Luca Campana
Errare è umano ma perseverare è diabolico, la famosa locuzione originaria Latina bene si applica alle vicissitudini di quello che è purtroppo trascorso ai carnevali ticinesi di questo sfortunatissimo inverno del 2020, quello che probabilmente seguirà le prossime edizioni si prospetta di non facile interpretazione sulla possibilità predittiva nelle problematiche sanitarie, se la politica non mette anticipatamente uno STOP a tutte le aggregazioni volte a festeggiare questa pur bellissima festa "in salsa nostrana", visto e considerato che per programmare queste feste serve un largo anticipo di tempo.
-i numerosi ragazzi contagiati `nella scorsa edizione di carnevale non ha insegnato niente? –
Già i municipi (in primis Bellinzona ma anche le altre città maggiori) non hanno avuto il coraggio d'imporre la non apertura ai carnevali dal mese di febbraio, mese mentre nello stesso tempo veniva interrotta (forse tardivamente e dopo due settimane) perdendo pure un enorme gettito a causa delle decine di migliaia di turisti in attesa invano dello storico carnevale veneziano e a seguire si annullarono altri famosi carnevali lombardi, veneti e toscani.
Tutto ciò mentre a pochi chilometri nel periodo in cui ben cinque comuni venivano chiusi in quarantena e il Virus galoppava fortemente con aumenti di contagio provocando morte, le notizie sicuramente non erano rassicuranti ed erano comunque veicolate anche dai nostri Media.
-i primi contagi sul nostro territorio forse aumentarono con i carnevali ticinesi-
Ora che sono passati diversi mesi e il Virus globalmente non sembra arrestarsi vi è la decisione ufficiosa -I Carnevali grandi non si faranno-, decisione unanime da parte degli organizzatori, però non basta, ora che l'insegnamento di tutto che abbiamo dovuto affrontare dovrebbe rendere ovvia e decisa con una ferma imposizione da parte delle istituzioni i nostri rappresentanti cosa fanno?
Temporeggiano e in "pompa magna" dichiarano (o meglio dichiarazione di un consigliere di Stato) che per i carnevali più piccoli e per un possibile divieto degli stessi ci si deve affidare alla volontà di Berna.
Ma mi chiedo. Perché rimbalzare la responsabilità a monte e non prendersela in prima persona? Si ha per caso paura di deludere qualche elettore?
Fatto sta che il cittadino chiede alle autorità politiche municipali e cantonali più coraggio e meno ambivalenza.
Bene comunque hanno fatto gli organizzatori, uno di questi Stefano Longoni (presidente del Gruppo Capannone Carri Carnevale nel Mendrisiotto) che a malincuore condivide la decisione di evitare i grandi assembramenti nelle maggiori città e dopo i numerosi problemi ed un futuro incerto per quanto riguarda il Covid-19 e in poche parole, spiega: Carnevale è stare in piedi, divertirsi, e andare in giro a conoscere gente. Se bisogna stare seduti tanto vale farlo.
A tutti gli effetti com'è ampiamente risaputo la Movida dei nostri carnevali accompagna anche comportamenti ora non più praticabili, come: il passarsi le bevande "vedi famoso video della discoteca di Ibiza che imperversava sui social", l'ammassamento disordinato in una tenda, il cantare e ballare abbracciati, la socializzazione per così dire riavvicinata sotto gli effetti dell'alcool; possiamo benissimo immaginare appunto che il divertimento si riverserà in buona misura nei carnevali più piccoli rendendo vano tutto quello deciso a posteriori.
Tendenze quelle del ritrovo e del passaparola che buona parte dei partecipanti esegue e ci mancherebbe altro non fosse così fatto certo che il lockdown passato richiede a tutti una più attenzione al rapporto interpersonale, evitando di ritornare chiusi fra due mura.
Serve ricordarsi di dover decidere, perché la libertà del quotidiano passa anche dal limitare pericoli evidenti.