La serie convince quasi al cento per cento. Ma l'episodio denominato "Bianco" presenta alcuni buchi e la chiusa è debole
SAVOSA - Venduta come la serie innovativa del 2023, "Caleidoscopio" mantiene quasi tutte le sue promesse. È avvincente, tragica e ritmata: una sorta di gangster, ma pop. E che in alcuni momenti fa eco a scene da Pulp Fiction e Breaking Bad. Man mano che però la storia va avanti viene però da chiedersi: scrivere gli episodi in pillole visionabili in maniera potenzialmente casuale, eccetto il Bianco che è forzatamente l'ultimo, era davvero necessario? Sicuramente mette in difficoltà recensirla, vista l'altissima probabilità di spoiler.
Per farla breve, una serie di malviventi partecipano a un colpo nel caveau più protetto di New York, «forse degli Stati Uniti e probabilmente del mondo». C'è chi, nella storia, si conosce da sempre, chi è legato in maniera anche intima e chi ha lasciato in sospeso da anni dei conti irrisolti. A dipendenza del modo in cui vengono fruiti gli episodi, si entra nel vivo della storia sin dall'inizio o un po' più tardi.
Il primo merito che va riconosciuto a "Caleidoscopio" è che i personaggi vengono tutti molto ben sviluppati. I realizzatori della serie si prendono il tempo necessario, senza sforare nell'eccesso, di raccontare le loro storie e i rapporti che li uniscono, permettendo così allo spettatore di capirli e, se è il caso, di immedesimarsi. Il che, per una produzione Netflix con così pochi episodi, non è assolutamente scontato.
Restando sulla storia, il punto debole è sicuramente il finale. Se tutto fila fino a quel punto, l'episodio denominato Bianco presenta alcuni problemi. A questo punto siamo nel pieno del colpo, i personaggi sono tutti collegati a una radiolina. Ma da un certo punto in poi, senza alcun motivo apparente, non sono più in contatto. Questo dà inizio a una serie di eventi che senza una forzatura, non sarebbero potuti avvenire. Infine, purtroppo, il finale non convince. È, per via del contesto in cui avviene, completamente staccato. Non sappiamo dove siamo, né quando. Il finale è sicuramente ciò che ci si aspetta, ma è reso in una maniera talmente debole che iniziano i titoli di coda e la reazione è: ah, okay.
La musica è decisamente il punto forte di "Caleidoscopio". Accompagna perfettamente ogni scena, senza alcuna stonatura. Conferendo alla serie un carattere appunto molto gangster, ma soprattutto pop, giovane ed esplosivo. Il risultato è sicuramente simile alla "Casa de papel", ma di livello più alto e molto meno scontato.
Tutto sommato, quindi, "Caleidoscopio" è sicuramente una serie tv da inserire nella propria lista su Netflix. Nota dolente: non è esattamente ciò che ci si aspetta. In molti sicuramente sono arrivati a cliccare play grazie all'enorme campagna marketing lanciata dalla piattaforma di streaming, ma gli episodi non vanno guardati in ordine davvero casuale. È la piattaforma a decidere la sequenza, che sarà sicuramente diversa da quella che vedranno i vostri amici, ma non aggiunge necessariamente qualcosa. Soprattutto perché, non avendo particolari intrighi, non è una serie che si presta a un rewatch.