Sindacato VPOD
Da tempo i problemi della Scuola dell’obbligo sono noti a tutti: classi troppo numerose, grande eterogeneità, docenti oberati. Le proposte serie per porvi rimedio c’erano (iniziative popolari del Sindacato VPOD Aiutiamo le scuole comunali del 2009 e Rafforziamo le Scuole medi del 2011, controproposte del DECS), ma sono state ritardate a lungo e finalmente respinte. Dieci anni dopo siamo fermi al palo.
In questo contesto, il messaggio 7704 del Consiglio di Stato, Riforma della Scuola dell’obbligo (2019), non fa che riprendere alcuni di questi temi strategici, coniugandoli in modo certamente prudente ma non privo di ricadute positive, sulla scuola e sui suoi attori principali: allievi e docenti.
Purtroppo, a un anno distanza, l’Associazione comuni ticinesi e l’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese tirano di nuovo il freno a mano e addirittura declinano l’invito al dialogo della Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio, con il rischio di rinviare di tanto tempo ogni miglioramento nelle scuole comunali.
Peccato perché il messaggio prevede novità importanti per gli allievi delle scuole comunali:
• l'introduzione della figura del docente d'appoggio in numerose sezioni della Scuole dell'Infanzia;
• il potenziamento della figura del docente d'appoggio e la riduzione del numero massimo di allievi per sezione nella Scuola Elementare.
Queste misure sono ovviamente sostenute dalle e dagli insegnanti, anche perché l’avvento di HarmoS ha reso più estesa la fascia d’età dei bambini e ha posto degli obiettivi più elevati e vincolanti a livello di programmazione.
Non capiamo l’opposizione dell’Associazione comuni ticinesi e dell’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese, soprattutto perché il Cantone ha già dato la garanzia di assumersi i costi dell’operazione.
Siamo forse di fronte al solito sgambetto nei confronti del responsabile del DECS, Manuele Bertoli?
Altrimenti perché dare uno schiaffo alle legittime richieste delle/dei loro docenti, dopo averli lodati per l’impegno dimostrato durante la pandemia da Covid 19? Pandemia che, di fatto, acuendo le differenze tra gli alunni, dimostra che le misure proposte sono dunque più necessarie ed urgenti che mai, anche nell’eventualità di una riapertura parziale a settembre.