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MUSICAUn nome dal colore di primavera, il Brasile e la nostalgia

26.06.23 - 06:30
C'è questo, e molto altro ancora, nel nuovo Ep di Tatum Rush: "Bouganvillea"
IVAN NISHITANI
Un nome dal colore di primavera, il Brasile e la nostalgia
C'è questo, e molto altro ancora, nel nuovo Ep di Tatum Rush: "Bouganvillea"

LUGANO - Un tuffo in un universo parallelo fatto di bellezza, personaggi eccentrici, atmosfere esotiche, lussureggianti e sensuali. Tatum Rush, con il suo nuovo Ep "Bouganvillea", uscito lo scorso 9 giugno, ci porta per mano nel suo mondo. Oramai ci troviamo in quello che è lo "stile Tatum", fatto di un pop che mescola una moltitudine d'influenze - le più differenti, ma sempre con un ricercato gusto per il bello.

In quattro tracce passiamo da echi trap alla Bossa Nova: come si mescolano stili musicali tanto differenti?
«Questi brani sono la cristallizzazione di un percorso di scrittura relativamente lungo. Ne ho scritti molti e, al momento della scelta, mi ritrovo con canzoni talvolta parecchio diverse tra di loro e che testimoniano delle fasi creative. È il racconto di un pezzo di vita».

Cosa rappresenta la Bouganvillea del titolo?
«Prima di tutto è un'idea, quasi un suono. Quando ho pensato alla Bouganvillea per la prima volta non avevo neanche l'immagine, in testa, ma solo una parola musicale che suscita in me colore, primavera, estate, profumo... Poi ho scoperto che non ha poi tutto questo profumo (ride, ndr)».

E poi che altro?
«È una pianta che può crescere sia in una località marittima come nel centro di una città, o in campagna. È cosmopolita e simboleggia la forza della bellezza, che possiamo trovare ovunque - anche dove non ce l'aspettiamo».

C'è parecchio Brasile, e per te non è la prima volta.
«Cerco di andarci tutti gli anni, così da crearmi una doppia vita: laggiù da viaggiatore e più sedentaria qui in Ticino. Ma alla fine si lavora dappertutto».

Cosa trovi laggiù che t'ispira?
«Prima di andarci quest'anno ha influito molto la nostalgia del Brasile, quella positiva e che ti spinge a ripartire. È stata la fonte d'ispirazione di gran parte di questi brani: il desiderio di proiettarsi altrove, in un altro luogo... Un desiderio metà malinconico, metà gioioso. Il brano "Malegria" è proprio questa cosa qui».

Ci sono degli ospiti interessanti in questo Ep.
«Ci sono due featuring, quelli di Popa e Lulu. Loro sono senz'altro le ospiti d'onore. Ma molti altri musicisti hanno contribuito: Irbis 37, Golden Years, e così via. Alla fine è sempre un lavoro di squadra: non si riesce mai a fare qualcosa completamente da soli. E per fortuna».

La collaborazione in assoluto più particolare?
«Quella con Jorjão Barreto, che ho scoperto a Rio de Janeiro e che ha suonato con Gilberto Gil, Caetano Veloso, Jorge Ben, Marcos Valle, Tim Maia, GalCosta e molti altri ancora. Lui ha un'ottantina d'anni e per vivere è costretto a lavorare come autista di Uber. Non fa più le tournée con Gil a causa dell'età e quindi si arrangia come può. Barreto è senz'altro un gioiello che impreziosisce l'Ep».

In un brano parli di Rodolfo Valentino: a quasi 100 anni dalla sua scomparsa è sempre un prototipo di classe e fascino?
«È proprio il suo essersene andato da quasi un secolo che lo rende, per me, ancora più irraggiungibile nella sua eleganza, nel suo essere un'icona, un mito della sua epoca».

Ieri eravamo a Villa Tatum, oggi invece dove siamo?
«Se la villa era un punto di arrivo dopo un lungo periodo di ricerca, questo Ep dà conto di una ripartenza e rappresenta una collezione di cartoline che arrivano da luoghi distanti. Alla ricerca di qualcosa più "semplice" rispetto a Villa Tatum, di meno sfarzoso e lussuoso. Più genuino, forse, ma non meno bello e ricco di vita».

Ma cos'è per te il lusso?
«Il lusso del tempo, della libertà, dell'avere la possibilità di fare la musica che voglio. E il lusso dell'ironia e di non prendersi troppo sul serio». 

 
 
 
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