Morena Ferrari Gamba, Consigliere Comunale PLR
Libera circolazione= cemento=traffico=stranieri=lazzaroni=delinquenti=ladri di posti di lavoro…chi più ne ha più ne metta; un messaggio chiaro e forte, palesato con sconcertante naturalezza nell’ultimo video dell’UDC attraverso la bocca di una giovane fanciulla. Piuttosto imbarazzante e poco “rassicurante”. Ma è la sintesi del racconto alla popolazione per giustificare la disdetta dell’ALC – accordo di libera circolazione delle persone - e quindi di tutti gli accordi. Un racconto che non sentiamo solo noi, ma lo sentono anche i nostri partner Europei. Con queste premesse, gli stessi iniziativisti chiedono alla nostra Diplomazia di andare a Bruxelles per rinegoziarli. Accordi che hanno richiesto sei anni di trattative, con politici UE di gran lunga più preparati e accondiscendenti verso di noi, di quelli attuali. Mentre ora si dovrà risolvere tutto in un anno! Auguri.
La popolazione è già provata dalla crisi economica e sanitaria, in un mondo emotivamente e strutturalmente molto fragile e a cui si racconta che il loro disagio è colpa degli altri, dello “straniero”. E allora, ci si crede e ci si arrabbia. Nessuno nega che l’attuale situazione, dovuta anche alla ristrutturazione in corso della nostra piazza, contribuisca ad aumentare il disagio e le disuguaglianze sociali. Un fenomeno che accadeva altrove e ora tocca a noi, occidente, dove non eravamo abituati neanche a pensarlo. La crisi è globale ed è impensabile di restarne immuni, in particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro. Ma se si vuole cambiare si devono individuare le vere cause dei problemi, e poi, solo così si potranno proporre soluzioni davvero efficaci. Non come l’iniziativa dell’UDC che chiede categoricamente di far saltare tutti gli accordi con un partner con il quale abbiamo uno scambio commerciale giornaliero pari a un miliardo di franchi. Un simile passo non porterebbe nulla di positivo al Ticino e alla Svizzera, rendendoci tutti un po’ più poveri ed acuendo invece i problemi che vogliamo risolvere. Non buttiamo dunque tutto alle ortiche!
Quando infine ci dicono che soprattutto l’UE ha bisogno di noi e non viceversa, ricordiamo che i suoi principali partner di scambio commerciale, sono gli stessi Stati membri, USA e Cina, e che la Svizzera si trova al dodicesimo posto. Mentre per la nostra bilancia, come già indicato, l’UE è il principale mercato.
Per tutte queste ragioni, disdire l’ALC e con esso tutto il pacchetto degli accordi sarebbe l’ultima delle soluzioni. Adoperiamoci per migliorarlo, nei tempi e modi che conosciamo. Facciamo in modo che rimanga vantaggioso per i nostri giovani, per i nostri atenei, i nostri ricercatori, le nostre aziende e per tutti noi cittadini. Adoperiamoci per aver attività con alto valore aggiunto, legate al territorio e alle nostre Scuole.
Lottiamo per consolidare il senso di responsabilità delle nostre aziende, senza lacci e laccioli burocratici, ma con una ritrovata consapevolezza e cultura imprenditoriale. Questa è la vera Svizzera libera e liberale che sa discutere, trovare soluzioni, anche creative, con il confronto e non con il conflitto.