Nella seconda stagione la serie ruota meno intorno ai grandi nomi e più alle storie
NEW YORK - Le infinite sfumature dell'amore e come questo sentimento, che può essere sia meraviglioso che terrificante, influenza le vite delle persone nella vita contemporanea - e anche al tempo del Covid. Era il fulcro della prima stagione di "Modern Love" e lo è ovviamente anche della seconda, pubblicata da Amazon Prime poco più di una settimana fa.
Lo spunto narrativo è sempre lo stesso: storie più o meno romanzate dalla celebre rubrica di posta del cuore del New York Times, con il quotidiano della Grande Mela che figura come co-produttore. Sono due le location scelte in tempo di Covid: lo stato di New York e Dublino, in Irlanda.
Rispetto alla prima stagione si è fatto ricorso a nomi meno noti al grande pubblico dei vari Anne Hathaway, Andy Garcia, Tina Fey, Julia Garner, Dev Patel e così via. Ci sono quindi dei debuttanti (o comunque attori non così celebri) ma anche nomi più affermati come Minnie Driver, Kit Harington, Anna Paquin, Lucy Boynton e Garrett Hedlund.
Cosa ci si deve aspettare da "Modern Love"? Brevi storie di vita vera e una moltitudine di aspetti sull'amore: quello che dura nel tempo e sfida la morte, quello che stenta a sbocciare, quello che si fa largo in mezzo alle difficoltà della vita (anche quelle causate dalla pandemia), e così via. Non tutti i vari episodi di questa serie antologica sono riuscitissimi, seppure non si possa definire sgradevoli quelli meno buoni. I quali tendono, più che altro, a essere un po' stucchevoli e banali nonostante la buona fattura realizzativa.
A giudizio di chi scrive i più notevoli sono "La Ragazza Notturna incontra un Ragazzo diurno", "Nella sala d'attesa dei coniugi separati" e "Come mi ricordi?". Una serie che piacerà sicuramente agli inguaribilmente romantici e che, per la sua relativa brevità, si può comodamente guardare in un paio di serate.