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Essere meccanici da competizione

Lo scorso fine settimana è iniziata la nuova stagione del mondiale rally. Un occasione per incontrare chi pratica una professione che sognano in molti
Essere meccanici da competizione
Lo scorso fine settimana è iniziata la nuova stagione del mondiale rally. Un occasione per incontrare chi pratica una professione che sognano in molti
Giovedì 21 agosto 2014. Sul mezzogiorno, durante lo Shakedown del Rally di Germania - una prova-spettacolo che anticipa la gara vera e propria - il belga Thierry Neuville e il suo navigatore Nicolas Gilsoul si sono resi protagonisti di uno spe...

Giovedì 21 agosto 2014. Sul mezzogiorno, durante lo Shakedown del Rally di Germania - una prova-spettacolo che anticipa la gara vera e propria - il belga Thierry Neuville e il suo navigatore Nicolas Gilsoul si sono resi protagonisti di uno spettacolare incidente durante il quale, ribaltandosi più volte, hanno sradicato un bel po’ di vigneti. Venerdì 22 agosto, all’alba, i due suono alla partenza del Rally quasi come se nulla fosse accaduto, con la loro i20 in condizioni pressoché perfette. E non solo: sono pure riusciti a conquistare la loro prima vittoria nel mondiale rally (WRC). Un Miracolo? Niente affatto: tutto merito dell’imponente lavoro dei meccanici ed ingegneri di Hyundai Motorsport, i quali hanno lavorato per 18 ore consecutive permettendo all vettura di rientrare in gara.

"La vittoria in Germania, soprattutto in queste circostanze, è stata un'esplosione di gioia indescrivibile nella squadra", ricorda il 32enne Clément. Questo non è stato l’unico trionfo del giovane ingegnere, già attivo nei ranghi di Citroën ai tempi del nove volte campione del mondo Sébastien Loeb. “È molto più di un semplice lavoro: i colleghi diventano una famiglia. Quando l’equipaggio vince, vinci anche tu. Ovviamente il nostro compito principale è di natura tecnica ma a volte bisogna guardare oltre le nostre competenze, calarsi nel ruolo di psicologo e trovare quel piccolo aspetto che faccia si che il pilota si senta totalmente fiducioso della vettura.” Il francese non ha tuttavia ancora finito di elogiare il suo mestiere: “È coinvolgente: lavori fianco a fianco con persone che hanno tutte lo stesso obiettivo, lo stesso traguardo, che hanno voglia di fare, i quali non lavorano solo per guadagnare uno stipendio ma perché ci credono e sono spinti dalla tua stessa passione. Ci si sente veramente attori del proprio mestiere e artefici del proprio risultato.”

Della stessa opinione pure Yannick, 27 anni, anch’egli francese. “Gli orari sono un po’ speciali durante i Rally. Ti svegli alle 4 del mattino e non sai quando andrai a dormire” ci confida il meccanico Hyundai. E infatti si aspetta sempre di dover trascorrere anche l’intera nottata a riparare un’automobile, se necessario. Però, divertito, conclude: “Sarà anche dura, però è altrettanto vero che ci si annoia se non c’è nulla da fare…”

I REQUISITI - Far parte di una scuderia e della squadra che si dedica all’assistenza delle vettura durante le competizioni è un sogno di molti appassionati di motori, specie tra i meccanici. Ma quali sono i requisiti richiesti per questo tipo di impiego? Lo abbiamo chiesto a Fredy Barth, responsabile del team Emil Frey Racing. “Essere attratti dal mondo delle corse non basta: è un lavoro difficile in particolare per gli orari, tant’è vero che un team di assistenza non ha mai realmente delle pause per rilassassi nel paddock o vedere le altre corse. Fondamentale è inoltre la conoscenza dell’inglese e le persone polivalenti sono generalmente quelle più ricercate: più cose si sanno fare, maggiore sarà il vantaggio sugli altri candidati". Per chi volesse avvicinarsi a questo mondo è consigliabile iniziare a farlo con un piccolo team amatoriale, magari durante un Rally locale? “Si, assolutamente, è tutta esperienza che si può inserire nel CV. Inoltre gli permette di avere un primo contatto con il mondo delle corse, il che è fondamentale per capire se questo è un ambiente che possa fare o meno al caso suo.”

INGEGNERE O MECCANICO? - “Anche tralasciando l’ambiente e le emozioni, lavorare nel mondo delle competizioni è sicuramente più interessante che in una comune officina.” A dirlo e è Sylvain, un 29enne di Neuchatel, che di competizioni ne sa qualcosa avendo trascorso quattro stagioni con il team svizzero Jenzer Motorsport. Il neocastellano ha vissuto questo mondo da meccanico prima e da ingegnere poi. Quale dei due mestieri ha apprezzato di più? “Difficile dirlo: ognuno di essi è una pietra che va a comporre l’edificio. Il meccanico, oltre ad essere un lavoro generalmente più manuale, è la figura che affina i dettagli, che tocca direttamente con mano la “sua” vettura. L’ingegnere è invece colui che a stretto contatto con il pilota definisce la strategia decidendo quali modifiche apportare all’automobile.” Sylvain oggi ha abbondato il mondo delle corse a causa delle numerose trasferte e dei stressanti ritmi di lavoro. Anche se, confessa, l’ambiente un po’ gli manca.

LA FORMAZIONE - Come spesso accade per i mestieri legati all’automobile, la Svizzera non è una Nazione nella quale andare a cercare numerose opportunità. Fuori dai confini nazionali vi sono invece numerose le scuole - in particolare in Francia - che offrono dei percorsi di formazione mirati per questa affascinante professione. Per citarne alcune L’Auto Sport Academy di Le Mans, l’Institut européen de formation aux mécaniques sportives di Alès o la Ecole de la Performance di Nogaro, cui se ne aggiungono diverse altre, tra cui l’italiana Motorsport Technical School.

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