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MONDO APPLEAppleWatch Serie 9: il primo carbon neutral, ma non solo!

05.11.23 - 13:07
Abbiamo testato l’ultima generazione degli orologi “normali” di Apple scoprendo che la nuova normalità sarà la sostenibilità.
Tio/20minuti
AppleWatch Serie 9: il primo carbon neutral, ma non solo!
Abbiamo testato l’ultima generazione degli orologi “normali” di Apple scoprendo che la nuova normalità sarà la sostenibilità.

SAVOSA - Sono passate quasi tre settimane da quando abbiamo cominciato a indossare il nuovo AppleWatch Serie 9. Abbiamo diverse cose da dire, ma l’aspetto più innovativo e a nostro parere più interessante, è l’etichetta Carbon neutral stampata in modo chiaro sull’imballaggio e che accompagna tutti i nuovi orologi di Apple: Serie 9 e AppleWatch Ultra 2. Vediamo di cosa si tratta e quali altre novità caratterizzano la Serie 9.

Carbon neutral - Sin dalla presentazione fatta a metà settembre Apple ha posto l’accento sulla neutralità rispetto alle emissioni di CO2 dei nuovi orologi. L’attenzione per i cambiamenti climatici non è una novità solo di quest’anno per Apple e sarà sempre maggiore dato che, come già annunciato, l’azienda punta a raggiungere questo risultato per tutti i suoi prodotti entro il 2030. Cosa si intende esattamente con il termine “carbon neutral”? È chiaro che ogni attività umana, e quindi anche le attività industriali necessarie alla produzione di un orologio come AppleWatch Serie 9, hanno un impatto sul nostro pianeta. A Cupertino sono riusciti ad azzerare le emissioni complessive, dalla produzione fino al momento della loro vendita. In aggiunta a ciò, considerando la quantità di energia necessaria per alimentare i singoli orologi per la loro intera durata di vita, hanno già compensato le potenziali emissioni causate dalla produzione di energia necessaria ad alimentarli. Come ci sono riusciti? In un’intervista rilasciata a CBS a metà settembre Tim Cook, CEO di Apple, ha spiegato che la scelta è stata di lavorare con molta attenzione su tutta la filiera produttiva coinvolgendo anche i partner industriali in questa transizione. Un coinvolgimento che punta sull’utilizzo di una quota maggiore di materiali riciclati o rinnovabili (il 30% in questa ultima generazione), sulla ridurre delle spedizioni via aereo privilegiando quelle via mare che, grazie alle enormi economie di scala, ottenute anche riducendo le dimensioni degli imballaggi e potendo così trasportare più prodotti a parità di volume, permettono di ridurre l’impronta di ogni singolo prodotto. A tutto co si aggiunge l’utilizzo di energia al 100% rinnovabile e all’acquisto di carbon credit di alta qualità per compensare la quota di emissioni che ancora non riesce a controllare interamente. In aggiunta a ciò ricordiamo che Apple da ormai diversi anni ha predisposto una serie di macchine che hanno il compito di smontare i vecchi prodotti riconsegnati dagli utenti al fine di riciclare il maggior quantitativo possibile di risorse, dalle viti fino ai materiali utilizzati per le sue componenti.

È chiaro che la neutralità carbonica di un orologio non è forse un’esigenza per tutti, ma nel contesto attuale è sicuramente un elemento importante per almeno due motivi. Il primo è che dimostra la fattibilità della transizione verso una maggiore, se non totale, sostenibilità delle attività umane (che a prescindere dalle varie sensibilità è alla prova della scienza un’esigenza sempre più impellente), la seconda è che la neutralità carbonica può essere anche una questione economica e di marketing (cosa che a Cupertino sanno sicuramente fare bene). La dimensione economica, stiamo pur sempre parlando di aziende quotate in borsa, è ovviamente centrale per le aziende ma non solo. Anche su questo, Tim Cook, è però categorico: “può essere fatto, e può essere fatto in modo che gli altri [le altre aziende, ndr.] possano fare altrettanto” ha spiegato nell’intervista alla CBS.

S9 SiP - Dal punto di vista tecnologico la novità hardware più interessante è il nuovo processore S9 SiP che, lo avevamo già scritto a settembre, racchiude 5.6 miliardi di transistor e comporta un sensibile aumento delle prestazioni. Potenza di calcolo che viene poi sfruttata da tutti gli altri elementi hardware e software che caratterizzano i nuovi orologi, come i nuovi processori a banda ultralarga o l’ultima generazione del processore Neural Engine

