Con "Lochdown" il trio Clarkson-May-Hammond realizza probabilmente lo special meno riuscito della storia dello show
LONDRA - Il trio di "Grand Tour" - Jeremy Clarkson, James May e Richard Hammond - è tornato con uno dei nuovi episodi speciali dell'amatissima serie di Amazon dedicata al mondo dei motori.
I tre hanno voluto celebrare le grandi (soprattutto in termini di dimensioni e consumi) auto americane degli anni '70 e, per il loro viaggio verso una remota isola scozzese, hanno scelto una Lincoln Continental, una Cadillac Coupe De Ville e una Buick Riviera. Il titolo dell'episodio è azzeccatissimo: "Lochdown", che rende immediatamente la peculiarità del momento storico e la dimensione scozzese dell'avventura.
Clarkson, May e Hammond si sono imbarcati nella loro classica avventura tra prove bizzarre, scherzi e incidenti. Un copione ben rodato ma che, a essere onesti, è sembrato a tratti essere un po' ripetitivo. Sono mancate le ambientazioni esotiche di molti degli episodi speciali della serie (il precedente era in Madagascar, ma come non ricordare i viaggi in Mongolia, Colombia e così via. Il grigio costante del cielo scozzese non ha aiutato, così come alcuni dei test scelti per l'occasione.
L'ultima sfida, quella di attraversare un tratto di mare su un pontone gonfiabile allestito dal trio di conduttori, è stato sicuramente il momento più alto dello show. Prima di una conclusione che (non volendo spoilerare) non è stata decisamente all'altezza. La critica britannica come ha reagito? Possiamo dire che l'episodio non ha raccolto grandi consensi.
Non ci sarà stata la «terribile delusione» a cui Clarkson si riferisce al termine di ogni puntata, ma "Lochdown" - vuoi per i limiti imposti dalla pandemia, vuoi per una certa stanchezza complessiva - andrà in archivio come uno degli "special" di "The Grand Tour" meno riusciti.