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L'OSPITECosti della salute e premi: l’uovo di Colombo è un'illusione

29.01.20 - 18:21
Ivo Giudicetti, portavoce di santésuisse
TiPress - foto d'archivio
Costi della salute e premi: l’uovo di Colombo è un'illusione
Ivo Giudicetti, portavoce di santésuisse

Nella sua opinione del 17 gennaio, Moreno Colombo presenta la cassa malati unica come l’antidoto all’aumento dei premi, un male che attribuisce agli assicuratori malattia. Questa tesi ammaliante quanto fuorviante (diffusa anche da altri) merita una risposta.

Il testo ricorda l’aneddoto popolare dell’uovo di Colombo attribuito all’omonimo navigatore per indicare (l’illusione di) una facile soluzione ai problemi complessi.

Nel nostro Stato sociale, gli assicuratori malattia garantiscono un’equa solidarietà tra sani e malati. Tecnicamente, gli assicuratori malattia sono l’intermediario finanziario tra gli assicurati e i fornitori di prestazioni sanitarie. Fin qui tutto bene, il problema è che i premi seguono i costi e che questi continuano a crescere.

I costi sono generati dall’incontro tra il paziente e il medico, rispettivamente l'ospedale, la farmacia, la casa di cura, i servizi spitex ecc. Purtroppo, secondo una stima del Consiglio federale, il 20% dell’insieme delle prestazioni erogate sono superflue. E coloro che beneficiano dei pagamenti si oppongono ostinatamente a prezzi più abbordabili per gli assicurati e, in parte, anche a limitare le cure alle reali necessità. Infine, più alti sono i costi più alti saranno i premi!

santésuisse si impegna costantemente a spingere le tariffe eccessive verso il basso, ma trova sistematicamente resistenze.

Un esempio sui farmaci, anche se potremmo farne molti altri. In Svizzera, vendiamo e compriamo ancora per lo più farmaci originali - anche se i generici hanno esattamente lo stesso effetto (principio attivo). Chi ci guadagna? L'industria farmaceutica, che può stabilire utili da capogiro. Accanto ai produttori, anche farmacisti e medici che distribuiscono questi farmaci: più alto è il prezzo, più alto sarà il profitto (produttore) e la commissione (intermediari). E ciò a spese di chi paga i premi! Una cassa unica non cambierebbe la situazione. Anzi, con essa costi e premi potrebbero ancora aumentare.

Oggi i costi amministrativi degli assicuratori malattia (inclusi salari, pubblicità, ecc.) ammontano al 4.5% dei premi. Le prestazioni sanitarie (cure ecc.) e i prodotti sanitari (farmaci, tecnologia medica ecc.) coprono il restante 95.5% dei premi.

Perché un istituto assicurativo pubblico e unico dovrebbe essere più economico? Sarebbe il cane che si morde la coda: fine della libera scelta del proprio assicuratore e l’inizio del monopolio pubblico, che presuppone nuove e costose strutture statali, truppe di funzionari a sostituire i quasi 13’000 collaboratori degli assicuratori malattia LAMal che servono oggi in tutto il paese più di 8.5 milioni di assicurati. I costi salirebbero. Una cassa unica graverebbe sulla comunità, sia essa quella degli assicurati (premi) o quella dei contribuenti (imposte).

Rimettiamo l’assicurato al centro, ma anche il paziente. Oggi si effettuano molti trattamenti non necessari unicamente a favore dei fornitori di prestazioni. Occupiamoci dei costi per non pagare sempre di più. Come? Tra le misure proposte da santésuisse:
- introdurre un tariffario forfettario al posto del TARMED per il settore ambulatoriale;
- limitare il numero di operatori sanitari su un determinato territorio (nel settore l’offerta crea la domanda);
- sviluppare una pianificazione ospedaliera sovracantonale (anche se non necessariamente per il Ticino);
- implementare criteri di qualità standardizzati e verificabili anche nel settore ambulatoriale;
- introdurre il finanziamento uniforme (il settore ambulatoriale è oggi - purtroppo - interamente a carico degli assicurati);
- introdurre un prezzo di rifermento per i generici;
- adottare un nuovo sistema di prezzi per i medicamenti super cari basato sul successo della cura;
- permettere i rimborsi per i farmaci acquistati all’estero (fine del principio della territorialità), ecc.

santésuisse vuole ridurre i costi per dare un futuro alla nostra assicurazione sanitaria sociale. Con la ricerca di alibi di comodo per nascondere le cause dell’aumento dei costi, invece, in molti continuano a dirigere il sistema sanitario su un binario morto.

Per finire, una doverosa segnalazione di errori o possibili malintesi contenuti nello scritto del signor Colombo (non me ne voglia, è mio dovere):
- i premi sono fissati sulla base dei costi reali stabiliti e dei costi attesi per l’anno venturo (perciò si tratta di un’assicurazione). Non è quindi possibile diminuire i premi per poi diminuire i costi. È vero il contrario;
- Colombo nega i benefici del sistema concorrenziale nell’assicurazione obbligatoria riferendosi al caso della SUPRA (2012). Ma il caso ha toccato un’assicurazione complementare privata, non un'assicuratore della LAMal;
- la concorrenza tra assicuratori porta al contrario risparmi, qualità e innovazione. Ogni anno, ognuno può liberamente cambiare cassa malati valutando i diversi premi offerti, la qualità del servizio e i modelli alternativi che danno diritto a uno sconto;
- le riserve sono una virtù, anche se è divenuto uno dei temi prediletti di una certa retorica populistica nostrana. Le riserve garantiscono la solvenza degli assicuratori a beneficio di assicurati e fornitori di prestazioni. Riserve più alte del minimo legale permettono poi di far fronte anche a una potenziale e repentina esplosione dei costi dovuta a una grave pandemia (ipotizziamo per un attimo la propagazione del Coronavirus in Svizzera);
- la trasparenza c’è per chi la vuole vedere. L’Ufficio federale della sanità pubblica, che vigila sull’appropriatezza delle riserve e verifica i conti economici delle casse malati, pubblica i dati ogni anno sul proprio sito. Anche gli assicuratori pubblicano i propri bilanci;
- Colombo scarica sugli assicuratori malattia certe lacune del servizio pubblico da lui segnalate. Ma come? Se il servizio pubblico è insoddisfacente, sono i rappresentanti dello Stato a dover renderne conto, oppure il mondo non è più “rotondo” ma è piatto;
- se l’84% dei ticinesi sono contenti o molto contenti dei servizi del proprio assicuratore (sondaggio gfs 2017), quanto riportato da Colombo sui funzionari suggerisce un apprezzamento diverso per il servizio pubblico. Dicevamo…cassa unica?

In conclusione, santésuisse vuole tutelare un sistema sanitario basato sulla solidarietà e la qualità delle cure per tutti gli assicurati. Dobbiamo scongiurare il catastrofico scenario di una medicina a due velocità nella LAMal. Per iniziare, occorre promuovere un’informazione basata su dati il più possibile oggettivi e non su credenze popolari: l’uovo di Colombo è un’illusione, perché un problema complesso richiama soluzioni multiple e complesse.

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