Paolo Andreetti, Giovani UDC
È iniziata, ahimè, la tiritera dei licenziamenti. Colossi come Philip Morris, Philipp Plein poi Manor, Mikron e via dicendo.
Inizialmente sembrava che solo i piccoli commerci ne risentissero e ora invece, come si poteva intuire, tocca ai grandi a tirare la cinghia.
Sempre più lavoratori vengono lasciati a casa. Dopo tutto, una volta superata questa malaugurata crisi mondiale, sperando che avvenga presto, ci sarà chi riprenderà le attività mentre altri invece spariranno dalla scena dando spazio a nuove.
Ritornerà nella gente l’aspettativa di un rimpolpamento del mercato del lavoro con la speranza di ritrovare un impiego. Ma non illudiamoci…chi oggi resta a casa ed ha più di 45 anni farà molta ma molta fatica a ritrovarlo! Perché a 45/50 anni costi troppo, e le imprese mica ti aspettano, anzi: avranno l’imbarazzo della scelta con personale giovane, ben formato e soprattutto meno caro venendo da tutta Europa; che aspetta solo di entrare in Svizzera per trovare sicurezza, benessere e tranquillità. E noi – soliti sfigati di casa – non ce ne potremo nulla finché l’Europa ci obbliga a tenere le frontiere aperte.
Mi dispiace, care imprese e cara Europa, ma è crisi! Non è il momento di fare i generosi quando la propria gente sta male (cosa che molti politici fanno finta di non vedere). Vogliamo riprenderci il nostro mercato del lavoro e decidere da soli chi ci lavora e chi non.
È l’unico modo per evitare che esploda la disoccupazione con i problemi che ne conseguono: malessere delle persone poiché si sentono inutili, problemi finanziari per le famiglie, frustrazione, problemi sociali e la socialità sull’orlo del crollo.
Per questi motivi è necessario, a tutti costi, votare sì all’iniziativa per l’immigrazione moderata, è l’unica chance che ci resta per poter pensare a un futuro sia come giovani ma soprattutto come svizzeri!