Franco Cavalli e Beppe Savary-Borioli - ForumAlternativo
L’epidemia di Coronavirus sta creando molte preoccupazioni nella popolazione, anche perché, come avvenuto in Italia, vengono diffusi messaggi contrastanti, intrattenuti soprattutto da personaggi come il Dott. Denti e simili in cerca di facile notorietà. Se le preoccupazioni sono comprensibili e giustificate, sarebbe però sbagliato cedere al panico e all’irrazionalità, sempre in agguato in situazioni simili.
Sinora le autorità hanno risposto in modo adeguato e proporzionale allo svilupparsi dell’epidemia. L’esperienza cinese e quella italiana dimostrano che l’elemento cruciale è la capacità delle strutture ospedaliere di gestire la percentuale di pazienti affetti da Covid-19 che richiedono un’ospedalizzazione (circa il 10%). E con l’evoluzione attuale, il Ticino sembra pronto a farvi fronte.
In sintonia con i più reputati esperti, pensiamo che una chiusura della frontiera non servirebbe, essendo il virus già ben diffuso tra di noi, tanto che le percentuali di contagiati in Ticino superano quelle delle provincie confinanti da cui arriva la stragrande maggioranza dei frontalieri. Ciò che ora dobbiamo imperativamente fare è rallentare la diffusione del virus, adottando tutti quei comportamenti individuali che le autorità hanno più volte spiegato.
Una soluzione forte (e che contrariamente alla chiusura delle frontiere potrebbe essere utile) sarebbe l’arresto totale di ogni attività lavorativa in tutto il Ticino. Ciò richiederebbe un piano nazionale di salvataggio economico del Cantone (possibile usando le centinaia di miliardi delle riserve della Banca Nazionale), perché ai lavoratori si dovrebbe garantire il salario, agli artigiani indipendenti e alle PMI andrebbe offerta una compensazione, e l’economia andrebbe rilanciata passata la fase acuta. Ci opponiamo invece fermamente a quei tanti tentativi padronali già in corso di taglio dei salari, aumento della precarietà e addirittura licenziamenti illegali: c’è chi, approfittando della situazione, cerca di aumentare ancora lo sfruttamento.
Per le scuole va fatto un discorso a parte. Se la chiusura delle scuole dell’obbligo potrebbe addirittura peggiorare la situazione (molti ragazzi finirebbero con l’essere gestiti dai nonni, gruppo a rischio, mentre per i ragazzi il Coronavirus è meno pericoloso dell’influenza comune), le scuole professionali e le medie superiori dovrebbero essere chiuse immediatamente, in particolare a causa del pericolo rappresentato da mezzi di trasporto pubblico sovraffollati. Questi mezzi potrebbero essere riservati, con ampio spazio a disposizione, per gli allievi delle medie inferiori, qualora si decidesse di non chiudere anche queste.
Siamo convinti che prendendo decisioni adeguate – e non lasciandosi guidare dal panico o dagli appelli da “caccia all’untore” – saremo in grado di superare tutti assieme questa prova. Più tardi però dovremo fare i conti con chi ci ha ridotti a dipendere da paesi terzi, soprattutto per quel che concerne il personale sanitario. Una situazione scandalosa, la cui responsabilità politica, alla fine della fiera, è proprio di quelli che di solito gridano “prima i nostri” e poi si oppongono a iniziative come quella “Per cure infermieristiche forti”, che servirebbe proprio a risolvere questo problema.