di Claudia Valli, insegnante e Presidente dell’associazione CANDI
A seguito della conferenza stampa di giovedì anche parrucchieri ed estetiste, attendono conferma sulla data per la riapertura delle loro attività commerciali, fra questi anche gli onicotecnici, i “professionisti delle unghie”. La professione non è attualmente regolamentata con una vera e propria formazione, e si teme che senza delle linee guida la maggior parte degli operatori di settore non siano in grado di mantenere il rigore, necessario non solo allo svolgimento della professione, in situazioni normali, ma soprattutto in situazioni come queste, dove è indispensabile ridurre al minimo il rischio di contagio.
Difficile definire quanti siano i "professionisti delle unghie in Ticino", e si tiene in considerazione che oltre i centri nails, sono numerosi gli operatori che esercitano in centri estetici e saloni per capelli. La professione potrebbe altresì essere svolta in un negozio al dettaglio, come pure al proprio domicilio, senza dimenticare le operatrici che non esercitano regolarmente (non vorrei tenere in considerazione questa fetta di mercato, ma purtroppo e una realtà troppo evidente)
Non esiste un apprendistato che abiliti all’esercizio della professione, nonostante vengano utilizzati dispositivi medici non viene richiesto un certificato di competenza in materia di igiene (come ad esempio viene fatto fra i podologi).
I rischi di contagio ci sono sempre stati, basti pensare alle micosi e ad altre patologie trasmissibili. È fondamentale che clienti ed operatori di settore ne siano pienamente coscienti. In una situazione come questa è indispensabile che chi esercita possa garantire tutte le misure necessarie per limitare anche la trasmissione del Covid-19. Quali sarebbero le misure da adottare?
La Confederazione dice che gli operatori devono garantire adeguate misure, senza però elencarle. Nel mio settore c’'è enorme confusione, un esempio banale, quanto allarmante già in situazioni normali, é l’utilizzo della lima: c’è che si illude di poterla disinfettare, e chi non fa nemmeno questo, utilizzando, fin quando possibile, la stessa lima su tutte le clienti (spesso senza distinzione fra unghie delle mani e quelle piedi). Molto importante sarà specificare che solo le mascherine chirurgiche sono adeguate all’operatore, da escludere tutte le altre poiché non sono adatte a causa dell’eccesso di polvere di limatura nelle fasi di lavorazione. Sedie e tavoli di lavoro non facilmente disinfettabili ad ogni cambio cliente, non dovranno essere ammessi; gli spazi dovranno essere necessariamente riorganizzati.
Molto altro sarebbe da aggiungere in materia di disinfezione, ma soprattutto di sterilizzazione, non basteranno dunque guanti e uno scudo protettivo per tutelarsi e per tutelare i clienti.
È determinante che chi vuole riaprire, non vanifichi gli sforzi dalla popolazione ticinese; é fondamentale dunque che venga proposto agli operatori di settore, un modello (tipo check list), da sottoscrivere quale garanzia d’igiene e per renderli consapevoli delle misure necessarie alla limitazione di contagio di patologie.
In base alla mia esperienza professionale, mi sono permessa di suggerire alle parti competenti, un modello di autocertificazione per gli operatori di settore, che li aiuterà a mettere in atto tutte le misure necessarie, senza tralasciarne nessuna.
Se questa proposta verrà approvata, tutte le operatrici di settore riceveranno la comunicazione attraverso i canali informativi, come pure potranno contattare l'associazione Candi, all’indirizzo mail ca-ndi@hotmail.com