Seppur immagini, ambienti e colori siano stati estremamente affinati, la trama lascia l'amaro in bocca
PANDORA - Quando le luci si accendono e scorrono i titoli di coda, tornare alla realtà è difficile. "Avatar 2: La via dell'acqua" è un'esperienza completamente immersiva e no, non è necessario guardarlo in 3D. A 13 anni di distanza dall'uscita del primo capitolo possiamo dire che l'attesa è abbastanza giustificata e concedersi una serata al cinema vale la spesa.
La storia prende inizio una decina di anni dopo la sconfitta della "gente del cielo". Jake Sully e Neytiri hanno avuto tre figli, più due altri che allevano come se fossero loro. La comunità Na'vi della foresta vive in tranquillità, finché una notte una nuova stella compare in cielo. Che emette il bagliore, per citare il film, di decine di navicelle spaziali che decelerano. È l'umanità che non bussa e che con la scusa di una casa a cui ha appiccato il fuoco e in cui non può più vivere, si arroga il diritto di cominciare a distruggere anche quella di qualcun altro.
Con l'ambiente nel cuore
Il secondo capitolo di Avatar, a cui dovrebbero seguirne almeno altri due a partire dal 2024, è costruito su tre temi fondamentali. Il primo è quello dell'ambiente, il secondo è quello della famiglia e il terzo riguarda l'umanità che non è in grado di riconoscere i propri errori, né di imparare da questi.
È un film profondamente ambientalista, che tocca sottotemi come la pratica della pesca selvaggia, senza misura e incredibilmente impattante, a beneficio di pochissimi; e come la paura e la distruzione portate dall'Uomo bianco e ricco a cui non importa se interi popoli resteranno senza la propria casa a causa del suo egoismo.
Un disequilibrio tra storia e ambienti
Ambienti, vari linguaggi utilizzati, movimenti in acqua, colori e suoni sono stati estremamente lavorati e affinati, al punto che la qualità delle immagini è altissima e completamente immersiva. Lo spettatore non si trova più in sala, ma nuota tra i coralli, si perde nella foresta. Ma non è tutto perfetto. Anzi. Alcuni punti negativi ci sono.
La trama è estremamente diluita e questo comporta sia un pro, sia un contro: i personaggi hanno il tempo di respirare e di crescere, ma il film è eccessivamente lungo, soprattutto considerando che gli eventi concreti non sono molti e i vari filoni della storia non vengono sviluppati a dovere.
Trama e personaggi lasciano a desiderare
La narrazione è in diversi punti assai stereotipata, con un padre che deve occuparsi della famiglia e una madre che viene lasciata un po' da parte, nonostante il personaggio di Neytiri sia forse tra i più belli ed elaborati.
Altro punto un po' negativo della trama: parliamo del classicissimo viaggio dell'eroe, senza alcuna sporcatura o deviazione interessante e che, per giunta, in questo caso è una sorta di copia-incolla del percorso fatto da Jake Sully nel primo film.
James Cameron ha sicuramente portato nelle sale di tutto il mondo un film che farà parlare di sé, per la bellezza degli ambienti e per la riuscitissima regia. Ma lascia un po' di amaro in bocca. Ed è probabile che nemmeno il terzo capitolo sconvolga la trama.