La serie da un miliardo di Amazon ha tecnica (e muscoli) da vendere, ma alla fine quello che vince è il cuore
LUGANO - Atteso, forse, lanciatissimo, di sicuro, tanto che i cartelloni per promuoverlo sono apparsi anche a ridosso delle strade ticinesi. “Gli Anelli del Potere” è arrivato proprio lo scorso venerdì 2 settembre sullo streaming di Amazon Prime Video, e siamo sicuri che avrà occupato un paio di orette del fine settimana di diversi di voi.
Ambientato millenni prima de “Il Signore degli Anelli” (in teoria all'incirca 3'000), la serie-kolossal di Amazon ha l'ambizione di raccontare un mondo per certi versi noto e per (molti) altri meno. Il risultato, anche considerando l'immenso investimento che si dice di 1 miliardo di dollari, non può che essere convincente.
Intendiamoci, se hai a disposizione il budget di un film hollywoodiano per ogni puntata da 60 minuti, le cose si fanno più semplici. Ma a convincere, ne “Gli Anelli” più che l'aspetto tecnico, che è comunque assolutamente impeccabile, è piuttosto il “cuore”: ovvero l'immaginazione e la voglia di mettere in scena, nel modo più coinvolgente possibile, un magico universo complesso e semplice, colossale e minuto allo stesso tempo. In questo senso la serie Amazon, almeno all'esordio, può senz'altro dirsi un successo.
Ci ha convinto la crociata assetata di sangue di Galadriel, la speranza di Elrond, la goffa spavaldoneria del papà di tutti i nani Durin e anche gli occhioni di quelli che saranno poi gli hobbit, ovvero i pelopiedi. Ah già, e poi c'è quello straniero caduto dal cielo...
Per capire se la serie evento di questo 2022 sarà in grado di confermarsi sulla lunga distanza non ci resta che aspettare.