti nel 2020 c'è sicuramente Kety Fusco. L'arpista non solo ha pubblicato il suo lavoro d'esordio "Dazed", ma ha lavorato con il suo team a una serie di videoclip legati da tematiche e forme comuni. Il risultato è un'identità visiva unica, immediatamente riconoscibile e molto all'avanguardia.
Kety, vuoi parlarci del concept visivo che lega tutti i tuoi video?
«Nell'iconografia tradizionale l'arpa e chi la suona sono quasi sempre rappresentate in maniera molto classica. Abbiamo quindi deciso d'immergere lo strumento in una natura distorta di forme e colori, come nel mio videoclip di "Ultrasystole", che fra i quattro è il video principale. Richiama un'atmosfera surreale post-tecnologica, dove ogni elemento visivo si fonde con gli altri. Sullo stesso piano di natura distorta c'è il videoclip di "Rubato" che gioca con uno stile caleidoscopico e psichedelico».
Mentre gli altri due?
«"Chevalier" non è rappresentato nella natura, ma utilizza l'effetto glitch: il video è in bianco e nero e le corde dell'arpa oltre a essere filmate sono anche evocate grazie a questa tecnica che decompone l'immagine in linee verticali. "Awry" è quello che si discosta maggiormente dagli altri ma ha un concetto di fondo che si accomuna agli altri lavori: Awry significa infatti "quando qualcosa va storto e non succede nel modo in cui è stato pianificato". La composizione musicale si fonda su un'arpa completamente distorta, dall'inizio alla fine, e nel videoclip quest'idea è rappresentata da led scoppiettanti e giochi di luce e colore. Questa, inoltre, è un'anticipazione di quello che succederà nei miei live. Sto preparando uno show di luci che accompagnerà la musica nei miei concerti: avrò in scena dei led che daranno profondità visiva alla scena. Inoltre ho sviluppato dei visual che faranno parte dello show e che scoprirete presto».
Ci sono altri elementi ricorrenti nei video?
«A tornare più volte sono le corde dell'arpa che letteralmente "scuotono" l'immagine, distorcendo forme e contenuti. Un po' come se dessero una scossa alla realtà che viene rappresentata. Per me è molto interessante non dare un messaggio chiaro di quello che si vede: preferisco lasciare che chi guarda compia una sua riflessione su quello che gli è arrivato dal video, e tragga poi la sua conclusione».
L'arpa è l'elemento dominante dei videoclip, e non poteva essere altrimenti: è stato difficile rendere "pop" questo strumento, solitamente percepito come molto classico?
«Per me è senz'altro difficile perché, sebbene stia cercando di "dimenticarmi" dell'approccio classico al mio strumento, non riesco ancora a vedere l'arpa sotto questo nuova chiave pop. Ho avuto la fortuna di lavorare con un team di persone che non conoscevano così bene l'arpa; per loro è stato facile dare vita a questi video. Si tratta di un team di ragazzi (Sans Film) di Torino: Gabriele Ottino, Sharon Ritossa e Paolo Bertino, che ho avuto il piacere di scoprire attraverso la mia casa discografica, la Sugar Music. La Sans Film ha ideato e realizzato tutti questi video curandone anche gli aspetti tecnici».
Quanto si fa sentire l'influsso del tuo team di lavoro, dalla fortissima impronta femminile?
«Tantissimo! Adoro il mio team perché siamo quasi tutte donne, a partire dalle mie due manager. È incredibile perché siamo state tutte così determinate: abbiamo girato quattro video in due giorni e mezzo! Tutte eravamo lì, sapevamo cosa fare e ci sostenevamo a vicenda. Per me la figura della donna è essenziale. Uno dei miei visual che accompagnerà i concerti parlerà proprio di questo».
La tecnica video usata per "Rubato" richiama fortemente la sigla di apertura di "Dark", la popolare serie di Netflix: è una citazione diretta?
«Sinceramente è stato un caso. Volevamo creare un effetto caleidoscopio che accompagnasse la composizione».
Quando potremmo sentirti dal vivo?
«Ho deciso che non annuncerò tutte le date dei miei concerti nello stesso momento, poiché in questo periodo d'insicurezza le conferme arrivano solo all'ultimo momento. Posso dirvi che suonerò presso la Chiesa Rotonda di San Bernardino il 14 agosto alle ore 21. La prenotazione è obbligatoria presso l'ufficio turistico del paese. E ci saranno due piccole sorprese!».