Bruno Storni, consigliere nazionale Ps
BELLINZONA - La malagestione della pandemia COVID19, oltre 290 mila decessi dei quali “solo” 4500 in Cina dove l’epidemia è partita e nel frattempo contenuta, ma solo dopo fatali errori iniziali, ha una forte analogia con quanto succede da anni con il Clima. Una buona parte di politici non credono alla scienza, ma neanche all’evidenza dei fatti (in questo caso quanto succedeva in Cina da dicembre) e negano o ritardano interventi urgenti e necessari seguendo il volere dell’economia.
Spiccano Bolsonaro e Trump.
Per il Clima sebbene i cambiamenti siano già osservabili, e le conseguenze per la popolazione mondiale ancora limitate per rapporto a quanto avverrà nei prossimi decenni se non riusciamo a limitare il fenomeno, per il COVID19 le conseguenze sono state immediate, come da matematica delle epidemie, registrate nei giornalieri bollettini di nuovi casi positivi e decessi.
Ma non sono solo Trump e Bolsonaro a ritardare misure ignorando il parere degli specialisti e i metodi di contenimento adottati dai paesi asiatici, in primis Taiwan che ha fermato l’epidemia senza lockdown, anche in Europa abbiamo a lungo tergiversato tanto da essere il continente nettamente più colpito con già oltre 150'000 morti.
La Svizzera e il Ticino non si salvano, anzi il Ticino figura tra i più colpiti a livello mondiale (970 decessi per mio abitanti). I lutti sono stati troppi per un Paese che spende 82 miliardi per spese mediche. Anche da noi l’economia e persino il Carnevale hanno avuto inizialmente più peso della salute, ritardando le misure poi comunque adottate, causando un esponenziale aumento dei casi e delle vittime, ma anche pesanti danni all’economia.
L’ipotesi assurda dell’immunità di gregge, che per il COVID19 da eugenetica tanto è letale per gli anziani, seguita in particolare da parte del britannico Johnson che ha a lungo anteposto l’economia alla salute, per comunque dover poi chiudere, anche se solo dopo accorati appelli della società, della scienza e della medicina, e già 32'000 decessi primi in Europa.
Il danno di questi ritardi, oltre ad essere contabilizzabile in vite umane, è alla fine anche economico e sociale, i ritardi nell’adottare misure hanno richiesto lockdown prolungati che finalmente costeranno molto di più all’economia e alle casse degli stati che gli interventi più immediati.
Questa amara lezione potrà servire per affrontare, oltre alle prossime pandemie, anche la questione ambientale in modo più concreto, dando più peso al mondo scientifico e alle evidenze, adottando finalmente le misure che porteranno ad una rapida decarbonizzazione della società, investendo più decisamente nell’efficienza e nel rinnovabile per far ripartire l’economia profondamente danneggiata dalla malagestione del COVID19.