Dante Pura, presidente Federazione consorzi allevamento ovini e caprini
Egregio Sig. Besomi,
Ti do del tu perché con il lei, il santo non vale la candela. Ho avuto modo di leggere e rileggere la tua presa di posizione alla conferenza stampa per il NO alla legge sulla caccia. Ovviamente ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, ma quando si usa l'opportunismo tematico per travalicare la realtà, o peggio ancora, mettere in cattiva luce una categoria (quella degli allevatori di ovini e caprini), pur di acquisire voti, allora proprio non ci siamo. E non si può stare zitti. Che fra gli allevatori ci sia una qualche "pecora nera", o “pseudo-allevatore” come lo definisci tu, posso magari anche concordare, ma purtroppo mi risulta che in tutte le categorie professionali ce ne siano. Dagli avvocati, ai medici, agli impiegati pubblici e nel clero... Basta seguire le cronache giudiziarie, per rendersene conto! Ma veniamo allora ai "veri allevatori", e sono la stragrande maggioranza, quasi tutti a dire il vero, sia che pratichino l'allevamento come hobbisti, sia professionalmente. Tutta gente che porta dentro di sé l'amore per la propria terra e i propri animali, gente che conosce il territorio come nessun altro. Perché lì ci vive e ci lavora. Gente che conosce i luoghi dove ha passato la sua infanzia (valli, monti, alpi) e ha a cuore il suo destino. Ti assicuro che il benessere degli animali viene un bel po’ prima dei pagamenti diretti. E benessere degli animali vuol anche dire libertà, autonomia, come sanno benissimo fare i nostri animali, senza bisogno di teoremi ambientalistici, a cui ti sei accodato per puro opportunismo.
Sai… quando una cerchia è a corto di argomenti, deve fare e dire tutto, giusto o sbagliato che sia, pur di convincere un'altra "importante fetta", in questo caso i votanti, colpendoli al cuore per cercare di farli essere a proprio favore. Persone che sono perlopiù ignari in materia di agricoltura. A noi contadini, allevatori, preme invece poter guardare al futuro con un minimo di certezze e fiducia. Per noi, e per chi verrà dopo di noi, qualcosa che con l'andazzo attuale non è per nulla assicurata. Le nostre valli stanno subendo un grave colpo, che rischia di essere mortale, se il 27 settembre uscirà vincente quel NO di cui sei patrocinatore. Permettimi un’ultima considerazione; si sta demonizzando l'uccisione di quattro cuccioli di lupi, e di tutti quegli animali che verrebbero soppressi con una regolamentazione controllata in caso di accettazione della legge, quasi come fosse un crimine organizzato. Onestamente a me preoccupano molto di più i circa 10’000 bimbi che, ogni anno in Svizzera, non hanno diritto a nascere, grazie alla conquista sociale “dell'aborto legale". Un tema tanto caro alla sinistra e ai verdi compresi, che oggi si scagliano contro i fautori del SI alla revisione della legge sulla caccia. Una bagatella a confronto.