Per il ventennale i Silence Is Chaos hanno riproposto "We Won't Fall", brano acustico del 2015, in una versione punk senza compromessi
LUGANO - 20 anni di attività sono un traguardo importante per qualsiasi artista. Che merita di essere celebrato. I Silence Is Chaos hanno deciso di farlo realizzando una nuova versione di un brano di dieci anni fa, "We Won't Fall", presente nell'album "Brutal Casualty". Il risultato è fedele allo stile peculiare della band luganese e al suo punk-rock veloce, diretto e senza compromessi.
Ne abbiamo parlato con Samy (voce e chitarra), che condivide questa avventura musicale con Sergio (voce), Lutz (basso) e Nino (batteria).
Avete "elettrificato" una ballad per voce, chitarra e armonica. Perché avete fatto questa scelta, e perché nel 2015 avevate scelto l'unplugged?
«All'epoca abbiamo scelto di fare la versione acustica perché ci piaceva l'idea di rappresentare, con tutti quei cori, la presenza in strada di un gruppo di persone (e di amici) che condividono lo stesso ideale. Riguardo alla scelta attuale, invece, non c'è stato un vero e proprio ragionamento: l'abbiamo suonata in sala prove, è venuta bene ed è stato naturale fare una versione "moderna" della canzone».
Avete "coverizzato" voi stessi: com'è stato riaffrontare un brano di dieci anni fa?
«La nuova versione è uscita abbastanza naturale. Suonandola e riascoltandola, sembrano quasi due canzoni diverse - anche se il messaggio è sempre lo stesso. Abbiamo puntato su questo brano perché i nostri principi, i nostri ideali non sono cambiati ma si sono evoluti».
Il testo del brano, con il suo inno alla solidarietà e resistenza, era attuale ieri come oggi?
«Ora lo è ancora di più. Dieci anni fa non c'era tutto quello che sta succedendo ora. Adesso ci troviamo molto più "dentro" questa esigenza di protesta. Allora era un mondo travagliato, ma ora è completamente folle».
Dopo 20 anni, è già ora di fare un bilancio?
«Penso che non sia mai ora di fare bilanci. Non è una questione di obiettivi raggiunti oppure no: sono vent'anni che suoniamo, che siamo amici e ci divertiamo. Finché sarà così continueremo a fare musica».
Questa sera sarete sul palco dello Studio Foce per la serata Local Heroes Night. DIY Fest, insieme a Yesterday Is History, Metrò e Kohma.
«Quello dello Studio Foce è il palco di casa ed è così importante, se si pensa alla scena ticinese. Siamo molto felici di tornarci a suonare insieme ad altri gruppi anche loro ticinesi, e così sostenerci a vicenda tra band locali».
C'è parecchia solidarietà nella scena punk ticinese, o sbaglio?
«Sì, soprattutto perché siamo rimasti in pochi a farlo. Quindi, se non ci si supporta tra di noi, diventa sempre più difficile trovare amici con cui suonare».
Cosa c'è nel vostro futuro?
«Stiamo scrivendo nuovi pezzi, aspettatevi dei singoli tra la fine dell'anno e l'inizio del 2026».