Erika Franc Benetollo, Coordinatrice I Verdi del Bellinzonese
Nell’ultima seduta di fine giugno del Gran Consiglio veniva accettata l’introduzione di una maggior protezione delle neo-mamme dai licenziamenti dopo il parto. Un passo più che necessario – ma un passo che da solo non basta. Perché una cosa è avere una buona legge per eliminare le discriminazioni, un’altra è che venga effettivamente applicata.
Secondo la mia esperienza e da quanto ho sentito, non rispettare la legge del lavoro in quest’ambito è piuttosto la regola che l’eccezione. O perlomeno viene spesso sfruttata questa ampia zona grigia che è pur sempre presente, non so se per ignoranza in materia giuridica oppure per il fatto che l'effetto deterrente non è abbastanza imponente.
In ogni caso, nella percezione comune, la discriminazione delle donne legata a una maternità spesso non viene considerato come un delitto grave. Un Kavaliersdelikt si direbbe in tedesco.
E se la legge effettivamente non viene rispettata vale la pena per una donna di denunciare il caso?
In un contesto piccolo come il Ticino – dove tutti conoscono tutti e dove già di per sé sembra che famiglie, amicizie e appartenenze politiche contano di più che competenze in materia per ottenere un posto di lavoro – per una donna osare di porre una denuncia può ritorcersi contro. Inoltre, non è da trascurare l’effetto psicologico, tempistico e finanziario che può scoraggiare una donna a presentare una denuncia, in particolare in una situazione già di per sé sensibile quando arriva un bebè. Infine, alcune donne magari non si rendono nemmeno conto che sono state trattate in modo scorretto perché non conoscono in maniera abbastanza approfondita la legge.
La mia ipotesi è che in molti casi l’infrazione della legge del lavoro non viene segnalata da nessuna parte. Sarebbe interessante accompagnare questa nuova legge con uno studio scientifico per portare più luce nel buio di queste faccende discriminanti.
Perché non basta un cambiamento di legge per migliorare la parità di trattamento e opportunità lavorative tra uomini e donne. Ci vuole un cambiamento di mentalità.