"Supersex" racconta la vita del re italiano del porno, senza giudicare il personaggio (e l'uomo)
SAVOSA - Ortona, metà anni Settanta. Una modesta cittadina di provincia, affacciata sull'Adriatico. È tra le case popolari di questa località abruzzese che cresce Rocco Tano e si forma un cordone ombelicale che terrà legata in qualche modo anche la sua identità futura, Rocco Siffredi.
La vita sregolata del re del porno italiano viene raccontata in "Supersex", serie Netflix in sette episodi che sta andando fortissimo in patria ed è sul podio delle più viste anche in Svizzera. Seguiamo il percorso di crescita di Rocco attraverso l'infanzia, l'adolescenza e poi l'età dei trionfi e delle difficoltà. Sono tre gli attori che lo interpretano: Marco Fiore da bambino, Saul Nanni da adolescente e infine Alessandro Borghi da adulto. Un'ennesima grande interpretazione per l'attore italiano, con il solito lavoro maniacale sul personaggio - non solo fisico, ma anche psicologico. Mosse, tic e comportamenti sono quelli della star del porno, ma verrebbe da giurare che anche le emozioni e i dolori sono gli stessi.
"Supersex" è la scoperta del "potere", da ricercare tra le gambe di uomini e donne. È il riscatto dal dolore dell'infanzia (in primis la morte del fratello), la ricerca dello sguardo della madre (il rapporto tra i due è uno degli elementi più interessanti della narrazione). Un racconto di formazione di un ragazzo di provincia che trova la sua dimensione, tra orge e perversioni, nella Parigi degli anni Ottanta e poi con l'ascesa al rango di superstar.
Poteva uscire un ritratto beatificante e assolutorio dell'uomo-Siffredi, ma così (per fortuna) non è stato. La scrittura di Francesca Manieri e la regia di Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni garantiscono un'assenza di giudizio, pur non risparmiando allo spettatore un tuffo nel mondo che ha assorbito il protagonista e lo ha fatto diventare un suo simbolo internazionale. Rocco è un uomo travagliato, tormentato, dominato da passioni irrefrenabili, da un bisogno di rapporti fisici, anche di una certa violenza, che andrà a "contaminare" anche il suo privato. È allo stesso tempo un individuo dominato da un destino «che eredita come una cosa da cui sembra non potersi mai allontanare», ha dichiarato Jasmine Trinca a Cosmopolitan. Il sesso e il porno saranno anche vita per Rocco, ma lui stesso arriverà a capire che la vita non è (solo) sesso.
Ce n'è ovviamente tantissimo, di sesso. I corpi sono fondamentali nel racconto ma non c'è mai una pornografia ostentata, sbandierata. La crudezza, anche quella di episodi destinati a far discutere (e che peraltro non sono inediti, il vero Siffredi ne ha già abbondantemente parlato) non appare quasi mai gratuita. In "Supersex" c'è «la crisi del rapporto tra maschile e femminile, lo iato tra sessualità e affettività che ci riguarda tutti», ha spiegato Manieri al Corriere della Sera.
Tra i difetti del prodotto ci sono alcuni eccessi di retorica, ma la valutazione è ampiamente positiva. Tutti sono promossi. Menzioni speciali alla Moana Pozzi di Gaia Messerklinger, all'oscuro Tommaso di Adriano Giannini e alla Lidia di Jasmine Trinca, che raccoglie in sé le donne con le quali Rocco ha avuto un rapporto nella vita, le donne sognate e amate. E Siffredi? Ha detto che quello che viene mostrato è quasi tutto vero e che ha pianto vedendo la serie in anteprima. In "Supersex" si è ritagliato un piccolo e gusto cameo - non su un set hard, peraltro.