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Un'arte «che rimescola un po' le coscienze»

CANTONEUn'arte «che rimescola un po' le coscienze»

29.07.21 - 06:30
"L'isola dei soldi" di Martix non è una canzone balneare, è un vero atto di denuncia (videoclip incluso)
MARTIX
"L'isola dei soldi", non il brano che ci si aspetta da Martix in piena estate...
"L'isola dei soldi", non il brano che ci si aspetta da Martix in piena estate...
Un'arte «che rimescola un po' le coscienze»
"L'isola dei soldi" di Martix non è una canzone balneare, è un vero atto di denuncia (videoclip incluso)

LUGANO - L'estate è indubbiamente la stagione preferita, sul piano professionale e forse anche personale, di Martix. Il cantautore ticinese ci ha abituato in questi anni a brani decisamente balneari, come "Palma" o la cover dell'indimenticabile "Luglio". Con "L'isola dei soldi", però, lo spirito vacanziero lascia il posto all'anima sociale.

Il tuo brano estivo non è poi così "estivo" come gli altri che hai proposto in passato: come mai?
«Sì è un brano che si discosta un po' dalle mie produzioni precedenti. È il primo progetto realizzato completamente nel periodo Covid: qui c'è il mio vissuto di questo particolare momento, c'è la sincera rabbia per tutto quello che è successo e c'è la voglia di cambiamento. Abbiamo perso due anni per tutto quello che è successo e credo che non sia ancora giunto il momento di voltare pagina. Mancano dei colpevoli per tutto questo: in realtà sappiamo anche dove cercarli, ma per i troppi interessi in gioco non lo faremo mai...».

Dov'è questa "Isola dei soldi" che dà il titolo al singolo?
«Per me l'isola dei soldi è rappresentata da quel 20% di parte del pianeta che consuma l'80% delle nostre risorse. Qualcosa dovrà pur cambiare: per mantenere questi ritmi siamo disposti a produrre quasi tutto da schiavi e le multinazionali continuano a crescere, diventando più ricche e potenti d'interi Stati. A me tutto questo non pare per nulla normale. Certo faccio parte anch'io del sistema e lo dico anche nella mia canzone, però m'interrogo e vorrei trovare il sistema per saltare giù da questo treno in corsa».

Prevale di più la voglia di fare satira o l'amarezza per un mondo che ti piace poco?
«Non credo di essere mai stato il classico cantante che fa satira: mi piace usare giochi di parole, doppi sensi per arrivare a dire le mie cose, ma la satira mi appartiene poco. Nei giorni scorsi Francesco Guccini in un'intervista ha definito la maggior parte delle attuali canzoni inutili: ecco purtroppo comincio a pensarla un po 'come lui. Ci sono tantissime canzoni interessanti ma vengono nascoste da quelle 3 o 4 hit davvero stupide. Quando si continua a proporre la stessa canzone leggermente rivisitata, beh allora intellettualmente non si è sinceri e questo mi infastidisce molto. In realtà non credo nemmeno di provare amarezza per questo mondo: a me piace questo pianeta e sento il dovere di fare quel che posso, nel mio piccolo, per poter migliorare questa situazione... Sono solo una goccia nel mare, però il mare è un insieme di gocce».

Parlaci dell'ospite musicale del brano.
«Come in tutte le mie canzoni cerco di dare un filo di speranza. In tal senso ho avuto la fortuna di poter avere la partecipazione di Nandu Popu (Sud Sound System). Con le sue parole delicate, nel finale, rende quella parte maggiormente allegra e spensierata e la riporta in un'atmosfera più estiva».

La pandemia ci ha migliorato, come prevedeva qualcuno, oppure siamo rimasti quelli di prima? O siamo peggiorati?
«La pandemia ci ha resi più fragili, ci ha messi spesso l'uno contro l'altro. Si è visto di tutto in questi due anni e ci vorrà una vita per tornare a fidarci del prossimo come facevamo prima. Abbiamo perso veramente tanto ed è soprattutto per questo che sento il bisogno di gridare al mondo che abbiamo bisogno della verità: non si possono cancellare due anni di vita uccidendo milioni di persone e far finta di niente. Qualcuno il conto lo deve pagare, direi che sia il caso di ribussare alla porta dove è partito tutto».

Con la ripresa dei concerti ci sarà la possibilità di sentirti dal vivo, prima della fine dell'estate?
«Sì, credo che qualche partecipazione a manifestazioni canore sia possibile e c'è la sincera voglia di mettermi in gioco anche in tal senso, con uno spettacolo tutto mio... Ma è ancora un po' presto per svelare il tutto».

Il videoclip è incisivo e provocatorio: cosa avete voluto dire, tu e il regista Mirko Aretini?
«Sì effettivamente è provocazione pura, è una caratteristica di Mirko Aretini che apprezzo molto e che sento anche molto mia in questo particolare momento storico. Secondo me manca proprio una voce di rilievo che critichi questo sistema che sinceramente così non può andare avanti. Se ci fosse ancora uno come Charlie Chaplin... chissà?!? Noi abbiamo voluto citarlo nel video proprio perché rappresenta quel tipo di arte che rimescola un po' le coscienze e che a me manca tantissimo. In fondo abbiamo bisogno anche di questo».

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