Doppio tap - Il processore Neural Engine, in abbinamento ai nuovi accelerometri e sensori inseriti nella cassa (in alluminio o acciaio a dipendenza del modello), migliora il riconoscimento di alcuni gesti, in particolare “il doppio tap”. Questa gesture è stata molto pubblicizzata sin dalla presentazione di settembre, ma in realtà era già disponibile nei modelli precedenti attivandola dal menu Accessibilità. In realtà, l’abbiamo provata, nei modelli precedenti non funzionava esattamente nel modo in cui funziona ora e, soprattutto, non era altrettanto precisa nel riconoscere il doppio tap. Quanto è utile questa novità? Dipende dalle vostre abitudini e dalle situazioni. Personalmente non abbiamo davvero sentito l’esigenza di utilizzare questo gesto, nella maggior parte dei casi la normale interazione con lo schermo andava più che bene e ci sembrava più naturale, ma in alcune situazioni, in bicicletta o in motocicletta, è senza dubbio un’opportunità interessante e oggi anche affidabile. Sarà sicuramente utile a chi fa attività fisica o si allena spingendo sui pedali, il nuovo chip Bluetooth permette infatti di collegare l’orologio ai vari sensori presenti sulla bicicletta e registrare direttamente da essi i vari parametri. In aggiunta a ciò, grazie al nuovo sistema operativo (iOS17), l’abbinamento con un iPhone permette di leggere tutti i parametri dell’allenamento direttamente dallo schermo del proprio telefono (che magari utilizza anche come navigatore).

Siri - Tra le novità che ci sono piaciute molto c’è sicuramente Siri. Ci rendiamo conto che questa affermazione, dopo anni di costanti critiche, potrà stupire la maggior parte dei lettori, ma benché non sia ancora priva di difetti la potenza di calcolo dei nuovi processori permette a Siri di gestire direttamente dal dispositivo tutta una serie di comandi, quelli più frequenti, senza dover accedere costantemente ad internet. In questo modo oltre a rendere l’assistente vocale più rapido si riducono le situazioni in cui, in assenza di connessione, Siri non fa quello che le chiediamo.

Altra novità - La seconda generazione del chip a banda ultra larga, Ultrawideband, permette una localizzazione del proprio telefono molto più precisa (a patto di avere un iPhone 15 in una qualunque delle sue versioni) e una migliore interazione con gli HomePod. Per quanto riguarda la ricerca degli iPhone smarriti, in assenza di un nuovo iPhone ci si dovrà limitare a far squillare il telefono, in tutta sincerità ci sembrava già sufficiente e la nuova funzione di ricerca precisa non ci sembra aggiungere qualcosa di vitale.

Display - Nella Serie 9 gli schermi sono decisamente più luminosi, si arriva a 2000 nits mentre la Serie 8 si fermava a 1000 nits. Una differenza sicuramente interessante, soprattutto all’aperto e in situazioni con molta luce, ma che come altri aspetti di questa nuova generazione non ci sembra decisiva per indurre ad un nuovo acquisto. Nei modelli in alluminio gli schermi sono ricoperti da un vetro Ion-X mentre sui modelli con cassa in acciaio il vetro sarà un vetro in zaffiro. Maggiore luminosità non vuol però dire meno durata della batteria. Apple annuncia 18 ore di autonomia, con qualche aggiustamento e poche limitazioni siamo arrivati ad un giorno e mezzo. Grazie però alla ricarica rapida basta appoggiare l’orologio per alcuni minuti sul caricatore durante la giornata, mentre si è al computer o si fa una doccia, per poterlo indossare anche di notte (mentre traccia il battito cardiaco, l’ossigenazione del nostro sangue la qualità del nostro sonno) e, di fatto, averlo al polso per praticamente tutto il giorno.

Conclusione - In attesa dell’arrivo di Vision Pro l’ecosistema Apple è composto da prodotti ormai maturi. Inevitabilmente si è quindi arrivati ad una situazione di miglioramenti incrementali sempre meno sensibili. Una situazione che non deve essere intesa per forza in senso negativo e che non vuol dire che le novità non siano importanti o interessanti. Per chi oggi indossa un orologio Apple, dalla Seria 6 in sù, ci sembra che non sia indispensabile un aggiornamento ai nuovi modelli (anche da un punto di vista ecologico ed economico può aver senso aspettare il prossimo anno) a patto di voler passare ai modelli Ultra. Tra un Serie 6 e un Serie 9 le differenze ci sono, ma potrebbero non tradursi in un’esperienza di utilizzo decisamente diversa. Per gli altri, intesi come nuovi utenti o persone che già hanno un AppleWatch fino alla Serie 5 compresa, quindi modelli di oltre quattro anni fa, il cambiamento sarebbe sicuramente molto evidente e l’impressione di avere al polso un prodotto nuovo e diverso da quello vecchio sarà decisamente maggiore e i soldi spesi (399.- CHF per i modelli senza rete cellulare, 100.- CHF per avere la connettività cellulare) sembreranno più giustificati.

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COMMENTI
 

Manang1404 1 anno fa su tio
Mmm carbon neutral...vabe..
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