Antonio Di Nuzzo presenta il suo nuovo alter ego musicale, e lo fa con il singolo "Stupide paure"
LUGANO - Lo scorso 13 maggio le piattaforme di streaming e gli store online hanno tenuto a battesimo un nuovo progetto musicale ticinese: Diamante. Il brano è prodotto da Alessandro Saiani per
Visory Records Suisse al NEA music room di Ponte Capriasca e distribuito da Believe. L'autore? È Antonio Di Nuzzo, che affianca al diploma di parrucchiere l'attività di cantautore e d'insegnante di canto.
Come è nato Diamante, il tuo nuovo alter ego musicale?
«Diamante si è formato poco per volta, come un vero e proprio bambino. Dopo aver finito la prima parte del mio percorso ticinese sono andato a Roma e lì c'è stata tutta la parte della pandemia, senza la possibilità di esibirmi. Quindi dentro di me è nata l'esigenza di farmi forza, che il periodo buio sarebbe passato e che ce l'avrei fatta. Diamante è nato lì, a Roma, quando una cliente mi ha detto una frase decisiva: "Prima di fare la scalata per arrivare alla vetta e conquistare il successo, devi scavare dentro di te e trovare i diamanti"».
Per lanciare questa nuova fase della carriera, però, sei tornato in Ticino...
«Dopo aver ritrovato Alessandro (Saiani, ndr), dopo aver prodotto un pezzo nuovo, mi sono detto: forse ho ritrovato me stesso. Diamante è quello che sono adesso, dopo aver fatto un percorso dentro di me, che mi ha portato ad avere consapevolezza anche a livello artistico».
Quale è, e quale sarà, la caratteristica principale di Diamante?
«La verità. Punto soprattutto sull'emozione e sulla scrittura. La musica, oggi, è diventata piuttosto ripetitiva e superficiale. Invece io penso che, dopo il periodo pandemico, le persone abbiano il bisogno di ascoltare la verità. Ma che sia sentita e basata sulle emozioni, sul sentimento e sull'energia. Il mio compito è di trasmettere un messaggio spirituale, se vuoi: regalare attimi di luce, spensieratezza e conforto, anche a livello auditivo».
Quali sono le "Stupide paure" di cui parli?
«Ho scritto a proposito di un periodo della mia vita. Una volta un cartomante mi ha detto: in amore sono guerra, tutto il resto mi va bene. Le "Stupide paure" sono quelle che ci portiamo all'interno di una relazione: quella di ricominciare, di metterci in gioco... Cose che portano, poi, a rovinare la coppia. Quindi lo scopo è di affrontarle, così da costruire qualcosa di nuovo. Soprattutto nel ritornello prendo coraggio nel parlare, espongo i miei veri sentimenti e chiedo all'altra persona di capirmi e accettarmi per ciò che sono».
Insegni all'Atelier della musica a Torricella-Taverne: cos'è la prima cosa che spieghi ai tuoi allievi?
«Ho un metodo un po' tutto mio, si chiama "metodo dell'energia artistica". Insegno a ricercare l'emozione, liberare la voce e non cercare di raggiungere note estreme - perché così non si raggiunge niente. Una volta che l'emozione è liberata, arriva al pubblico. La musica in sostanza è questo: un veicolo di comunicazione. Metto i miei ragazzi in confronto con se stessi, fanno lezione davanti agli specchi, affrontano le loro "Stupide paure", in un certo senso. Si confidano, si crea una sinergia emotiva all'interno della classe».
Sembra più una lezione di vita, che un corso di musica...
«Nella prima lezione non ce n'è stato uno che non ha pianto, non so se è positivo oppure no (ride, ndr). Poi sono tornati, quindi penso di sì».
Ora c'è questo singolo, ma poi che ci sarà?
«Uscire con un singolo dopo tre anni, dopo aver avuto un crollo nella carriera, è già un miracolo. Non ho grandi aspettative, ma sicuramente delle ambizioni e dei progetti che voglio mandare avanti con Alessandro - magari "Amici" o perché no, il Festival di Sanremo. Il mio obiettivo principale ora? Semplicemente fare musica».