"Gloria!" di Margherita Vicario offre un debutto alla regia di grande qualità e vitalità
SAVOSA - Istituto Sant'Ignazio, da qualche parte nell'area di Venezia, all'alba dell'anno 1800. Teresa è incaricata dei lavori più umili all'interno di un collegio femminile che accoglie orfane e insegna loro a cantare e suonare uno strumento. È creduta muta, ma parla con gli occhi. Soprattutto, sa cogliere la musicalità del quotidiano e trasformarla in un sogno a occhi aperti. Ma la realtà incombe e ha la consistenza di uno scappellotto.
È l'incipit di "Gloria!, l'opera prima di Margherita Vicario che è stata presentata in anteprima al PalaCinema di Locarno il 27 marzo scorso. In quell'occasione abbiamo avuto l'opportunità d'intervistare la regista.
Sono tempi di grande cambiamento, quelli. Verso la Serenissima inizia a spirare il vento della Rivoluzione francese ed è Napoleone a portarlo, in cima alle baionette dei suoi soldati. Sono gli ultimi sussulti di una cultura implacabilmente patriarcale, con una costante imposizione del silenzio sulle giovani ospiti che altro non è che la negazione della voce dell'individuo - solo perché donna. Il rettore e maestro di musica, Perlina, è impersonato da Paolo Rossi. Compositore in declino, è schiacciato dal peso di dimostrare di essere ancora in grado di produrre arte. Vive inoltre un dramma personale: è innamorato di un giovane cantante, che in realtà lo sfrutta. Per causa sua viene venduto il pianoforte che ha rappresentato la luce nelle esistenze di Teresa e delle altre ragazze. Le ore sottratte al sonno e passate nello scantinato a suonarlo, di nascosto, sono state evasione dalle mura dell'istituto, gioia e libertà.
Nel segno della musica - La musica è il cuore pulsante del film. È l'emancipazione, la consapevolezza e la fuga dalle imposizioni della società. La musica che Teresa crea, sorprendendo le allieve del Sant'Ignazio, è pop ante litteram: gioioso ed estremamente vitale. Ma c'è anche quella "canonica", a partire dal Gloria in Excelsis Deo - RV 589, di Vivaldi. Così come quella di Maddalena Laura Sirmen (compositrice reale, vissuta in quell'epoca e in quel contesto) che Lucia suona, come fosse un prodotto del suo ingegno.
Senza anticiparvi troppo, è un momento speciale a far svoltare il film: è l'arrivo di Papa Pio VII e l'allestimento di un concerto in suo onore con le ragazze del Sant'Ignazio.
Esordio da applausi - Quello di Vicario è un esordio alla regia decisamente ottimo. Mostra una padronanza del mezzo cinematografico sorprendente per una debuttante e non ha paura di sperimentare, mescolando registri e tematiche e realizzando un'opera positiva e propositiva, che parte da Vivaldi e lo alterna (senza ripudiarlo) al pop. Nota di merito alla bellissima fotografia firmata da Gianluca Rocco Palma, che gioca con la luce naturale e i chiaroscuri. Altrettanto belle le immagini dei paesaggi della laguna veneta.
Il film è stato realizzato tra Friuli-Venezia Giulia e Ticino e ha goduto del sostegno dell'Ufficio federale della cultura e della Ticino Film Commission. Girare al Palazzo dei Landfogti a Lottigna «è stato un piacere e una gioia», ci ha spiegato la regista. La sceneggiatura è stata scritta da Anita Rivaroli e Margherita Vicario e lei (già famosa sia come attrice che come cantautrice) ha composto le musiche con Davide Pavanello.
Il cast mescola giovani attrici (a partire da Galatéa Bellugi e Carlotta Gamba) a musicisti (Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista, Elio degli Elio e le Storie Tese) e comici, come Natalino Balasso. Paolo Rossi pesca dalla sua esperienza teatrale, dai personaggi di Molière che ha portato sul palcoscenico, per tratteggiare il suo Perlina. È il ritratto di un individuo pusillanime, meschino e miserabile nel suo servilismo. Un Don Abbondio veneto. Può suscitare pena, ma a fatica si riesce a provarne compassione. Con l'eccezione di Elio, tutti i personaggi maschili sono decisamente sgradevoli.
Fidelia, una persona vera - C'è poi Fidelia, interpretata dall'attrice ticinese Jasmin Mattei. Parlando con lei a Locarno in merito al suo personaggio, ha spiegato che «ha una grande fede e una convinzione che la porta a non guardare cosa accade intorno a lei». Per immergersi nel personaggio ha raccontato che è stato fondamentale «l'ascolto di tantissima musica, che mi ha accompagnato quando, finito il lavoro, vado a camminare per due o tre ore da sola». Il suo è un personaggio secondario ma del quale si percepisce l'autenticità. «È una persona vera, che lavora tantissimo nel seguire queste ragazze, «che non avrebbero avuto una vita semplice. Sono sotto la sua supervisione, lei è responsabile della loro sicurezza». Quando il sistema nel quale riversa una fede cieca vacilla, lei ha un crollo. «Perché lei è convinta di essere nel giusto».
Su come è stato lavorare con Vicario, ha spiegato: «È stato splendido. Oltre a portare tutta la sua esuberanza, creatività e allegra bellezza di artista a 360 gradi, sapeva esattamente quello che voleva. Essendo lei stessa attrice, dava una possibilità all'improvvisazione. Se poi succedevano cose non previste nella sceneggiatura, le accoglieva bene. E non tutti lo fanno».
«Nascoste tra le pagine della Storia» - "Gloria!" ha un'ambientazione ben precisa e dettagliata, ma non è un film storico tout court. Gli anacronismi musicali sono finalizzati a rendere il potere della sorellanza che nasce tra le protagoniste e a lanciare chiari messaggi all'attualità, come ha avuto modo di spiegare Vicario. Il film è dedicato a «tutte le compositrici che, come fiori messi a seccare, sono rimaste nascoste tra le pagine della Storia».
"Gloria" esce oggi nelle sale ticinesi: è in programmazione a Lugano (CineStar), Locarno (PalaCinema), Mendrisio (Cinema Multisala) e Bellinzona (Cinema Forum).